21/07/25
Trump ha deciso di distruggere quasi 10 milioni di dollari di contraccettivi destinati alle donne all’estero - info da fanpage
20/07/25
18/07/25
Lavoratrici e lavoratori dei supermercati Lidl in sciopero e sit-in a Taranto - Solidarietà dalle lavoratrici Slai cobas
Da Taranto Buona sera
Supermercati Lidl, braccia incrociate a Taranto e provincia: sciopero e sit-in dei lavoratori
Oggi
per l’intero turno di lavoro, le lavoratrici e i lavoratori impiegati
in tutti i punti vendita LIDL di Taranto e provincia, sono in sciopero,
accompagnato da un sit-in dalle 9.30 alle 12.00 davanti al supermercato
di via Mediterraneo, in risposta al nuovo nulla di fatto registrato al
tavolo nazionale sulla trattativa per il contratto integrativo
aziendale.
Il nuovo sciopero arriva a meno di una settimana dalla
riunione del 10 luglio, convocata a livello nazionale per discutere
della parte economica del contratto integrativo, e naufragata per
l’ennesima volta davanti alla proposta ritenuta “irricevibile” da parte
di LIDL. «A fronte di richieste legittime che vanno da 100 a 300 euro,
l’azienda ha messo sul tavolo soltanto poche decine di euro in buoni
spesa, ignorando completamente il carico crescente imposto al
personale», hanno spiegato i rappresentanti sindacali.
Oltre al tema
salariale, le organizzazioni sindacali lamentano l’assenza di progressi
sull’organizzazione del lavoro e sulla gestione delle flessibilità per i
contratti part time.
I sindacati confermano che la mobilitazione
non si fermerà, e che continueranno a sostenere i lavoratori finché non
verranno riconosciuti diritti e dignità a chi ogni giorno garantisce il
funzionamento della catena commerciale.
14/07/25
Alla Beretta - Mozione contro il riarmo - e lotta delle operaie va avanti, si estende nonostante minacce e strappa risultat
SALUMIFICO BERETTA: MOZIONE OPERAIA CONTRO RIARMO E GUERRA E MASSIMA ATTENZIONE CONTRO L’APPALTO E LA REPRESSIONE
Nella fabbrica che i padroni propagandano con una pressante campagna come un grande successo economico imprenditoriale, di cui si accollano i meriti relegando le operaie al ruolo fuori campo di chi si consuma muscoli nervi e cervello nei reparti a produrre la ricchezza dei padroni, come se fosse un destino immutabile, il messaggio delle mobilitazione è esattamente il contrario: No, la lotta di classe è proprio per conquistare un mondo senza sfruttamento, per questo i padroni da sempre la temono.
Nell’assemblea dell’appalto è stata condivisa la mozione operaia, contro il riarmo e la guerra, di solidarietà alle popolazioni bombardate dall'imperialismo, per la fine del genocidio in Palestina, lavoro non guerra, no al carovita, fondi per il lavoro, salari, sanità, servizi sociali… diffusa alla portineria per tutte le operaie, e spiegata l’attività del sindacato per una presa di posizione dei lavoratori attraverso la mozione, con la sua diffusione, le firme, dove possibile, come un primo passo, o come un passo in avanti, verso la mobilitazione generale, fino allo sciopero generale, contro la guerra dei padroni e il loro governo della guerra, oggi incarnato dal 5% per gli armamenti.Due fatti, un accordo sindacale importante per 140 internalizzazioni ad una fabbrica ‘gemella e concorrente’ del Salumificio, la Rovagnati e pure a pochi kilometri di distatnza, una nuova inchiesta della Procura Milanese ‘sui serbatoi di manodopera’ inteso come il sistema degli appalti, questa volta alla Rhenus, hanno attraversato il Salumificio F.lli Beretta nei giorni appena passati, per effetto dei naturali collegamenti, sia attraverso le iniziative e le denunce dello Slai Cobas.
