LA GUERRA, di BASSA INTENSITA’ CONTRO LE DONNE non si ferma mai
Riceviamo e pubblichiamo questo articolo del MFPR-Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario.
Questo sito, seguendo da sempre una linea editoriale aperta ad
ogni dibattito, ad ogni posizione nel rispetto della libera scelta, uno
spazio di confronto, pur non condividendo l’ideologia né la metodologia
di questo gruppo lo posta come ulteriore riflessione al dibattito in
corso. (n.d.r.)
Luciana è morta, dopo le coltellate ricevute per strada a Milano
dall’ex marito. Questo femminicidio segue di pochi giorni il
femminicidio di Pamela sempre a Milano; ancora prima c’è stata Sueli
morta per essersi lanciata dal quarto piano di un palazzo a Milano nel
disperato tentativo di sfuggire all’incendio dell’appartamento appiccato
dal suo compagno…
E altre, altre ancora vengono uccise, soprattutto da ex mariti o compagni
LA GUERRA, di BASSA INTENSITA’ CONTRO LE DONNE non si ferma mai.
Come hanno detto le compagne del Mfpr durante la fiaccolata per
Pamela: “francamente, siamo stufe di sentir dire che ci vuole un cambio
culturale ed educativo… Il cambio culturale c’e’ già stato, ma in
peggio, quante prove volete? Non si tratta di sensibilizzare o di
educare, si tratta di RIBALTARE. Questo contesto non è neutro, con
questo governo si alimenta un clima di odio, di controllo, di possesso.
Un clima che non solo non protegge le donne, ma le espone, le isola, le
colpevolizza. Non è un caso isolato, è sistema e, per noi, questo
sistema va smantellato, non riformato”.
Istituzioni statali, le forze dell’ordine che dovrebbero proteggere, in
realtà sempre più sono complici. Tutti gli ultimi femminicidi vengono
dopo lunghi periodi di violenze fisiche e morali, di pesanti
maltrattamenti che tutti sapevano, che sapeva la polizia, i carabinieri,
ma vengono ignorati, sottovalutati.
A questo si unisce parte della magistratura – solo gli ultimi fatti: a
Verbania un uomo che minacciava ripetutamente la sua compagna dopo solo 4
giorni di carcere era stato liberato, posto agli arresti domiciliari
con il braccialetto elettronico, ma subito era tornato a molestare la
donna; a Macerata, un giudice aveva assolto un ragazzo dall’accusa di
stupro su una ragazza di 17, perché “la ragazza conosceva i rischi di
restare da sola in auto con lui”, poi “aveva già avuto rapporti, non era
vergine”. E stronzate di questo genere.
Per fortuna poi in entrambi i casi gli uomini sono stati nuovamente arrestati da altri magistrati.
Si potrebbe dire che queste istituzioni dovrebbero essere “educate”…, ma
non è possibile! Esse sono pregne di una logica verso le donne
bastarda, fascista – quanti sono i casi in cui carabinieri o poliziotti
hanno stuprato ragazze, donne? E la legge fa comunque ricadere la
responsabilità sulle donne.
Il caso di Pamela è esemplare: era stato accertato in un ospedale che
era stata massacrata dal suo ex compagno, ma non è successo nulla perché
“lei non aveva sporto denuncia”. Ma è una normativa assurda: tante
donne non denunciano per paura per loro e i loro famigliari, per
vergogna, per speranza di un cambiamento. Ma per lo Stato, se non
denunci, anche se i fatti sono evidenti, tu muori…
Poi c’è il governo, questo governo Meloni. L’ultimo intervento contro
le donne del governo è stato proprio durante i giorni del femminicidio
di Pamela: “L’approvazione di un emendamento al disegno di legge
Valditara sull’educazione sessuale nelle scuole, che ne estende il
divieto fino alla scuola media”, a proposito sempre di educazione.
I femminicidi, per il governo Meloni diventano solo occasione per una
ignobile azione politica che si carica da un lato di ipocrita demagogia –
ricordiamo il cosiddetto “reato di femminicidio”, proclamato giusto l’8
marzo scorso per appropriarsi della giornata di lotta delle donne, e
che non ha affatto ridotto le uccisioni delle donne; dall’altro di
norme, provvedimenti (come il “codice rosso”, frutto di una visione
paternalista, che arriva sempre e solo dopo che la donna è già stata
vittima di violenza.
Il sistema capitalista favorisce isolamento e individualismo,
distogliendo dalla necessità della lotta collettiva, unica strada per
vincere la paura individuale.
Con il governo Meloni, la situazione si e’ ulteriormente aggravata,
altro che soluzioni; l’humus fascista, di prevaricazione viene ogni
giorno alimentato, dalla stessa Meloni, da Roccella, da Salvini e i suoi
uomini, da Valditara, dalle uscite di La Russa (difensore del figlio
stupratore); e lascia campo libero all’humus di “uomini che odiano le
donne”, con la loro frustrazione verso le donne che vanno avanti, la
precarietà, ecc. questo alimenta la cultura maschilista che vede la
donna come “proprietà” dell’uomo.
