Lettera ai direttori degli Organi di Informazione
Al di là della vicenda giudiziaria, le lavoratrici, le disoccupate del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario di Taranto, che il giorno del funerale di Sarah, unica delegazione di donne da Taranto, hanno partecipato alla cerimonia, con lo striscione "PER SARAH, E' GIUSTO RIBELLARCI! BASTA CON LE VIOLENZE/UCCISIONI CONTRO LE DONNE", pensano che occorra che continui l'attenzione e la mobilitazione, soprattutto delle ragazze, degli studenti, delle donne perché non rientri ora tutto nella "normalità".
L'uccisione e la violenza subite da Sarah non affondano solo in una vicenda privata, né solo nella realtà di Avetrana; né si tratta di un "orco", per esorcizzare la realtà di tante ragazze e tante donne.
Quando gli "orchi" diventano tanti e sempre di più, soprattutto all'interno dei rapporti familiari, quando solo quest'anno vi sono 114 donne uccise, allora vuol dire che questa società capitalista è un "orco".
E non si tratta, come anche hanno gridato ad Avetrana alcuni compagni di Sarah nei giorni scorsi, di più repressione. Certo anche noi vogliamo che vi sia una giustizia per Sarah e non vogliamo vedere dopo qualche anno il suo assassino in libertà, ma dobbiamo andare alle vere cause di questa guerra di bassa intensità contro le donne. E queste si chiamano condizioni di vita generale delle donne che stanno andando indietro di 40 anni, si chiamano negazione dei diritti, della libertà, soppressione dei desideri delle ragazze di un mondo diverso per imporre falsi, deviati bisogni individuali, si chiamano doppia oppressione imposta alle donne, si chiamano normalizzazione di un humus maschilista, contro le donne; si chiamano anche patriarcalismo nel sud, ma in una situazione in cui le donne non accettano più, e per questo vengono uccise. Si chiama moderno medioevo imposto da Stato, governo, padroni, Chiesa.
Contro tutto questo è necessario che prima di tutto e soprattutto le donne si ribellino e unite trovino la forza di lottare.
Che il messaggio che abbiamo portato con lo striscione ad Avetrana, insieme ai messaggi di tante donne, collettivi arrivati da Bologna, Milano, Mantova, L'Aquila, Napoli, Palermo, ecc. che sabato abbiamo appeso negli applausi della gente nel campo sportivo, domenica durante la partita erano ancora lì, vuole dire che questi messaggi esprimono i veri pensieri, la rabbia, la volontà - oltre l'emozione per la morte di Sarah, che è di tutti, che è nostra - di tante donne, tante ragazze, che deve continuare oltre l'emozione.
Per questo stiamo pensando di proporre anche alle altre realtà di donne, di altre città, di organizzare nella nostra zona, possibilmente nella stessa Avetrana, una manifestazione a novembre in occasione della giornata internazionale contro la violenza sessuale alle donne, e a tre mesi dall’uccisione di Sarah.
Per Le lavoratrici, disoccupate del Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Taranto
Tiziana Acclavio, Teresa Viggiani, Raffaella Loperfido
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