15/06/25

La denuncia e lotta delle madri, sorelle... di migranti scomparsi - Dal convegno "Morti e sparizioni di frontiera: tra memoria e oblio" di Palermo

Siamo stati invitati dall’Avvocatessa Serena Romano della Clinica legale per i diritti umani (Cledu) al convegno che si è svolto a Palermo presso l’Università (facoltà di Giurisprudenza) sul tema delle “Morti e sparizioni di frontiera: tra memoria e oblio”, e vi abbiamo partecipato.


Questo convegno era inserito all’interno di una settimana di azione , lotta e rivendicazione dall'11 al 14 giugno a fianco delle sorelle, madri, familiari e attiviste al fianco di persone morte o scomparse alle frontiere, dalla Tunisia, Senegal, Guinea, Afghanistan, Camerun, Costa d’Avorio, Bangladesh.


Un convegno scandito da interventi attraverso cui è stato denunciato il terribile stato complessivo della situazione dei migranti che muoiono in mare o che vengono dichiarati dispersi e per i quali è difficile avere un atto di morte per la restituzione dei corpi, per i quali è impossibile il riconoscimento.

Alcune madri, sorelle, figlie dei morti e dispersi in mare o alle frontiere di cui non si hanno più notizie hanno parlato.

Sono state testimonianze molto ampie, forti e toccanti che hanno denunciato l’operato degli Stati da cui partono e dove arrivano i migranti (quando non muoiono in mare o vengono dichiarati dispersi perché non si trovano più), che a cominciare dallo stesso linguaggio trattano i migranti come animali (altro che diritti umani! hanno detto le madri); la denuncia forte anche per la strage di Cutro per i cui migranti morti dopo due anni non c’è ancora risposta.

E' stata sottolineata fortemente l’importanza del ricordo e diverse volte l’importanza della lotta alla criminalizzazione che i governi fanno dei migranti, a questo proposito in un intervento una delle donne ha detto con forza che siamo noi che dobbiamo dichiarare criminali questa Europa, questi governi.

Sono migliaia oramai i dispersi e i morti in mare, e a proposito di dispersi è stato fatto l’esempio di un migrante che non si trova più da 5 anni (forse poi si è visto per un periodo nel Cpr di Trapani e poi in un carcere a Milano e poi più niente).

Queste madri forti nonostante l’immane sofferenza per i figli, i parenti scomparsi, che hanno trasformato questa sofferenza in denuncia, lotta in delegazione il giorno prima avevano visitato il Cpr di Trapani: un’esperienza scioccante l’hanno definita, hanno visto in che stato vengono tenuti i migranti rinchiusi praticamente come animali, che non si possono lavare, ai quali passano il “cibo” attraverso fessure di 15 centimetri per 15 centimetri “sarebbe meglio la prigione” hanno detto, “…in Italia le autorità dicono sempre che è tutto a posto, ma non è vero niente! bisogna chiudere tutti i Cpr! Emigrare è un diritto… e chi emigra ha un sogno da realizzare! Questi sogni vengono spazzati via durante le “traversate”… per fare un esempio, nell’Africa dell’est la situazione è drammatica e chi parte si trova davanti deserto, frontiere mare, filo spinato, muri, violenza…
Un altro dei problemi che è stato messo in risalto è quello del visto, quasi impossibile da ottenere, e anche questo mette in pericolo la vita di chi parte.


l'intervento di una delle madri


dall'intervento dell'Avv.ssa Serena Romano

E’ stato diffuso l’appello di queste madri che pubblichiamo a cui abbiamo portato tutta la nostra piena solidarietà con l’impegno di lottare nel nostro paese contro un governo come quello Meloni, mandante di fatto delle tante morti in mare e sparizioni di tantissimi migranti.


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