Alla Rovagnati la mobilitazione delle operaie e degli operai ha
spinto Cgil e Cisl ad un accordo per 140 internalizzazioni, fine dell’appalto e paga migliore, con i sindacalisti in evidenza nei quotidiani a propagandare tutti i vantaggi e i miglioramenti di questa intesa: “I vantaggi principali per le lavoratrici e i lavoratori internalizzati saranno anzitutto una maggiore stabilizzazione dell’attività lavorativa all’interno di Rovagnati e l’applicazione, a partire dalla data di assunzione, del Contratto Collettivo Nazionale dell’Industria Alimentare”. “A questi elementi si aggiungono tutti i benefici previsti dalla contrattazione integrativa aziendale, rinnovata nel novembre 2023, che introduce importanti trattamenti migliorativi: permessi a sostegno della salute e della genitorialità, ticket sostitutivi della mensa negli stabilimenti che ne sono sprovvisti, indennità specifiche per le mansioni esposte a condizioni di freddo o gelo e, non da ultimo, un premio di risultato pari a 1.750 euro per il 2025…Parlano degli effetti che porta questo accordo ma il rovescio della medaglia sono i loro stessi accordi sindacali che fanno da sponda agli appalti, che negano una contrattazione aziendale adeguata, o la espropriano per un accordo bidone come quello alla Beretta firmato senza e contro le operaie da Cgil e rispettive delegare per 2.19 euro lordi in busta paga al mese. Un accordo che ha la stessa logica dei pochi centesimi per i riders di Glovo (poi ritirato) per farli lavorare a 40° nelle ore centrali più calde: paga bassa e miseri incentivi per spingere le lavoratrici ai turni più disagiati, agli straordinari per la massima flessibilità.
Un accordo che stiamo contestando, da rendere inattuabile, da annullare, per una nuova piattaforma operaia approvata nell'assemblea operaia. Ma Cgil per restare in sella sta facendo leva sulle operaie che cercano vantaggi personali alle spalle delle colleghe, operaie che li lasciano fare, li seguono silenziose… aspettando promesse meschine.
Mentre a propostito della nuova inchiesta Rhenus sugli appalti è significativo l’articolo pubblicato dal Corriere Milano che parla di 612 milioni recuperati, di 49.000 lavoratori stabilizzati, di fatto per effetto delle inchieste. Che si riferisce anche a quella del 2022 alla Beretta di Trezzo, confermando quanto Slai Cobas sta denunciando e contrastando da tempo: nel gruppo Beretta si sta praticando in qualche misura una certa ‘uscita dagli appalti’, gli accordi ci sono già stati alla Del Zoppo, produttrice di Bresaole in Valtellina, alla Wuber di Medolago, produttrice di wurstel e prosciutti, ma al Salumificio di Trezzo con i sindacati confederali che di fatto reggono il sacco in mille modi al padrone, si temporeggia nel tentativo di ‘far fuori dalla fabbrica il gruppo cobas’, con incentivi o con la repressione, prima dell’internalizzazione.
Vedi precedente articolo: https://cobasperilsindacatodiclasse.blogspot.com/search?q=beretta&max-results=20&by-date=true
Tocca una tocca tutte!!!
Portiamo la denuncia e l'appello della donna palestinese in ogni manifestazione, iniziativa
Dall'intervento nella manifestazione di sabato 12/7 a Milano
“...Io non ne posso più di vedere tutti questi crimini. Bambini vengono ammazzati, mentre aspettano la farina. Oggi cinque bambini, saranno fratelli, cugini, vicini. E non è il primo caso.
Ogni giorno sentiamo una storia nuova. Ogni tanto vorremmo sentire una bella notizia di qualche macellaio che è sparito dal mondo. Invece no. Sentiamo massacri dopo massacri. E tutto il mondo è silenzioso…
La verità è che in tutto il mondo sono complici. E non vogliono che questo genocidio finisca.
Hanno degli interessi, interessi economici, sulle spalle dei gazawi. Andate al diavolo!