In questo moderno fascismo si può anche tollerare che le donne lavorino,
siano “emancipate”, ma nel rispetto dello schema DIO/PATRIA/FAMIGLIA,
perche’ devono essere comunque e prima di tutto al servizio del mercato,
del capitale, dello Stato; di qui la questione di tutta la campagna
della natalità. Si vuole che le donne facciano figli per fornire le
braccia necessarie per il lavoro, meglio dire per lo sfruttamento e per
le guerre.
Oggi in questo sistema borghese barbaro, putrefatto, in crisi, è la
famiglia quella più in crisi, più questo governo Meloni la pone al
centro e più è in crisi, una crisi che è ideologica, politica, economica
, umana, e i rapporti di imbarbariscono.
Ma noi diciamo che è un bene che la famiglia sia in crisi! Perchè questa
famiglia per troppe donne significa oppressione senza fine, violenze
sessuali, morte. Questa famiglia sintetizza le caratteristiche più marce
del sistema capitalista, che sì utilizza concezioni patriarcaliste, ma
nella fase attuale i femminicidi sono prima di tutto espressione
concentrata di individualismo, competizione, prevaricazione, di reazione
alla voglia di indipendenza, rottura delle catene familiari, capacità
delle donne. Questa reazione è fascismo, moderno fascismo. E va chiamato
come tale!
Non si può eliminare il patriarcalismo senza eliminare il moderno
fascismo; e non si può eliminare il moderno fascismo senza rovesciare
questo sistema che genera a ritmo elevato “normali” mostri.
“Il moderno fascismo è l’edificazione a sistema di tutto ciò che è
reazionario, maschilista… Le violenze sessuali oggi sono interne ad un
clima politico, ad un humus sessista-razzista, sono quasi sempre spinte
dalla reazione degli uomini alle donne che vogliono ribellarsi, rompere
legami familiari oppressivi…” (Da “Uccisioni delle donne, oggi”).
In questo senso il problema è di comprendere oggi. Perché i femminicidi,
le uccisioni delle donne ci sono state sempre, anche in passato, ma i
femminicidi di oggi, hanno una caratteristica strettamente legata al
moderno fascismo, a un capitalismo, imperialismo, sistema in crisi che
proprio perché in crisi usa le manifestazioni più barbare, più orrende
per continuare ad imporsi. L’abbiamo visto nelle guerre, l’abbiamo visto
in Palestina, a Gaza, dove migliaia di donne sono state uccise,
massacrate, bombardate, con la complicità del governo Meloni. Ma queste
donne non contano, per il nostro governo non contano.
E allora com’è possibile pensare che questo governo, questo Stato possa
difendere le donne se esso stesso crea questa immane violenza che poi si
allarga alla violenza quotidiana degli uomini che odiano le donne.
Noi sappiamo bene che la violenza sulle donne non fa che proseguire le
discriminazioni nella vita, sul lavoro, il doppio sfruttamento e
oppressione, l’ingiustizia che subiscono la maggioranza delle donne in
questa società capitalista, e mai come in questo periodo la condizione
delle donne sta facendo passi indietro su lavoro, salario, sfruttamento
del lavoro domestico e di assistenza familiare, sullo scarico sulle
spalle delle donne di tutti i tagli alla sanità, dell’attacco ai servizi
sociali, ecc.
Tutto questo non fa che aumentare una condizione di oppressione, di
sfruttamento, di mancanza di diritti alle donne. E allora è veramente
osceno sentir parlare o leggere sui giornali quando ci sono i
femminicidi, quando ci sono gli stupri o quando le donne lavoratrici
muoiono sul lavoro, parole ipocrite.
Il governo, i padroni, lo Stato peggiorando quotidianamente questa
condizione, sono i principali responsabili della violenza contro le
donne, sono i mandanti dei femminicidi.
Non possiamo più aspettare. L’hanno detto le compagne del Mfpr a Milano:
diciamo basta, troviamo il modo di organizzarci sempre più numerose per
lottare, perchè tutta la vita deve cambiare!
A Milano c’è stata per Pamela una bella risposta del quartiere in cui
Pamela viveva. Tante donne, tante persone sono scese in piazza, e noi
insieme a loro..
Questo deve continuare, deve rafforzarsi; senza alcuna illusione, anzi
denunciando, lottando prima di tutto contro i responsabili che stanno al
potere, i mandanti che stanno al potere, contro le loro concezioni, le
loro pratiche, i loro provvedimenti.
La maggioranza delle donne può sembrare in alcuni momenti silenziosa,
poi ci sono i momenti in cui 500.000, 250.000 donne scendono in piazza e
gridano basta o noi diciamo: tutta la vita deve cambiare.
E allora non vi illudete voi che state al governo, non vi illudete
Meloni, Roccella, Salvini, La Russa, ecc. ecc., sappiate che le donne
quando lottano portano una marcia in più, una marcia in più che
pretende, che vuole rivoluzione, non vuole dei cambiamenti, dei
miglioramenti in un sistema che è in crisi, in un sistema che deve
essere rovesciato perché produce sempre più violenza, sempre più
oppressione, sempre più guerre in cui tante donne, tanti bambini vengono
massacrati.
Ci vuole la rivoluzione, ci vuole una rivoluzione per un’altra società,
una società nuova, una società in cui le donne possano veramente
decidere della propria vita.

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