12/07/13

Aborto: storico sì in Irlanda. Ma solo se madre è in pericolo vita

Finalmente anche in Irlanda uno squarcio nell'ipocrisia dell'aborto clandestino, delle morti di donne a cui è vietato ricorrere all'aborto per rischio della vita e della salute. Ma, sopratutto, nelle concezioni oscurantiste sul ruolo delle donne in questa società.

Una vittoria, se riferita a un'ondata, a livello europeo e non solo- ricordiamo la recente vicenda del Texas- degli antiabortisti che, a livello europeo, intendono far passare il riconoscimento del diritto giuridico dell'embrione- già avvenuto in Italia con l'art.1 della L.40-, a partire dai paesi cosidetti cattolici: da mesi assistiamo alle preghiere intimidatorie verso le donne e sanitari non obiettori davanti agli ospedali-sempre meno- dove si pratica l' IVG, raccolte di firme, macabre marce per la vita.
Anche in questo paese le donne, le femministe che si battono contro gli attacchi al diritto d'aborto devono organizzarsi,dar vita a una rete in grado di opporsi agli attacchi e strappare risultati, a partire dalla cancellazione della L.40 e dell'obiezione di coscienza, usata come teste d'ariete per mettere continuamente in discussione il diritto di scelta delle donne, per far passare concezioni ideologiche che vogliono riportare indietro la condzione delle donne in questo paese
per questo salutiamo il fatto che finalmente anche in iranda venga riconosciuta alle donne la possibilità di ricorrere all' IVG, pur con le tante limitazioni, come contributo alla lotta delle donne contro oppressione e oscurantismo. Un avanzamento che in Irlanda, come in qualsiasi altro paese in cui è o è stato vietato, è costato e costa alle donne una lunga scia di morti, colpevolizzazioni, repressione
mfpr

Aborto: storico sì in Irlanda. Ma solo se madre è in pericolo vita

La Repubblica
12 07 2013

Per la prima volta ammesso l'aborto nel Paese rigidamente cattolico. Considerato anche il rischio di suicidio tra i casi di pericolo di vita

ROMA - Il Parlamento irlandese dice sì per la prima volta alla possibilità di abortire, ma solo nel caso in cui la vita della madre sia in pericolo. Dopo una maratona che ha provato il fisico e i nervi dei legislatori, la Camera bassa ha approvato il testo proposto dal premier Enda Kenny con 127 voti a favore e 31 contrari. La "Protection of Life During Pregnancy Bill" è un compromesso tra le diverse posizioni e ha suscitato critiche sia da parte di chi in un Paese a forte connotazione cattolica non vuole neppure sentir parlare di interruzione della gravidanza sia dallo schieramento che preme per la legalizzazione dell'aborto.
La legge, che consente di abortire anche in caso di rischio di suicidio della donna, dovrà ora essere approvato dalla Camera alta del Parlamento, una formalità considerando che questa assemblea ha scarsi poteri ed è dominata dal partito di centrodestra Fine Gael di Kenny.
Il voto ha chiuso un duro confronto, accompagnato da manifestazioni degli opposti schieramenti, durato da mercoledì mattina alle 5 di giovedì e poi, dopo una pausa per un po' di riposo, fino alla mezzanotte. Malgrado il testo fosse stato proposto dal primo ministro, ha creato non pochi problemi alla coalizione al governo da due anni. Kenny ha anche espulso dal gruppo del Fine Gael cinque parlamentari che si erano espressi contro la legge.
Il via libera al testo arriva nove mesi dopo la morte di una giovane donna indiana alla quale era stata negata un'interruzione di gravidanza in un ospedale irlandese nonostante un aborto spontaneo in corso. La sua richiesta era stata negata perché la sua vita non era in pericolo in quel momento. Ma la giovane era comunque deceduta in seguito a sepsi.
Nel dicembre 2010 la Corte europea dei diritti dell'uomo aveva condannato l'Irlanda per aver vietato la possibilità di abortire a una donna malata di tumore, che temeva che la sua gravidanza potesse portare la sua malattia a riacutizzarsi. Nel 1992, la Corte Suprema irlandese aveva inoltre stabilito che una donna ha il diritto di abortire se la sua vita è in pericolo, ma questa decisione non era mai stata trasformata in legge. Ora il primo sì. E a questo punto Malta è l'unico Paese dell'Unione europea in cui l'aborto non è ammesso in nessun caso.


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