06/06/25

Le "tempeste" dei borghesi - la tempesta rivoluzionaria dei proletari, dei popoli, delle donne

Abbiamo già detto perchè i femminicidi non possono finire e diventano sempre più orribili in questo sistema capitalista, oggi nella sua fase di crisi permanente e in marcia rapida verso il moderno fascismo.
Qualche sera fa a una domanda di Lilli Gruber a “Otto e mezzo” il filosofo Massimo Cacciari, tornando sul femminicidio di Martina Carbonaro, ha denunciato: il “crollo di ogni forma di diritto internazionale”, con il “diritto del più forte” che vince dappertutto, “seminiamo tempeste….”.
Per una volta siamo d'accordo con questa frase di Cacciari (poi ha detto altro su cui invece non concordiamo).
Questo sistema, gli Stati imperialisti, i governi, l'attuale governo Meloni "seminano tempeste", seminano (o collaborano a seminare) violenze immani, guerre verso i popoli, verso le donne/bambini - la Palestina/la Palestina!...; verso i migranti, ecc, ecc; ma in più ora seminano una cultura che è di legittimazione di questa violenza reazionaria, inumana, seminano il falso, seminano un humus di idee, comportamenti di individualismo machista, di normalità della barbarie, della sopraffazione verso donne, di attacco razzista verso i diritti dei migranti, di imposizione di un potere, marcio, oppressivo, corrotto, in crisi, su tutto ciò che vi è di desiderio/bisogno di liberazione, su chi lo esprime e a maggior ragione sulle donne che vorrebbero rompere le catene. 
Questo seminare "tempesta" si chiama "fascismo"; esso influenza settori sociali, maschi a loro volta già in crisi, frustrati, guastati da questo clima, che rispondono alla messa in discussione della loro miseria di potere/proprietà verso le loro donne, con l'uccisione delle donne.  
Massimo Cacciari ricordava poi da un lato che “l’unica grande rivoluzione che stiamo vivendo negli ultimi cinquanta anni è stato il pensiero femminista …”, che l’epoca patriarcale è finita e “non risorgerà mai più”; dall’altro che l’educazione deve allora servire a “interiorizzare, assimilare queste trasformazioni” quindi sapere “attrezzare i giovani a affrontare questi salti d’epoca”. E a questo dovrebbe rivolgersi “la buona politica”. Prevalgono invece i leader alla Trump, prototipo del maschilismo, predicatore della forza e del possesso…".
Ecco, noi siamo d'accordo con le prime frasi e con la denuncia dell'ideologia trumpista; non siamo invece affatto d'accordo con la questione della "buona politica".
Abbiamo detto e ridetto su chi dovrebbe fare questa presunta "buona politica" - sarebbe come se all'assassino chiedi misure, strumenti perchè lui non faccia più l'assassino. Certo, "l'epoca patriarcale è finita" e i femminicidi non sono un suo "retaggio", ma è subentrata l'epoca del sistema borghese che ha fatto della violenza reazionaria, dell'oppressione totale, dello sfruttamento, la sua ragione di esistenza.
Ma soprattutto questo discorso - che viene fatto anche da tanti cosiddetti "democratici, di sinistra", e anche da settori di femministe - vuole soluzioni mantenendo e all'interno di questo marcio sistema sociale capitalista. Anche i "filosofi" sono stupidi: prima fanno una denuncia delle "tempeste", e poi chiedono che chi provoca le "tempeste" le governi... (certo, che cercano di "governarle" ma in loro favore e seminando un vento nero, fetido)
Noi dobbiamo dire e lavorare per tutt'altro: che queste tempeste reazionarie provochino una tempesta molto più forte, molto più "tremenda", una tempesta rivoluzionaria dei proletari, dei popoli per rovesciare questo sistema nero, di morte, di sopraffazione; una rivoluzione proletaria, in cui le donne hanno doppie ragioni per esservi in prima fila.  

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