03/04/13

Free Amina!

Riprendiamo e pubblichiamo l'appello di Femen Francia per la liberazione di Amina Tyler.
Per Articolo 21, Amina sarebbe stata rinchiusa in un manicomio di Tunisi dalla famiglia stessa.
Zied, il suo fotografo, teme per l'incolumità di entrambi .
L'avvocata di Amina, Bochra Belhaj Hmida, un avvocato molto noto in Tunisia per la difesa dei diritti delle donne, sostiene che Tyler Amina non è scomparsa, che è un simbolo della lotta per la condizione delle donne in Tunisia e assicura che è “a casa” e che sta bene. Ha quindi negato il suo rapimento e l’internamento in un ospedale psichiatrico, come aveva invece dichiarato la giornalista Caroline Fourest.
Allora perché il silenzio improvviso di Amina Tyler per diversi giorni? Senza rivelarne le ragioni,la signora Belhaj Bochra Hmida con ” una frase enigmatica sulla sua pagina Facebook” spiega: “A volte bisogna ricordare che c’è un essere umano che è più importante della” causa “. 
 Intanto è stata proclamata una giornata di mobilit-azione internazionale per GIOVEDI' 4 APRILE e in calce a questo post riportiamo l'indirizzo dell'Ambasciata Tunisina in Italia, "Invitando tutt* quell* che vogliono aiutare Amina a chiedere notizie su di lei all'ambasciata tunisina del proprio paese, ad interrogare le istituzioni per mail, per fax, per telefono."

Noi non smetteremo questa campagna fino a quando non saremo sicur* delle condizioni di Amina.
Noi non fermeremo questa protesta fino a che tutte le Tunisine ed i Tunisini potranno esprimersi liberamente senza paura di farsi perseguitare dalla polizia."

Ambassade de Tunisie en Italie
Adresse : Via Asmara, 7 Roma 00199 Italia
Tél : +39-6-8603060 / +39-6-8603068
Fax  +39-6-86218204
E-mail  at.roma@tiscali.it


Amina, attivista Femen, è scomparsa il 21 marzo.

Per aver postato la sua foto su facebook, Amina aveva ricevuto minacce da parte de l'Imam Adel Almi, che ha dichiarato di volere la sua morte tramite lapidazione. Noi per adesso sappiamo che è stata prelevata da alcuni membri della sua famiglia con la complicità della polizia tunisina.

Chiediamo alle autorità tunisine di indagare  sui nomi dei poliziotti implicati nel sequestro di una cittadina maggiorenne tunisina, e di portarli davanti ad un tribunale.

Chiediamo a tutti quell* che non sono d'accordo con queste pratiche di polizia, di mobilizzarsi, prendendo tutte le precauzioni necessarie per la propria sicurezza.

D'accordo o no con l'azione di Amina, se è possibile ad una famiglia e alla polizia di prelevare qualcuno senza mandato, senza giudice, senza un avvocato, vuol dire che nessun* tunisin* è più al sicuro. Non reagire, per sostenere Amina fa di tutti i cittadini tunisini delle future vittime.

La revoluzione tunisina è cominciata grazie alla libertà di espressione sui social network.
Ma oggigiorno, si può essere prelevati dalla polizia semplicemente per aver postato una foto non gradita. Il popolo tunisino è  nuovamente privato della libertà d'espressione.
Ed il corpo delle donne, ora come non mai è indicatore della democrazia...

Abbiamo saputo che la famiglia la dichiarava matta, e che voleva chiuderla in un ospedale psichiatrico. Nessun ospedale per adesso ha potuto confirmare il suo ricovero. Ciò nonostante una persona si è presentata come sua zia e ne ha rivendicato il sequestro.
Sotto la dittatura, trattare quelli che non sono d'accordo come pazzi era una cosa frequente.
Le buone abitudini continuano.

Alcuni sostengono che dichiarandosi Femen, Amina si è suicidata socialmente.
Qualche settimana fa un ragazzo si è immolato su una strada pubblica.
Tutti quanti hanno capito che il suo era un atto politico.
Basta leggere quello che ha scritto Amina sul suo corpo.
Uno slogan intelligente ed accessibile. Il suo corpo le appartiene.
Avrebbe dovuto immolarsi per farvelo capire  ?

Noi siamo  all'ascolto di tutte le informazioni che potrebbero aiutarci a ritrovare Amina.
Tutte le persone che hanno collaborato al suo sequestro saranno denunciate pubblicamente.
Pubblicheremo le foto dei responsabili.
Abbiamo una memoria da elefanti, non ci dimenticheremo dei responsabili.

Invitiamo tutt* quell* che vogliono aiutare Amina a chiedere notizie su di lei all'ambasciata tunisina del proprio paese, ad interrogare le istituzioni per mail, per fax, per telefono.

Noi non smetteremo questa campagna fino a quando non saremo sicur* delle condizioni di Amina.
Noi non fermeremo questa protesta fino a che tutte le Tunisine ed i Tunisini potranno esprimersi liberamente senza paura di farsi perseguitare dalla polizia.

Per contattarci  : freeamina@gmail.com

http://freeamina.blogspot.fr/2013/03/adresses-qui-demander-des-explications.htm

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