Dicono: lasciamoli morire. Noi vogliamo ciò che c'è a Gaza. La prima cosa che vogliono è il gas a Gaza…
Perché tutta questa ingiustizia da parte vostra? Perché l'Occidente che vede tutti questi massacri non dice una parola? Noi vediamo tutte le sere tutte queste donne a piangere i loro figli, i loro mariti. Ma fino a quando dobbiamo sentire questa situazione? Ditemi voi fino a quando? Io non ne posso più.
Voglio fare una cosa di più. Più di fare manifestazioni, anche se non sono cose da sottovalutare.
Ma tutto questo richiede una rivoluzione! Da parte tutto il mondo.
Vogliamo lanciare una cosa, una cosa seria. Vogliamo stare per tante notti in strada. Fermiamo il traffico. Non facciamo passare le macchine. Finchè non trovano una soluzione.
Chi vuole fare questa cosa qua? Mettiamoci d'accordo. Io sono la prima che voglio fare questa cosa. Io non voglio più tornare a casa.
Non se ne può più. Questi bambini pieni di farina, mischiata al sangue. Dannazione a questa ipocrisia!
Ogni sabato veniamo a parlare. Ma fino a quando? Stiamo parlando con i muri.
C'è una bambina. Le sue parole mi hanno toccato tantissimo. Diceva: Oh mondo, ci vedi? Ci senti? Ma mi sa che siete tutti sordi. Tutti ciechi… Ma fino a quando? Io personalmente ho perso la pazienza.
Perché io voglio una soluzione. Dal governo Meloni. Dal governo dell'Europa. Dall'Occidente. Dagli Arabi. Basta stare lì a dormire!
Un caro saluto alla nostra resistenza, che la stanno facendo morire, perché sta lì a difendere la terra con le armi. Viva la nostra resistenza!
Viva le nostre donna. Vivano i nostri uomini. Viva i nostri bambini!
Gaza rimarrà viva. Palestina rimarrà viva. Alla fine rimarrà la Palestina!"
Ma quale "contro le guerre" - Occorre essere chiari, basta con le ipocrisie, ambigue e opportuniste
Dal blog proletari comunisti
Perchè c'è differenza tra la guerra in Ucraina e il genocidio in Palestina - Editoriale
I
mass media, i telegiornali mettono di fatto sullo stesso piano
l'Ucraina e Gaza, tutte e due interne ad una "guerra" generica. Ma
questo è parte della propaganda borghese. Il problema è che anche in
alcune mobilitazioni si dicono parole d'ordini, si
portano contenuti ambigui, si parla genericamente di "guerra", a cui
viene controproposta la "pace", non la resistenza armata dei popoli.
Tutto
questo ha l'effetto di sminuire il genocidio in corso in Palestina e di
sottrarsi opportunisticamente dal necessario schierarsi, senza se e
senza ma, dalla parte della resistenza palestinese.
In
Ucraina, l'abbiamo detto dall'inizio, è in atto una guerra inter
imperialista per interposta persona del governo Zelensky, che vede da un
lato imperialismo americano/Nato, con la collaborazione attiva di tutti
i paesi imperialisti della UE e altre potenze occidentali, dall'altro
l'imperialismo russo: sono due eserciti imperialisti che si combattono
(chiaramente come tutti gli eserciti imperialisti impongono il
reclutamento forzato e fanno morire tantissimi giovani da una parte e
dall'altra). L'obiettivo è una nuova spartizione del mondo, per il
possesso/controllo delle fonti energetiche, delle materie prime
fondamentali, delle vie di transito; con all'orizzonte una nuova guerra
inter imperialista per i profitti e il dominio nel mondo.
Per
questo si fanno Conferenze a ogni livello, per questo gli Usa e tutti i
paesi imperialisti occidentali mandano fondi e armamenti all'Ucraina,
per questo vi sono le sanzioni alla Russia (al di là della loro
efficacia), per questo un "attore comico", Zelensky, amico di nazisti,
diventato presidente dell'Ucraina, va ad ogni consesso, gira il mondo,
fa incontri con i capi di Stato e di governo (al di là poi dei risultati
concreti). Viene ricevuto in Italia con gli onori dal Presidente
Mattarella, che va al di là della sua funzione, promettendo più
sostegni; viene ricevuto dal nuovo burocrate Papa Leone IVX che dicendo 3
volte "pace" pensa di "lavarsi la coscienza".
