31/10/25

SESSO SENZA CONSENSO: E' STUPRO


Dopo anni di campagne da parte dei gruppi per i diritti delle donne, la Francia ha ridefinito il reato di stupro, stabilendo chiaramente che il sesso senza consenso è stupro. Il parlamento francese ha definitivamente approvato una modifica al codice penale che inserisce la nozione di “consenso” nella definizione di stupro e aggressione sessuale.
Fino ad ora, la legge francese richiedeva la prova di violenza, minaccia o coercizione per configurare uno stupro il che significava che innumerevoli sopravvissute venivano private della giustizia. La definizione di stupro si fondava infatti sulla violenza intesa come forza “invincibile” o abuso di autorità, senza mai menzionare il consenso.
Il testo approvato definitivamente mercoledì dice che è stupro «qualsiasi atto sessuale non consensuale», rendendo di fatto il consenso delle persone coinvolte il fattore determinante che distingue un rapporto sessuale da una violenza.
E se questo è avvenuto è soprattutto grazie al coraggio e alla lotta di attiviste femministe sopravvissute alle violenze e non da ultimo dalla potenza e dalla fiera dignità di Gisèle Pèlicot.
Questo cambiamento sposta finalmente l’attenzione da come la vittima ha agito, resistito all’atto sessuale a se abbia dato o meno il consenso. La legge specifica che il consenso deve essere «libero e informato, specifico, preventivo e revocabile» e che non può essere dedotto dal silenzio o dalla mancata reazione dell’altra persona: in altre parole, che una persona deve dare liberamente il suo esplicito consenso per ogni atto sessuale.
Il problema della precedente legge era che escludeva molti casi di violenza sessuale, in particolare quelli che avvengono in contesti familiari o amicali — quindi non necessariamente “a sorpresa” — e senza un’evidente minaccia o coercizione fisica. In queste situazioni, la violenza si manifesta spesso attraverso pressioni psicologiche o dinamiche di potere che impediscono alla persona di reagire.
In molti casi, chi subisce una violenza sessuale sperimenta una paralisi momentanea, nota come freezing (“congelamento”): una reazione istintiva e incontrollabile dettata dalla paura e dal trauma. Tuttavia, questa risposta fisiologica viene ancora troppo spesso interpretata nei processi come un segnale di consenso implicito, negando così la realtà del vissuto della vittima.
Viviamo da secoli in una società fondata sulla cultura dello stupro come viene definita la tendenza condivisa e radicata a banalizzare e giustificare le violenze sessuali ma l’adozione di questa legge rappresenta un passo avanti storico per costruire una cultura del consenso: quando non dici di sì, è no. Quando dici di sì perché hai paura, è no… L’unico sì che conta è un sì libero.
È molto più di una riforma: è una piccola rivoluzione.
Con la nuova legge sullo stupro, la Francia rompe un sistema che per decenni ha chiesto alle vittime di dimostrare la violenza invece di riconoscere la mancanza di consenso.
È un cambio di paradigma culturale e politico che finalmente mette al centro la libertà e l’autodeterminazione delle persone. Il consenso non è un dettaglio: è il cuore della giustizia.
In Francia il consenso non è facoltativo: è legge.
L’Italia continua a non includere il concetto di consenso nella propria legislazione sullo stupro ma in un Paese in cui scelte politiche e culturali, ogni giorno, limitano la libertà delle donne, un Paese in cui i diritti fondamentali vengono messi in discussione, un Paese in cui la libertà femminile è attaccata o ridicolizzata, la violenza trova spazio, linguaggio e legittimazione, e la tutela.

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