25/07/25

Sul reato "femminicidio" - una prima nota

Al Senato è stato approvato il disegno di legge che introduce il reato autonomo di femminicidio (art. 577-bis c.p.), punito con l'ergastolo quando l'omicidio di una donna è motivato da odio, dominio, possesso, rifiuto o limitazione della libertà in quanto donna.

Ci riserviamo di commentare punto per punto questo Ddl. 
L'aspetto positivo è indubbiamente il fatto che per la prima viene indicato come reato a sè il femminicidio; questo riconoscimento giuridico era inevitabile a fronte della guerra di bassa intensità quasi quotidiana contro le donne - che non può essere paragonata ad altri omicidi; esso è frutto essenzialmente delle grandi mobilitazioni delle donne, che almeno su questo hanno imposto dopo anni e anni la visione delle donne. 
MA a parte questo, restano forti dubbi anche nel merito, e soprattutto non riteniamo affatto che questo Ddl possa frenare, contrastare i femminicidi. 
La prima questione è che ciò che viene sottolineato come positivo, il fatto che è passato all’unanimità, è invece negativo. 
Questa ipotesi di reato è stata proposta del Ministro della giustizia Carlo Nordio, del Ministro dell'interno Matteo Piantedosi, dal Ministro per la famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella e dal Ministro per le riforme istituzionali e la semplificazione normativa Maria Elisabetta Alberti Casellati. Tutti ministri reazionari, con concezioni e posizioni integraliste, esponenti esemplari di un governo, della Meloni, fascista che ha nel suo dna la considerazione della donna quale macchina riproduttrice, che esalta il ruolo nella famiglia della donna.
Come questi possono partorire una buona legge? Ma su questa legge, sul corpo delle donne, guarda caso, destra/fascisti e opposizione/cosiddetta "sinistra" hanno trovato la loro unità, affermando che non c'è nessuna differenza tra valori di destra e di sinistra. Un voto unitario esaltato da Ignazio La Russa (quello con un figlio sotto processo per stupro).  
Diremmo anche in questa occasione: "Non in nostro nome!".
La Meloni l'8 marzo aveva annunciata la legge come uno spot autopropagandistico, e ora continua a farlo: «L’Italia - ha detto - è tra le prime nazioni a percorrere questa strada (il che non è per niente vero), siamo convinti possa contribuire a combattere una piaga intollerabile».
Altre questioni riguardano l'uso, anche questo più propagandistico che sostanziale, delle norme e strumenti repressivi - una azione che non è altra cosa dalle logiche che hanno partorito i decreti sicurezza di Meloni/Salvini; così come la casistica dei casi che possono essere considerati femminicidi rischiano - come già avviene in alcuni processi - di introdurre discriminazioni e di metter sotto processo i comportamenti della donna.
Ma il problema è più generale. Riguarda l'intera condizione delle donne. 
Le donne subiscono violenza generale e quotidiana, dallo Stato, dal governo. La violenza economica verso le lavoratrici, fatta di precarietà, dipendenza economica dalla famiglia, quella famiglia in cui poi troppe trovano la morte, è la base oggettiva sempre più attuale della condizione di doppia oppressione della maggioranza delle donne. 
Dobbiamo andare alla radice, che è il moderno fascismo del governo Meloni, il sistema capitalista e imperialista che produce orrore senza fine.
Meloni, all'insegna di "IO donna, madre, cristiana", propaganda, vuole imporre un modello, valori di donna da prendere ad esempio, valori di destra: essere bianca, occidentale, cristiana, razzista verso le immigrate, fregarsene/schifare le donne povere, ecc. Salvini, Roccella, Valditara vogliono una famiglia fatta rigidamente di uomini e donne italiani, conservatrice; una scuola basata sul suprematismo dei valori/cultura cristiani e occidentali. 
Costoro non possono impedire i femminicidi, perchè fomentano un humus che produce sempre più uomini/omuncoli che odiano le donne
Questo sistema borghese, capitalista non può dare nessuna soluzione ai reali problemi della maggioranza delle donne. E i femminicidi, leggi o non leggi, aumenteranno. La borghesia si è oggi vestita da donna, ma non è il fatto di essere donne, ma la classe sociale a cui si appartiene che stabilisce quali interessi si portano avanti e verso chi.
Nella fase attuale di crisi, guerre imperialiste, genocidio in Palestina, morte/orrore verso le donne palestinesi, non è possibile all'interno dei paesi imperialisti, come il nostro, mettere un freno all'odio verso le donne, alla reazione fascista verso le donne che vogliono rompere le catene. 
Per mettere fine ai femminicidi, dobbiamo fare una rivoluzione!

Nessun commento: