"RIDATECI SARAH!", "Sarah ritorna presto", "Sarah ci manchi", "Sarah il tuo banco è vuoto".
Queste sono state soprattutto le frasi scritte sui cartelli nel sit in che
circa 50 studenti, soprattutto i compagni e le compagne di classe hanno voluto fare ieri mattina, per tutto l'orario scolastico, davanti alla scuola alberghiera di Maruggio, un paese vicino Avetrana in provincia di Taranto, per Sarah la ragazza di 15 anni scomparsa dal 26 agosto. "E' importante anche far capire a Sarah che le siamo vicini" - ha detto uno studente. Sono gli unici in questi giorni - in cui troppo presto altri nel paese l'hanno data per morta quasi per liberarsi di un peso - che mandano un messaggio non solo di preoccupazione, ma anche di solidarietà con Sarah, di speranza, che ancora dicono "speriamo di cuore che Sarah sia ancora viva"
Ma anche per fare questo sit in le ragazze e i ragazzi della scuola hanno dovuto rompere un clima brutto, in cui si chiede solo ancora più polizia, più carabinieri, più esperti e il silenzio di chi, vivendo la stessa vita di Sarah, invece potrebbe forse dire delle cose utili per ritrovare Sarah.
I compagni di Sarah hanno dovuto fare questo sit in rompendo il divieto del preside, Francesco Castronuovo, che all'inizio ha minacciato addirittura provvedimenti disciplinari per "diserzione delle lezioni", e poi vista la determinazione degli studenti si è dovuta accontentare di segnare l'assenza sul registro. Un preside che ha tolto l'incarico ad un professore perchè aveva rilasciato interviste e aveva osato dire che Sarah aveva litigava spesso con la madre; un preside di chiaro stampo gelminiano che sta pensando soltanto a contare i giorni di assenza dalla scuola di Sarah perchè "... c'è questa nuova norma secondo cui con 50 giorni di assenza si perde l'anno...". Ma che schifezza di persona! Un preside che ha creato un clima di ricatto tra gli insegnanti ("io posso rimuovere dall'incarico anche in corso d'anno... ogni decisione le prendo io, le direttive le do io... ora occorre calma e silenzio..."), tanto che nessuno ha partecipato al sit in dei compagni di Sarah.
Questo iniziativa è stata invece l'unica cosa bella, limpida, sincera di questi giorni in cui tutto il resto diventa sempre più oscuro e in cui ruolo di familiari più vicini, ruolo di maschi adulti, troppo grandi per Sarah, si fa sempre più ambiguo e preoccupante.
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Taranto
3.10.10
Queste sono state soprattutto le frasi scritte sui cartelli nel sit in che
circa 50 studenti, soprattutto i compagni e le compagne di classe hanno voluto fare ieri mattina, per tutto l'orario scolastico, davanti alla scuola alberghiera di Maruggio, un paese vicino Avetrana in provincia di Taranto, per Sarah la ragazza di 15 anni scomparsa dal 26 agosto. "E' importante anche far capire a Sarah che le siamo vicini" - ha detto uno studente. Sono gli unici in questi giorni - in cui troppo presto altri nel paese l'hanno data per morta quasi per liberarsi di un peso - che mandano un messaggio non solo di preoccupazione, ma anche di solidarietà con Sarah, di speranza, che ancora dicono "speriamo di cuore che Sarah sia ancora viva"
Ma anche per fare questo sit in le ragazze e i ragazzi della scuola hanno dovuto rompere un clima brutto, in cui si chiede solo ancora più polizia, più carabinieri, più esperti e il silenzio di chi, vivendo la stessa vita di Sarah, invece potrebbe forse dire delle cose utili per ritrovare Sarah.
I compagni di Sarah hanno dovuto fare questo sit in rompendo il divieto del preside, Francesco Castronuovo, che all'inizio ha minacciato addirittura provvedimenti disciplinari per "diserzione delle lezioni", e poi vista la determinazione degli studenti si è dovuta accontentare di segnare l'assenza sul registro. Un preside che ha tolto l'incarico ad un professore perchè aveva rilasciato interviste e aveva osato dire che Sarah aveva litigava spesso con la madre; un preside di chiaro stampo gelminiano che sta pensando soltanto a contare i giorni di assenza dalla scuola di Sarah perchè "... c'è questa nuova norma secondo cui con 50 giorni di assenza si perde l'anno...". Ma che schifezza di persona! Un preside che ha creato un clima di ricatto tra gli insegnanti ("io posso rimuovere dall'incarico anche in corso d'anno... ogni decisione le prendo io, le direttive le do io... ora occorre calma e silenzio..."), tanto che nessuno ha partecipato al sit in dei compagni di Sarah.
Questo iniziativa è stata invece l'unica cosa bella, limpida, sincera di questi giorni in cui tutto il resto diventa sempre più oscuro e in cui ruolo di familiari più vicini, ruolo di maschi adulti, troppo grandi per Sarah, si fa sempre più ambiguo e preoccupante.
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Taranto
3.10.10
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