continuano le sentenze dei tribunali contro la L40 sulla procreazione medicalmente assistita
La L40 va abrogata, già al tempo del referendum, analizzandone il contenuto, avevamo denunciato la discriminazione di classe insita nella legge stessa, una legge che non difende il diritto alla salute delle donne, ma sopratutto il ritorno all'indietro che essa rappresenta con il riconoscimento giuridico dell'embrione, il ruolo fortemente ideologico e di controllo sulla scelta di ogni donna se avere figli o no; apre alla criminalizzazione delle donne che decidono di abortire per cui se la donna decide di abortire è un'assassina. Non bastano le sentenze dei tribunali occorre costruire una rete dei comitati, collettivi in lotta contro gli attacchi che quotidianamente vengono portati avanti al diritto di scelta delle donne- mfpr
I giudici di Catania: "Il divieto alla fecondazione eterologa è incostituzionale"
Mina il diritto a farsi una famiglia completa. Dopo Milano anche la magistratura catanese contro la legge 40
di CATERINA PASOLINI
"Il divieto alla fecondazione eterologa è incostituzionale. Perché non rispetta il diritto a farsi una famiglia, contrasta il principio di eguaglianza tra coppie, discriminate in base al grado di sterilità e infertilità e non garantisce il diritto alla salute".
A dirlo, dieci giorni dopo il tribunale di Milano, ieri è stata la volta di quello di Catania, valutando ricorsi di coppie di aspiranti genitori sterili
e disperati, costretti ad andare all’estero per inseguire il sogno di avere un figlio, costretti da malattie a cercare un aiuto esterno, un donatore di
gamete, pratica sino ad oggi vietata in Italia.
E così ora i tribunali hanno inviato ancora una volta tutto alla Corte Costituzionale perche dica la sua, perché valuti l’ultimo pilastro rimasto
della legge 40 abbattuta in nove anni da oltre 18 sentenze italiane ed europee. Tanto che da più parti si chiede che il parlamento legiferi, prenda atto delle bocciature di una legge considerata "inumana e iniqua", cambiata nelle aule dei tribunali a furia di ricorsi. Alla Consulta comunque sono pronti: Lo ha detto venerdi lo stesso presidente Gallo: "Abbiamo già preso posizione sulla fecondazione omologa, su quella eterologa affronteremo la questione appena arriverà. Sarà nostra urgenza fissare il più presto
possibile una data per l'esame".
Se il ricorso milanese era stato presentata da una coppia, in cui il marito è sterile, che si sentiva discriminata come se la paternità fosse un diritto solo per i ricchi visto che loro non avevano fondi per andare all’estero e tentare di diventare genitori, il caso di Catania riguarda una coppia in cui la donna è affetta da menopausa precoce seguita dal centro Hera. Storie simili, drammi comuni seguiti nelle aule di giustizia dal Collegio nazionale di avvocati composto da Maria Paola Costantini del foro di Firenze, Marilisa D'Amico, ordinario di diritto costituzionale di Milano, Sebastiano Papandrea del Foro di Catania e Massimo Clara del foro di Milano.
In nove anni sentenze italiane e straniere hanno bocciato la legge 40 di cui ora resta praticamente solo il divieto all'eterologa. Già in passato la
prima sezione civile del Tribunale di Milano aveva deciso di inviare gli atti alla Consulta per incostituzionalità della legge sulla fecondazione
assistita riguardo a questo punto. Nel frattempo però era uscita una sentenza della Corte di Strasburgo che poteva cambiare le carte in tavola e
così la Corte Costituzionale ha rinviato i faldoni al tribunale milanese chiedendo una nuova valutazione. Così è stato, dieci giorni fa Milano ha
confermato i suoi dubbi sulla costituzionalità di una legge che vieta la fecondazione eterologa, la donazione ad una coppia sterile di gameti, uova o sperma, per avere un figlio. E per migliaia di famiglie sterili o con malattie genetiche trasmissibili torna la speranza di poter divertare
genitori senza dover emigrare, o fare il mutuo per pagare le spese di viaggio e cliniche.
