Come Hina, Sanaa, Samira, Almas
Così in tanti giornali e tg sull'uccisione di Begm Shnez e il tentato omicidio della figlia Nosheen.
Noi diciamo: come Barbara, Hina, Francesca, Samira, Mara, Anna, Carmela, Catia, Mariangela, Teresa, Jolanda....
Si sta utilizzando il clichè che serve a contrapporre una “cultura” retriva, oppressiva per le donne, con a base l' Islam a una “cultura” progressista, moderna, occidentale e cristiana in cui le donne sono libere, rispettate. Tutto sommato possiamo stare tranquille: noi italianissime non corriamo gli stessi pericoli che hanno ucciso Begm e ferito quasi a morte Nosheen, la ragazza pachistana che si è ribellata al matrimonio combinato. Si sa, la loro, comunque, è storia di mancata integrazione.
In questo paese, le campagne clerico-fasciste contro l'aborto, le politiche familistiche volte a far tornare le donne a casa, a far loro pagare doppiamente la crisi hanno attivamente contribuito ad alimentare concezioni oscurantiste e maschiliste e la lunga serie di uccisioni di donne, sopratutto al nord, è lì a testimoniarlo.
Dal dossier della due giorni a Taranto“Bagagli per un viaggio delle donne in lotta”:”...Le immigrate in Italia subiscono non una ma una triplice oppressione, come immigrate e come donne, in cui l'oppressione patriarcale si intreccia all'oppressione moderno/imperialista del nostro paese che vuole imporre la sua “(in)civiltà” violentando il corpo e la testa delle donne”
Per ogni donna offesa, stuprata e uccisa siamo tutte parte lesa.
Al fianco di Begm e di Nosheen
Al fianco di Begm e di Nosheen
Milano, 6 ottobre '10
mfpr - milano
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