solidarietà alle donne di Lucha y
siesta, un'importante esperienza delle donne che vogliono lottare contro la violenza
domestica al di fuori dei centri antiviolenza, nell'ottica di conquistare e/o
riconquistare la propria autonomia. Nessuna intimidazione!!
Mfpr
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Contro l’inettitudine e la
prepotenza delle Istituzioni – La Casa delle Donne Lucha y Siesta non si tocca!!
Posted on aprile 10, 2013 Roma, 10 Aprile 2013 Oggi due poliziotti in borghese
si sono presentati alla Casa delle Donne Lucha y Siesta con fare intimidatorio
e inquisitorio per fare quello che loro chiamano “normali controlli”, e cioè
sapere quante persone vivono lì e perché . Questa anomala indagine, in un posto
attivo da 5 anni ben conosciuto da tutte le istituzioni locali, arriva nella
giornata in cui il peggior sindaco che Roma abbia mai avuto e il Prefetto
minacciano sgomberi, arresti e il ripristino della legalità ad ogni costo
contro le risposte trovate a un’emergenza abitativa sempre più pressante
dall’autorganizzazione dei cittadini. Ancora una volta preferiscono il
testosterone alla testa e al cuore, ma l’inadeguatezza della carica che
svolgono non ci sorprende perché l’abbiamo vista spesso negli ultimi anni: in
una città che ha conosciuto solo campagne razziste sulla sicurezza continuano a
crescere il numero di donne uccise, maltrattate e violentate (materia sulla
quale abbiamo avuto un richiamo dell’Onu e della Commissione Europea). Negli
ultimi tre anni nei Centri Antiviolenza e nelle Case di Accoglienza si è creato
il paradosso di liste di attesa, chi oggi è vittima di violenza domestica non
può aspettare! In questi anni non solo non sono stati aperti nuovi centri ma
sono anche stati definanziati quelli esistenti che continuano a rimanere aperti
spesso solo grazie al lavoro volontario delle donne. Lucha y Siesta in questo
panorama è un esperimento innovativo, e possiamo dire anche riuscito: non è una
casa di accoglienza né un centro antiviolenza, sebbene il suo sportello di
accoglienza faccia parte del circuito municipale antiviolenza; è un progetto di
semi-autonomia nato dalla lotta e dall’autorganizzazione delle donne, un luogo
che in poco tempo è divenuto un punto di riferimento nel panorama cittadino,
che lavora in sinergia con servizi sociali, centri antiviolenza, sportelli per
il disagio sociale, con realtà e associazioni delle donne, in un ottica di
autonomia e non di assistenza. Qui sta tutta l’inettitudine di questa
amministrazione che non si accontenta di non riconoscere e valorizzare un
lavoro prezioso come questo (che per altro non gli costa un centesimo vista la
crisi e la maledizione della spending review), ma continua ad osteggiarlo. E
questo avviene non soltanto perché i profitti vincono sul benessere di
cittadine e cittadini ma anche perché un esempio di autogestione ed autonomia
come la casa delle donne Lucha y Siesta spaventa perché dimostra che il loro
modello di governo fa acqua da tutte le parti, mentre l’autogoverno è l’unica
alternativa funzionante in questa città. In questi 5 anni di attività la casa
delle donne di Cinecittà ha offerto accoglienza, orientamento, percorsi di
autonomia, di reddito e formazione a centinaia di donne; ha costruito
laboratori di lavoro e formazione, ha creato uno spazio sociale e culturale di
cui usufruiscono tutte/i le/i cittadine del quartiere. Questa è Lucha y Siesta:
un patrimonio insostituibile per la città, un modello che andrebbe replicato in
tutti i municipi, non un problema di ordine pubblico da gestire con polizia,
sgomberi e minacce. Per questo diciamo a Prefetto, Sindaco e Governatore che
non si azzardino a toccarci, la loro prepotenza armata non ci fa paura, le
cittadine e i cittadini sanno bene da che parte stare!!
Casa delle Donne Lucha
y Siesta
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