18/04/13

Bologna: un'assemblea contro l'obiezione di coscienza

Il 20 aprile si terrà a Bologna un'assemblea pubblica sullo stato del diritto d'aborto in questo paese. Diritto quotidianamente e in maniera crescente messo in discussione dalla sempre più alta presenza di obiettori di coscienza negli ospedali, nei consultori, sino a mettere in seria discussione la stessa salute delle donne, come dimostra anche il rifiuto da parte di una dottoressa in provincia di Pordenone di prendersi cura, durante il suo turno, di una donna che aveva abortito. Proprio in nome del suo “diritto all'obiezione di coscienza”. Caso su cui recentemente è stata chiamata ad esprimersi la Consulta che, per fortuna, ha messo un paletto a questa supposta libertà di coscienza di medici ed operatori sanitari.

In occasione di quella sentenza abbiamo scritto:” Legge 194, Cassazione:”Medico obiettore non può rifiutare cure dopo aborto”.. Una sentenza, quella che riportiamo sotto, che pone un paletto ma certamente non è risolutiva sulla  questione dell' obiezione di coscienza la cui sostanza ideologica contro il diritto delle donne di scegliere liberamente in tema di maternità e della propria vita in generale resta pienamente attiva nell'ambito di una campagna oscurantista-clerico-fascista ben più ampia da parte di governo, chiesa... che è avanzata e avanza rapida contro la maggioranza delle donne.

Occorre quindi fare altro e di più, occorre continuare a denunciare e smascherare gli attacchi ideologici e pratici che vengono da più parti e sotto diverse forme dal nord al sud del nostro paese,  vedi  l'obbligo di sepoltura dei feti, l'introduzione delle moderne ruote degli esposti, l'imposizione dei movimenti confessionali "per la vita" nei consultori, le politiche familiste etc. costruendo anche una rete tra le realtà che si sono mobilitate e si mobilitano in difesa del diritto d'aborto... reale e necessario è il bisogno di una forte risposta di lotta delle donne.”

inoltre, riportiamo stralci del contributo che abbiamo inviato in occasione di una delle prime assemblee delle compagne

“..Condividiamo con voi la necessità di difendere la 194 perchè, da un lato, essa è il bersaglio principale degli attacchi ideologici, politici, pratici al diritto di scelta delle donne, per cui un embrione vale più di una donna e, dall'altro, la sua difesa ribadisce il rifiuto delle donne al ruolo di incubatrici a cui le si vuole ridurre, per rivendicare il diritto a decidere sulla maternità, come su tutti i campi della propria vita.

D'altra parte, se è evidente la risposta determinata delle donne rispetto agli attacchi frontali, è necessario rispondere anche a tutti gli altri attacchi che, a macchia di leopardo e su molteplici piani, vengono portati avanti -quotidianamente potremmo dire- contro la libertà di scelta delle donne.”


“...Riteniamo che come gli attacchi ideologici hanno prodotto degli effetti legislativi, pratici di attacco alla dignità, ai diritti, alla vita stessa delle donne così sia necessario rispondere ad essi, battersi perchè vengano cancellati.

Per questo riteniamo che sia necessario costituire un comitato/rete, per superare i limiti locali, in difesa del diritto d'aborto che si batta, ad esempio, per:

l' abrogazione della L. 40 sulla procreazione medicalmente assistita, che ha introdotto il riconoscimento giuridico dell'embrione

il miglioramento della 194 con la cancellazione dell'obiezione di coscienza

Ma un comitato/rete che sia in grado di denunciare e anche smascherare gli attacchi ideologici che vengono, ad esempio, dall'installazione delle moderne ruote degli esposti, i cimiteri dei feti abortiti, l'ingresso del movimento per la vita nei consultori e/o negli ospedali, i tentativi dei farmacisti di poter ricorrere a un “diritto” di obiezione di coscienza per opporsi al ricorso alla pillola del giorno dopo, contro la chiusura e il ridimensionamento di consultori, ospedali. Insomma, un percorso collettivo, a tutto campo di denuncia e protesta contro prese di posizione, campagne ideologiche contro le donne ...”

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