La L40 va abrogata, già al tempo del referendum, analizzandone il contenuto, avevamo denunciato la discriminazione di classe insita nella legge stessa, una legge che non difende il diritto alla salute delle donne, ma sopratutto il ritorno all'indietro che essa rappresenta con il riconoscimento giuridico dell'embrione, il ruolo fortemente ideologico e di controllo sulla scelta di ogni donna se avere figli o no; apre alla criminalizzazione delle donne che decidono di abortire per cui se la donna decide di abortire è un'assassina. Non bastano le sentenze dei tribunali occorre costruire una rete dei comitati, collettivi in lotta contro gli attacchi che quotidianamente vengono portati avanti al diritto di scelta delle donne- mfpr
I giudici di Catania: "Il divieto alla fecondazione eterologa è incostituzionale"
Mina il diritto a farsi una famiglia completa. Dopo Milano anche la magistratura catanese contro la legge 40
di CATERINA PASOLINI
"Il divieto alla fecondazione eterologa è incostituzionale. Perché non rispetta il diritto a farsi una famiglia, contrasta il principio di eguaglianza tra coppie, discriminate in base al grado di sterilità e infertilità e non garantisce il diritto alla salute".
A dirlo, dieci giorni dopo il tribunale di Milano, ieri è stata la volta di quello di Catania, valutando ricorsi di coppie di aspiranti genitori sterili
e disperati, costretti ad andare all’estero per inseguire il sogno di avere un figlio, costretti da malattie a cercare un aiuto esterno, un donatore di
gamete, pratica sino ad oggi vietata in Italia.
E così ora i tribunali hanno inviato ancora una volta tutto alla Corte Costituzionale perche dica la sua, perché valuti l’ultimo pilastro rimasto
della legge 40 abbattuta in nove anni da oltre 18 sentenze italiane ed europee. Tanto che da più parti si chiede che il parlamento legiferi, prenda atto delle bocciature di una legge considerata "inumana e iniqua", cambiata nelle aule dei tribunali a furia di ricorsi. Alla Consulta comunque sono pronti: Lo ha detto venerdi lo stesso presidente Gallo: "Abbiamo già preso posizione sulla fecondazione omologa, su quella eterologa affronteremo la questione appena arriverà. Sarà nostra urgenza fissare il più presto
possibile una data per l'esame".
Se il ricorso milanese era stato presentata da una coppia, in cui il marito è sterile, che si sentiva discriminata come se la paternità fosse un diritto solo per i ricchi visto che loro non avevano fondi per andare all’estero e tentare di diventare genitori, il caso di Catania riguarda una coppia in cui la donna è affetta da menopausa precoce seguita dal centro Hera. Storie simili, drammi comuni seguiti nelle aule di giustizia dal Collegio nazionale di avvocati composto da Maria Paola Costantini del foro di Firenze, Marilisa D'Amico, ordinario di diritto costituzionale di Milano, Sebastiano Papandrea del Foro di Catania e Massimo Clara del foro di Milano.
In nove anni sentenze italiane e straniere hanno bocciato la legge 40 di cui ora resta praticamente solo il divieto all'eterologa. Già in passato la
prima sezione civile del Tribunale di Milano aveva deciso di inviare gli atti alla Consulta per incostituzionalità della legge sulla fecondazione
assistita riguardo a questo punto. Nel frattempo però era uscita una sentenza della Corte di Strasburgo che poteva cambiare le carte in tavola e
così la Corte Costituzionale ha rinviato i faldoni al tribunale milanese chiedendo una nuova valutazione. Così è stato, dieci giorni fa Milano ha
confermato i suoi dubbi sulla costituzionalità di una legge che vieta la fecondazione eterologa, la donazione ad una coppia sterile di gameti, uova o sperma, per avere un figlio. E per migliaia di famiglie sterili o con malattie genetiche trasmissibili torna la speranza di poter divertare
genitori senza dover emigrare, o fare il mutuo per pagare le spese di viaggio e cliniche.
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