In Palestina, a
Gaza, in Cisgiordania è in atto una feroce guerra genocida contro
l'intero popolo palestinese, per schiacciarlo, deportarlo, cacciarlo dai
suoi territori, per l'occupazione da parte di Israele dell'intera area,
per rafforzare nel Medio Oriente l'imperialismo, tramite l'egemonia
militare, politica della "Grande Israele", e imporre nelle nazioni
dell'area regimi sempre più al servizio delle mire imperialiste, che
chiaramente anche qui hanno al fondo grossi interessi economici,
geostrategici.
In Palestina tutti gli imperialisti, in primis
chiaramente quello Usa, sono uniti, sono complici, sostengono
militarmente, politicamente Israele. Non c'è, almeno per ora, una guerra
inter imperialista, ma una guerra di Israele e dei paesi imperialisti
contro un intero popolo, che si estende verso quei paesi, adesso l'Iran,
che non vogliono ora accettare i diktat, la supremazia
dell'imperialismo Usa e del suo avamposto nell'area, Israele.
Qui
non ci sono grandi Conferenze internazionali, come l'ultima sulla
"ricostruzione e più armi a Zelensky", con tutti i capi imperialisti a
fare show, e la servetta Meloni a dire sempre Si a Trump. Non ci sono
sanzioni ad Israele - anzi, i mandati di arresto della Corte Penale
Internazionale sono "non pervenuti" e Netanyahu può girare in Europa,
come negli Usa. Non ci sono i Mattarella e il papa a ricevere
rappresentanti del popolo palestinese. Al massimo ci sono tentativi di
Tavoli per un "cessate il fuoco" momentaneo che ora sempre più si
rivela, anche se venisse attuato, non una boccata d'ossigeno per le
migliaia di morti, per la morte lenta e inesorabile per fame, sete,
mancanza di medicine, di centinaia di bambini, donne, uomini; ecc, per
le distruzioni, ma, come scrive anche qualche giornalista:
un’opportunità tattica per consolidare il controllo territoriale su
Gaza, per aumentare l'azione criminale di Israele, gli assassinii
nazisti delle belve dei coloni in Cisgiordania, per rafforzare i piani
strategici di "pulizia etnica" di Gaza.
La "ricostruzione",
mentre per l'Ucraina sono miliardi (certo, pochissimi e di cui
beneficeranno essenzialmente le grandi Multinazionali del paese e dei
paesi imperialisti, con l'Italia della Meloni che cerca di farsi largo,
beneficeranno gli oligarchi ucraini, non la popolazione ucraina; e
ancora fondi per gli armamenti scaricati da Trump, tramite Nato, sui
paesi europei); per Gaza sono le mega prigioni/lager in cui rinchiudere
migliaia di Palestinesi in attesa della completa deportazione, e la
ricostruzione sarebbe esplicitamente per fare di Gaza, liberata dai
palestinesi, un giardino di lusso per i coloni e i ricchi stranieri.
Per
tutto questo, il cuore della solidarietà, del sostegno alla resistenza,
della lotta contro i mostri imperialismi è e non può che essere la
Palestina. Se il popolo palestinese, nonostante la terribile situazione,
resiste e frena i piani genocidi di Israele e imperialisti, dà un
enorme aiuto a tutti i popoli, i proletari oppressi, compreso il popolo
ucraino, che deve liberarsi dall'imperialismo e dal governo fantoccio di
Zelensky, assetato di armi.
proletari comunisti
13 luglio 2025
13/07/25
Mfpr Milano - "passeggiata" al mercato: "a fianco delle donne palestinesi": la gente si ferma, ci ascolta, ci chiede, ci incoraggia...
