12/02/25

Se subisci violenze sessuali... la colpa è tua... - Per fortuna il porco ex sindacalista della Cisl sarà di nuovo processato


Una violenza sessuale è una violenza sessuale. Punto! Essa non può venir meno o essere attenuata dal comportamento della donna.
I giudici, gli avvocati del violentatore si sono arrampicati sugli specchi, hanno contato perfino i secondi in cui la lavoratrice avrebbe dovuto "dileguarsi".
Giustamente e coraggiosamente la lavoratrice ha fatto del processo una questione pubblica; perchè non è un fatto individuale quando una donna subisce violenza, riguarda tutte le donne! "Siamo tutte parte lesa" come dice uno slogan.  
L'altro aspetto che aggrava questa violenza sessuale è che era stata fatta da un sindacalista della Cisl e anche questo non è un fatto individuale, quando questi sindacalisti ogni giorno collaborano con le aziende nel calpestare i diritti delle donne lavoratrici, e se ne fregano se subiscono discriminazioni, molestie sessuali sul lavoro.
Massima solidarietà a Barbara. Appoggio alle iniziative di denuncia e solidarietà.
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Dalla stampa: "Violenza sessuale, “in 30 secondi poteva reagire”: il pg della Cassazione chiede nuovo processo per l’ex sindacalista
I fatti contestati risalgono al marzo del 2018 quando Barbara D’Astolto si era rivolta a Raffaele Meola - sindacalista della Cisl, in servizio a Malpensa all’epoca dei fatti - per una vertenza sindacale. 
Per il pg di Cassazione bisogna celebrare un nuovo processo d’appello per l’ex sindacalista che era stato assolto, dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di una hostess, sia in primo che in secondo grado. Decisioni che avevano fatto molto discutere, scatenando le polemiche, in particolare per le motivazioni: per i giudici della Corte di Appello di Milano, infatti, la condotta del sindacalista – scrivevano – “non ha (senz’altro) vanificato ogni possibile reazione della parte offesa, essendosi protratta per una finestra temporale“, “20-30 secondi” che “le avrebbe consentito anche di potersi dileguare”. Per i magistrati quei comportamenti, non sono stati tali “da porre la persona offesa in una situazione di assoluta impossibilità di sottrarsi alla condotta”.
“Ascoltare in aula il suo avvocato mi ha provocato un misto di indignazione, rabbia e tanto sconforto. Non so quale sarà la decisione della Cassazione ma spero che i supremi giudici abbiano il coraggio di ribaltare queste due sentenze di assoluzione che io reputo indegne”, ha detto D’Astolto uscendo dalla Cassazione al termine dell’udienza . “Se i supremi giudici dovessero confermare le sentenze – ha aggiunto – vuol dire che non solo io, ma tutte le donne lavoratrici sono veramente in pericolo e che chiunque è autorizzato a mettere le mani addosso a una donna”. Durante l’udienza, fuori dal Palazzaccio di piazza Cavour, l’associazione “Differenza Donna” ha tenuto un sit-in di solidarietà: “Vogliamo dire forte e chiaro che non permetteremo a nessuno, e in un luogo di lavoro, di usare violenza contro di noi, tutte, nessuna esclusa. Confidiamo che la Giustizia stavolta arrivi davvero”, hanno dichiarato.

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