01/11/11

Omsa, cronaca di una morte annunciata. Le operaie restituiscono le tessere Cgil

E' necessario costruire una mobilitazione unitaria di tutte le fabbriche e posti di lavoro in cui è attaccato il lavoro delle donne.
E' necessario, come la stessa esperienza delle operaie Omsa ci dice che questa mobilitazione non sia delegata alla struttura della Cgil, tantomeno alla sua direzione attuale nazionale, ma deve essere costruita dal basso, mettendoci in rete, coordinandoci e costruendo una giornata nazionale di lotta delle donne lavoratrici.
Facciamo di questa mailing list uno strumento per costruire la Rete e la mobilitazione.
Un forte abbraccio alle operaie OMSA.

le lavoratrici e disoccupate del MFPR Taranto

Da Il Fatto quotidiano: Omsa, cronaca di una morte annunciata. Le operaie restituiscono le tessere Cgil

"Siamo state abbandonate anche dalla Camusso".

"La produzione del gruppo Golden Lady - che si fregia ancora del marchio made in Italy - è trasferita totalmente in Serbia. La riconversione del sito produttivo resta un miraggio. Così è scomparsa dalla scena una delle ultime grandi industrie della Romagna.
Sono 242 le operaie ancora in forza allo stabilimento produttivo della Golden Lady Spa, di cui il marchio Omsa fa parte. Solo 30 di loro varcano i cancelli degli stabilimenti produttivi per 4 ore al giorno e intanto la sabbia nella clessidra della cassintegrazione continua a scorrere inesorabile. Restano solo 5 mesi al 14 marzo 2012, giorno in cui cesseranno gli ammortizzatori sociali. Intanto di soluzioni in vista neanche l'ombra.
Il 25 maggio e il 25 luglio sono stati organizzati due tavoli ministeriali, il primo a Bologna, il secondo a Roma, per rilevare e riconvertire il sito produttivo dell'Omsa. "Ci sono dei contatti" è il mantra che si sentono ripetere le operaie, ma quali non è dato loro sapere, per "una questione di riservatezza".
Da chi dipendano i loro guai lo sanno le operaie dell'Omsa. È diretta la denuncia della Filctem Cgil alla proprietà di Nerino Grassi, l'imprenditore di Castiglione delle Stiviere che "ha deciso di chiudere lo stabilimento di Faenza per continuare ad arricchirsi in Serbia, non rispettando l'accordo firmato al ministero dello Sviluppo economico il 18 febbraio scorso, il quale prevede di proseguire con la produzione ancora esistente e con la riconversione e rioccupazione delle lavoratrici".
Un gruppo ristretto di queste continua a portare avanti l'impegno quotidiano, per mantenere i riflettori accesi sulla vertenza. Iniziano però a serpeggiare i malumori di chi sente di aver giocato ormai tutte le carte: la via sindacale, l'apparizione mediatica, la realizzazione del documentario "Licenziata" per la regia di Lisa Tormena, le "brigate teatrali dell'Omsa", per raccontare attraverso il palcoscenico la favola nera dell'azienda, fino al boicottaggio dei negozi Golden Lady, presidiandone l'entrata nei sabati dello shopping.

Alcune operaie iniziano a nutrire anche una certa disillusione nei confronti dell'appoggio fornito dal sindacato. Non è stato chiarito ufficialmente dai vertici della Cgil perché sia stato rimosso dal suo incarico Idilio Galeotti, coordinatore Cgil del comprensorio faentino. Al sindacalista si deve la strategia, adottata sin dalla prima ora, che ha permesso alle lavoratrici di Omsa di arrivare ad Annozero e dare alla vertenza la eco che merita. Intanto molte operaie hanno restituito la tessera al sindacato, convinte che la mossa di 'far fuori' Galeotti sia da iscrivere in un contesto più ampio che giustifica -come si legge nel sito del Popolo viola di Faenza- "il sospetto che buona parte del mondo politico-istituzionale e sindacale avesse avallato da tempo la scelta di Golden Lady di chiudere l'Omsa e per questo avrebbe preferito il silenzio sulla vertenza".
Accuse di un certo peso che un'operaia, sul suo profilo di Facebook, non ha risparmiato neppure al segretario generale della Cgil Susanna Camusso: "È avvilente, le abbiamo provate tutte! Prima abbiamo chiesto, poi gridato poi anche minacciato e raccolto firme. Abbiamo protestato con la Cgil provinciale, con quella regionale e addirittura con la nazionale, ma anche la signora Camusso che sbandiera tanto i diritti delle donne non ha voluto aiutarci".
I problemi della faentina Omsa hanno ormai varcato i confini regionali e riguardano altri siti produttivi della Golden Lady. La multinazionale ha deciso di ridurre drasticamente la sua presenza in Italia: anche negli stabilimenti di Gissi (Chieti) e di Basciano (Teramo) sono in discussione centinaia di posti di lavoro e si prospetta il rischio chiusura..."
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