Questo venerdi appena trascorso, la passeggiata è stata travolgente: la gente si ferma, ci ascolta, ci chiede, ci incoraggia. Qualcuno dissente, ma anche nel confronto nasce qualcosa. Noi ci siamo, e rispondiamo con passione, con idee, con proposte concrete.
Per esempio, la compagna discutendo con alcuni fruttivendoli alla domanda " che possiamo fare? Dobbiamo lavorare? E' venuto fuori perché non esporre una piccola bandiera palestinese? Un simbolo discreto ma eloquente, per dire che non è vero che nessuno si oppone, che non tutti tacciono davanti a questo governo e a crimini che ci straziano. Ogni gesto conta, ogni voce può farsi eco.
Dalle compagne Mfpr Mi
12/07/25
"Violentateli con una sbarra arrugginita": il messaggio inviato alle truppe israeliane su un sacco di caffè riceve supporto online
Da https://www.middleeasteye.net/news/rape-them-rusty-bar-message-sent-israeli-troops-coffee-bag-draws-online-support
Gli utenti israeliani approvano un messaggio che incita alla violenza sessuale contro i palestinesi a Gaza
Un messaggio inviato ai soldati di Gaza li incita a violentare i palestinesi "con una spranga di ferro arrugginita fino a farli sanguinare"
Un messaggio contenente un appello allo stupro dei palestinesi , scritto su una confezione di caffè che si dice sia stata inviata ai soldati israeliani a Gaza, ha riscosso ampio sostegno online da parte degli israeliani.
"Ai nostri coraggiosi soldati", si leggeva sulla confezione del caffè, pubblicata martedì sui social media.
"Violentali nel culo con una spranga di ferro arrugginita finché non ne esce sangue, grazie per averci protetti. Michal, seconda elementare", concludeva il messaggio, in un modo che avrebbe dovuto imitare la lettera di un bambino.
Il giornalista indipendente israeliano Daniel Amram ha dichiarato in un post su Instagram che i soldati avevano effettivamente ricevuto il sacchetto di caffè. In seguito ha cancellato il post.
Middle East Eye non è stato in grado di verificare in modo indipendente l'autenticità dell'immagine o le affermazioni ad essa correlate.
Prima che il post venisse rimosso, aveva ottenuto un notevole coinvolgimento, tra cui il sostegno di alcuni utenti dei social media.
"Che istruzione, che lingua, mi piace", si legge in un commento.
Un altro ha affermato: "Ecco come educherò i miei figli", ricevendo più di mille "Mi piace".
Un terzo utente ha aggiunto: "Fin da piccolo, ogni ebreo dovrebbe essere educato ad odiarli", riferendosi ai palestinesi.
Fin dallo scoppio della guerra a Gaza, gruppi della società civile e scuole israeliane hanno regolarmente inviato pacchi di assistenza ai soldati, spesso contenenti cibo, vestiti e lettere scritte a mano dai bambini.
Queste iniziative mirano a risollevare il morale delle truppe durante quella che è diventata la guerra più lunga nella storia di Israele.
L'USO DELLA VIOLENZA SESSUALE DA PARTE DI ISRAELE
La tolleranza verso la violenza sessuale contro i palestinesi non è rara in Israele. L'anno scorso, decine di manifestanti di destra hanno fatto irruzione nel famigerato centro di detenzione israeliano di Sde Teiman dopo che diverse guardie del centro erano state arrestate perché sospettate di aver violentato un detenuto palestinese.
Le guardie erano accusate di aver lacerato, con un oggetto appuntito il retto del palestinese, provocandogli ferite potenzialmente letali.
L'irruzione a Sde Teiman, guidata dal membro della Knesset Tzvi Succot del Partito Sionista Religioso, ha ricevuto il sostegno della destra israeliana. Ad oggi, è in corso il processo a cinque guardie presso un tribunale militare.
"Sde Teiman, come sanno tutti coloro che ci sono stati, è un campo di tortura sadico. Decine di detenuti vi sono entrati vivi e ne sono usciti in sacchi", ha scritto un soldato riservista che era presente nella struttura.
Dall'ottobre 2023, più di 70 detenuti palestinesi sono morti nelle carceri israeliane a causa delle torture diffuse.
