16/07/13

Brasile: vogliono decriminalizzare lo stupro

intreccio diritto all'aborto/violenza sessuale/concezioni sul ruolo delle donne: un illuminante esempio dal Brasile che rafforza quanto da tempo affermiamo: " contro oppressione, stupri costruire un ponte" dall' Italia al mondo intero; "contro la guerra di bassa intensità contro le donne, scateniamo la nostra ribellione", la giusta e necessaria lotta- così come portato nella manifestazione del 6 luglio a Roma- per sostenere le donne che osano denunciare gli stupratori dentro e fuori i tribunali, dove ad essere giudicate, processate sono in primis le donne che subiscono anche per sentenze sostanzialmente assolutorie non una ma doppia, tripla violenza, ma sopratutto come la lotta delle donne deve essere a 360° perchè gli attacchi che le donne sul lavoro, dai governi, in questa società, subiscono sono a 360°.
di seguito un articolo


mfpr

La guerra contro le donne continua
15 luglio 2013 di lunanuvola

(di Fer Amaral, ricercatrice sul genere per Safe World, 14 luglio 2013, trad. Maria G. Di Rienzo.)


Le donne brasiliane stanno lottando per prevenire che il loro governo “decriminalizzi” lo stupro. Di recente, politici brasiliani appartenenti a “Bancanda evangelica”, una specie di lobby della chiesa evangelica, ha presentato una proposta che impegnerebbe il governo a dare del danaro alle donne stuprate – se incinte in seguito allo stupro – per non abortire (l’interruzione di gravidanza, in casi specifici, è legale): il motivo è che il feto sarebbe già una persona con dei diritti. A livello popolare la proposta è già stata battezzata come “Assegno stupro”. Il danaro verrebbe erogato alla donna violentata affinché partorisca ma solo se il suo stupratore non può essere identificato e quindi non può provvedere al nascituro: lo stupratore ora non si chiama più “criminale” ma “papà”!

La proposta è già stata accettata nel primo dibattito politico e ora deve passare attraverso altre due votazioni per diventare legge. La cosa più importante da sottolineare, ripeto, è che la proposta di legge fa dello stupratore non più un criminale e dello stupro non più un reato, e la donna non potrà comunque abortire perché il feto sarà legalmente più importante di lei: lei sarà solo un utero statale, un utero sociale. Se passa questa proposta, e lei abortisce comunque, andrà in prigione.

In secondo luogo, per ricevere i soldi dal governo sarà costretta ad incontrare di nuovo il suo stupratore e a fargli riconoscere di essere il padre legale del bambino. E una volta diventata legge questa proposta bloccherà ogni avanzamento medico relativo alle cellule staminali: gli embrioni hanno diritti, anche quelli congelati. Alle donne che soffrono di cancro e potrebbero perdere la vita non sarà concesso curarsi – potrebbe provocare l’aborto – ne’ ovviamente abortire; dovranno attendere dopo il parto per essere curate. Attualmente in Brasile l’interruzione di gravidanza può essere ottenuta legalmente in caso di pericolo per la vita della donna o nei casi di anancefalia del feto, una condizione che impedisce il normale sviluppo del cervello e della scatola cranica.

Se questa proposta diventa legge, infine, non si potrà menzionare l’aborto, i metodi abortivi o il diritto ad ottenere un aborto per la propria vita e la propria salute. E’ possibile che finisca in tribunale io stessa, a causa delle ricerche sull’aborto che ho effettuato in passato qui in Brasile? Non lo so, ma di certo non le potrò più menzionare nel mio curriculum!

Una legge per cui lo stupro non è più un crimine. Per cui l’abuso sessuale non è più un crimine. Gli uomini possono continuare a violentarci e noi ad essere vittime di questo sistema. Questo è un paese che si preoccupa della Coppa del Mondo ma non delle vite delle donne. Uomini hanno fatto questa proposta di legge. Uomini e basta. Perché le voci delle donne non sono neppure state ascoltate? Noi non vogliamo morire per mano vostra. Non vogliamo essere stuprate dagli uomini prima e dalla stato poi. La proposta si chiama formalmente “Estatuto do Nascituro”, qualcosa come lo “Status del non-nato”. Chi non è ancora nato avrà più diritti di una donna, in Brasile. Questo è il paese in cui viviamo. Questo è il vero Brasile che i programmi televisivi non vi mostrano. Benvenuti nel mio mondo.

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