Da Amnesty International
Dopo il clamore suscitato dall’arresto della giornalista italiana Cecilia Sala, è calato nuovamente il silenzio sul carcere di Evin e sulle storie di decine di donne e uomini sottoposti a condizioni di detenzione durissime.
Come quella subita da Pakhshan Azizi, iraniana appartenente alla minoranza curda oppressa, condannata a morte nel luglio scorso. Dopo una temporanea sospensione della condanna, all'inizio di febbraio la Corte suprema iraniana ha respinto il ricorso e confermato la sentenza, ritenendo fondate le assurde accuse di “ribellione armata contro lo Stato”.
Hanno provato a farle “confessare” rapporti con i gruppi di opposizione curdi, ma neanche con la tortura ci sono riusciti. Hanno provato a farla tacere, isolandola e maltrattandola, ma anche in carcere ha continuato a lottare per i diritti.
Abbiamo il dovere di non rimanere mai in silenzio di fronte alle ingiustizie. Chiediamo insieme libertà per Pakhshan Azizi!
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