Secondo un'inchiesta del notiziario israeliano HaMakom, dall'inizio della guerra, i soldati israeliani hanno arrestato circa 7.000 palestinesi di Gaza.
Secondo HaMakom, i palestinesi, tra cui donne, bambini e anziani, sono stati arrestati senza prove del loro coinvolgimento in attività militari contro Israele. Da allora, poco più di 2.500 palestinesi sono stati rilasciati e riportati nell'enclave assediata. Alla fine di maggio, 2.790 cittadini di Gaza erano ancora trattenuti nei centri di detenzione israeliani, 660 dei quali a Sde Teiman.
Un rapporto della Commissione d'inchiesta delle Nazioni Unite pubblicato a marzo afferma che "Israele ha sistematicamente fatto ricorso a violenza sessuale, riproduttiva e altre forme di violenza di genere dal 7 ottobre 2023".
Il rapporto ha rilevato che in Israele è presente "un modello di violenza sessuale, compresi casi di stupro e altre forme di violenza sessuale, tortura e altri atti disumani che costituiscono crimini di guerra e crimini contro l'umanità".
"Specifiche forme di violenza sessuale e di genere, come lo spogliarello forzato in pubblico e la nudità, le molestie sessuali, tra cui le minacce di stupro, nonché le aggressioni sessuali, fanno di fatto parte delle procedure operative standard delle ISF [Forze di sicurezza israeliane] nei confronti dei palestinesi", si legge nel rapporto.
Taranto - Processo agli autisti Amat per violenze sessuali - Presidio del Mfpr
10/07/25
Il lavoro centrale del Mfpr in questi mesi estivi
08/07/25
07/07/25
Torino - Il Tar boccia la "Stanza dell’ascolto" dei pro-vita e boccia anche la Regione - Bene! Una battaglia vinta e da generalizzare
Gli antiabortisti devono andarsene. Grande vittoria per i movimenti, ma la battaglia è ancora lunga
La famigerata Stanza dell’ascolto all’ospedale Sant’Anna di Torino, regalo della Regione ai movimenti antiabortisti e ariete di sfondamento per portare la propaganda pro-vita nelle strutture sanitarie, dovrà chiudere. Accolto il ricorso al Tar presentato da Cgil e dal movimento Se non ora quando? di Torino: l’accordo tra Città della salute e i movimenti antiabortisti è illegittimo.
Un giusto epilogo per la vicenda e una giusta ricompensa per la grande mobilitazione dei movimenti sociali, impegnati ormai da diversi anni a contrastare le derive medievaliste portate avanti dalla giunta regionale e in particolare dall’assessore di Fratelli d‘Italia Maurizio Marrone, da sempre il più attivo nel mettere i bastoni tra le ruote all’autonomia corporea di ognunə.
«La grande mobilitazione regionale contro la stanza dell’ascolto ha saputo fare grandi pressioni e ha vinto – commentano dal movimento transfemminista Non una di meno –. Dopo la grande giornata di lotta del 28 settembre, in cui dopo 40 anni dall’ultima occupazione centinaia di donne, persone trans+ e alleatə hanno occupato per un pomeriggio la struttura ospedaliera denunciando la gravità di un presidio antiabortista all’interno di un ospedale pubblico, le mobilitazioni per un aborto libero sicuro e gratuito sono continuate in tante forme, tra cui il ricorso al Tar che oggi ne ha decretato l’illegittimità. Salutiamo con un "grande sorriso" l’assessore Maurizio Marrone che tanto si è speso per questo abominio e porta a casa l’ennesimo buco nell’acqua. La lotta per un aborto libero, sicuro e gratuito per tutte non finisce qui. Adesso smantelliamo pezzo per pezzo il fondo Vita nascente, pretendiamo il rifinanziamento dei consultori pubblici, l’applicazione della legge regionale sulla contraccezione gratuita, la somministrazione della pillola Ru486 in tutti gli ospedali e consultori».
