18/10/10

Per un 25 novembre di lotta, contrastiamo sul campo e concretamente violenza e femminicidio

Noi pensiamo che, anche rispetto alle ultime svolte giudiziarie sull'uccisione di Sarah di Avetrana (TA), noi donne dobbiamo portare un altro messaggio:

Non lasciamo Sarah e le uccisioni e violenze sessuali, tante, troppe, contro le donne ai talk show e non deleghiamo la risposta alle investigazioni giudiziarie.
E' ora che le donne, le ragazze debbano ribellarsi e unendosi trovare la forza di lottare.

L'uccisione e la violenza subite da Sarah non affondano solo in una vicenda privata.
La RECENTE SVOLTA SUL PRESUNTO COINVOLGIMENTO DI SABRINA, indicato dal padre nella dinamica dell'uccisione di Sarah, se venisse confermato, non cambierebbe ma rafforzerebbe la necessità di un altro messaggio, di un'altra denuncia, di un'altra riposta.
Essa dimostrerebbe, se vogliamo, ancora di più che la morte, e la vita, di Sarah trovano le loro vere ragioni nella condizione di centinaia, migliaia di ragazze; nella realtà e concezione della famiglia, chiusa, oppressiva, da difendere anche quando è barbarie e morte, una famiglia in cui vige il possesso, la proprietà dell'uomo ed è l'espressione più concentrata dei ruoli e della oppressione delle donne che si esplicita in tutta questa società e che viene alimentata da questo sistema sociale capitalista e di moderno medioevo; trovano le ragioni nella condizione di tantissime ragazze, fatta spesso di vuoto, di soppressione ma anche deviazione dei desideri delle ragazze di un mondo diverso, ricco, libero, per imporre falsi, deviati bisogni individuali, che puntano a dividere le donne invece che trovare le ragioni comuni di ribellione e di lotta; trovano le ragioni nella concezione e condizione patriarcale nel sud, e non solo; ma in una situazione in cui le donne, le ragazze non la vogliono subire più, e per questo a volte vengono uccise.

Tutto questo rende giusto, necessario far sentire la voce delle donne.
E farlo quest'anno fare in occasione del 25 novembre, con una manifestazione diversa, una manifestazione lì dove questa realtà si è concretizzata in una tragica morte ma ha creato nello stesso tempo emozioni, rabbia, non solo a livello locale ma anche nazionale.
Per questo facciamo la proposta di fare questa manifestazione a Taranto - una città certo difficile a creare mobilitazione su questo terreno - perché in maniera simbolica ma anche speriamo significativa, ci sia un altro messaggio anche
in controtendenza con i messaggi da circo mediatico che sta coinvolgendo la stessa gente;
e ci sia un'altra risposta, quella giusta, quella della ribellione delle donne e della lotta,
perché non vogliamo che si parli "sulle donne"
ma vogliamo che siano le ragazze, le donne a cominciare a dire "basta" ai femminicidi.

Lanciamo questa proposta a tutte le realtà del movimento delle donne e femminista.
Ma è chiaro che essa si potrà realizzare solo se viene costruita insieme, soprattutto con quelle realtà che già si stanno mobilitando su questo terreno.
Fateci sapere cosa ne pensate.

Un forte saluto

Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario
Taranto

17.10.10

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