La sentenza rappresenta una netta battuta d’arresto per l’ondata antiabortista piemontese, iniziata nel 2020 proprio dall’allora neo assessore Marrone con il divieto per i consultori di fornire la pillola per l’aborto farmacologico Ru486, e continuata con il Fondo vita nascente (1 milione di euro l’anno per le associazioni antiabortiste) e la Stanza dell’ascolto. Una sconfitta che non segna però la fine della battaglia: similmente a quanto accaduto negli ultimi tempi con il dl Sicurezza, non ci si può aspettare di fermare le ondate reazionarie grazie al potere giudiziario. Al massimo si possono rallentare. La lotta deve continuare anche e soprattutto nelle strade, nelle piazze, dentro e fuori ai palazzi del potere. Chissà se, senza una mobilitazione popolare forte e decisa come quella vista in questi anni, il giudizio del Tar sarebbe stato lo stesso.
In questi ultimi anni la visione del mondo reazionaria e vetero patriarcale, fino a 10 anni fa in netta fase regressiva, è tornata a imporsi grazie al risorgere dell’estrema destra: feticismo acritico per la famiglia etero patriarcale, spauracchio della sostituzione etnica, demonizzazione di tutto ciò che ha a che fare con gli ultimi 50 anni di studi di genere.
Del resto non stupisce l’ossessione dell’estrema destra, non solo italiana, per la procreazione: il recente decreto flussi, con il quale si aprono le porte a 500mila lavoratori stranieri, dimostra ancora una volta come il governo Meloni sia consapevole che non risolveremo il calo demografico italiano con le misure da operetta fascisteggiante dell’assessore Marrone, che alterna sparate moraliste e limitazioni all’autonomia corporea a ridicole mancette per pochi fortunati, come il Fondo vita nascente e il bonus Vesta. La verità è che il governo vuole braccia: braccia per i campi, braccia per l’industria, braccia per l’esercito. Tassativamente a basso costo.
Non stupisce in questo senso che il corpo delle donne e l’autonomia su quest’ultimo rimangano ancora oggi un campo di battaglia.
06/07/25
India - Donne braccianti costrette per lavorare ad asportare utero, ovaie e altri organi dell’apparato riproduttivo
Donne braccianti in India. L’orrore che rimane nascosto dietro la barbarie del lavoro da schiavi

Di fronte all’orrore di migliaia di donne costrette a farsi togliere l’utero per poter fare un lavoro da schiavi, va in frantumi ogni illusione sul capitalismo come miglior mondo possibile.
Che sia in “affitto” o sia “rimosso”, l’utero delle donne, dopo e nonostante una lunga e proficua stagione di lotte femministe, “può” e “dovrà” essere gestito a seconda delle esigenze del capitale, e della condizione socio-economica (la povertà), che si trovano ad affrontare le singole donne. La società di mercato impone le leggi su cui si fonda, quelle della mercificazione e del valore di scambio, rimuovendo il confine tra ciò che è merce e ciò che non può esserlo, Marx lo aveva detto “TUTTO DIVENTA MERCE” (Miseria della filosofia 1847)...
...Facciamo un salto in India e precisamente nelle piantagioni di canna da zucchero del Maharashtra. Ogni anno in questa zona arrivano migliaia di lavoratori stagionali. Che affrontano viaggi lunghi anche centinaia di chilometri, nella speranza di un lavoro. Quello che trovano più che un lavoro è un impiego a tempo pieno come schiavi. 15 ore di duro lavoro giornaliero, senza riposi e giorni di pausa, per tutti i mesi della durata della raccolta. Molte famiglie sono costrette a portare con loro anche i figli, che non potranno accedere alla scuola, e che dovranno aiutare i loro genitori nel lavoro, senza essere pagati. I “lavoratori-schiavi” sono costretti a faticare fino allo sfiancamento sotto temperature infuocate, e spesso non ricevono neanche i soldi, perché i loro salari vengono trattenuti dai loro padroni aguzzini, per ripagare i debiti che sono costretti a contrarre ad interessi da usura. Il meccanismo di assegnazione degli appalti della raccolta della canna da zucchero si basa su un sistema, a dir poco, per niente trasparente. Passa attraverso mediatori legati ad interessi politico-clientelari locali, di industrie che riforniscono le grandi e potenti multinazionali come Coca Cola, Pepsi-co, e Unilever, sollevandole formalmente dalle responsabilità dello sfruttamento degli operai. (Inchiesta del NYT). Ma l’orrore che rimane nascosto dietro questa barbarie di lavoro da schiavi è ancora una volta il destino delle donne, che reggono interamente il peso di questa filiera infernale che va oltre qualsiasi immaginazione.
Il 36% delle braccianti censite ha subito una “isterectomia”, gli è stato cioè asportato senza necessità, utero, ovaie e altri organi dell’apparato riproduttivo. Potrebbero essere molte di più dal momento che in India milioni di persone non hanno documenti di identità, Ad obbligarle alla rimozione degli organi sono ovviamente i loro aguzzini, i “datori di schiavitù”. In questa maniera eliminano il rischio di gravidanze, eliminando così le pause per l’allattamento, e dulcis in fundo si eliminano le mestruazioni, che in queste condizioni lavorative, mancanza di acqua, per le donne sarebbero difficili da gestire, ma soprattutto si eliminano le pause, per il cambio assorbenti. (da un articolo di Davide Longo) Viene detto ai lavoratori che hanno facoltà di decidere se restare o andare via, ma in realtà chiunque tenti di andarsene viene “catturato” e costretto a rimanere, anche perché le paghe basandosi sul meccanismo del debito, non lasciano molta scelta ai lavoratori.Inutile sottolineare che di questa condizione estrema di schiavitù, e soprattutto dell’abuso che subiscono le donne, il mondo politico che ci gira intorno, e che trae enormi profitti dal lavoro di questi stagionali, è molto variegato. Politici e leccaculo locali, ministri dell’attuale governo indiano, politici nazionalisti Indù, del Bharatiya Jamata Party, (al governo), ed anche membri dell’opposizione dell’Indian National Congress. Evidentemente il profitto unisce i padroni e i loro politici al di là della bandiera. Dall’Agro pontino a Latina fino a Maharashtra, in India anche il destino delle operaie, operai di tutto il mondo è unito dallo stesso sfruttamento, basta unire i puntini su di una mappa immaginaria, per capire quanta forza si può scatenare da questa massa di proletari, disseminati ai vari angoli del pianeta. Uniti anche loro dagli stessi interessi, farla finita con i padroni, farla finita con il capitalismo.
05/07/25
Seguire l'esempio delle operaie e operai dell'Electrolux
In fabbrica fa troppo caldo e gli operai se ne vanno: "L'azienda ha ignorato l'allerta" I dipendenti della Electrolux di Forlì hanno abbandonato il turno di lavoro alle 12:15 invece che terminare alle 17; sono state seguite da altri reparti, che hanno abbandonato le postazioni. La decisione unilaterale è stata presa dopo che nella struttura, fanno sapere i sindacati, si sono toccate temperature vicino ai 40 gradi.
03/07/25
La formazione rivoluzionaria delle donne riprende a settembre
02/07/25
La festa dei ricchi, la fame dei popoli. Riflessione sulla trilogia Hunger Games di Suzanne Collins
C’è una saga letteraria e cinematografica che, a dispetto della sua confezione commerciale, racconta una storia dura e attuale. Hunger Games, scritta da Suzanne Collins tra il 2008 e il 2010, narra di un mondo diviso tra una Capitale ricca e crudele chiamata Capitol City, e una serie di Distretti impoveriti, oppressi e sfruttati. Ogni anno, due ragazzɜ da ogni Distretto vengono sorteggiatɜ per combattere a morte in un’arena televisiva, uno spettacolo di violenza che serve a mantenere il controllo e a distrarre chi subisce. La protagonista, Katniss Everdeen, si offre volontaria per salvare la sorella, dando vita a una storia di sopravvivenza, sacrificio e ribellione.