15/11/24

Verso il 25 novembre - per andare avanti nella lotta necessaria

Quest'anno l'aspetto principale è la mobilitazione nella giornata del 25 novembre.

Cadendo in un giorno feriale dà la possibilità di fare nelle varie realtà iniziative verso, con le operaie, lavoratrici, e anche verso le studentesse.

Rispetto alla manifestazione nazionale del 23 novembre, rimandiamo al report e alla nostra valutazione dell'Assemblea nazionale a Roma di Non Una di Meno: 
https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/2024/10/breve-report-parziale-sullassemblea.html

Sulle denunce fatte nel comunicato di annuncio dell’Assemblea nazionale – come avevamo detto - siamo anche d'accordo: sul governo. Meloni, sulla situazione internazionale, ecc vi era una maggiore precisione, anche se rilevavamo alcune affermazioni su cui eravamo in disaccordo: https://femminismorivoluzionario.blogspot.com/2024/10/info-assemblea-nazionale-di-nudm-la.html

Poi, però, l'assemblea nazionale ha messo in rilievo soprattutto le cose negative. Qui abbiamo detto che, al di là delle prese di posizioni necessarie/dovute su Palestina, processo Cecchettin, ci si arrampica sugli specchi degli scioperi, mobilitazioni degli altri, mettendo tra l’altro insieme scioperi e iniziative utili e altre da vedere se vanno appoggiate, per esempio lo sciopero nella scuola della Cgil. Certo, si tratta di tutta una serie di scadenze, di iniziative che in questa fase ci sono ed è bene che ci siano, ma non ci si mette a posto la coscienza elencandole. Ma affermando i contenuti del movimento delle donne. Inoltre anche le denunce giuste senza individuare precisamente gli obiettivi oggi della nostra lotta – rovesciare il governo Meloni, contro lo Stato, i padroni - diventano ripetitivi, senza tempo, quindi inutili.

La parola d’ordine principale di Nudm: “disarmiamo il patriarcato”, è una parola d'ordine quantomeno arretrata rispetto a tutto quello che sta succedendo, che è una rapida marcia di moderno fascismo (Trump insegna…) dell'azione del governo contro le donne sia in termini ideologici, sia in termini politici, sia di provvedimenti. Quindi porre ancora e sempre come aspetto principale la questione del patriarcato, non fa andare più avanti la battaglia delle donne, anzi in un certo senso va più indietro rispetto all'anno scorso.

Questo quando la realtà sta andando pericolosamente avanti.

Pensiamo proprio ai femminicidi, in cui la pericolosità sta nel fatto che stanno diventando la “normale” reazione degli uomini che odiano le donne, con la aperta complicità del clima fascista, sessista sviluppato dal governo Meloni, dai suoi squallidi ministri; con la complicità dello Stato che “archivia” le denunce delle donne, di alcuni Tribunali che fanno oscene sentenze a favore degli uomini assassini, giustificando le loro motivazioni. I femminicidi sono l'espressione più tremenda di di quello che è tutta la condizione, la non indipendenza delle donne a livello di lavoro, di salario che va sempre più indietro e che a volte costringe a non rompere legami, la questione del ruolo nella famiglia delle donne, chiamate a fare figli per il capitale e la patria, mentre va avanti sempre più minaccioso l’attacco al diritto d’aborto, che significa diritto di scelta delle donne, il ritorno ad un “moderno medioevo”, ecc.

Quindi anche se questa manifestazione nazionale del 23 crediamo sarà sempre molto grossa non non fa dei passi avanti adeguati a livello dello scontro necessario contro il fascismo che sta andando avanti e che chiaramente utilizza anche e produce una versione moderna che possiamo chiamare “patriarcalismo”. Ma parliamo di patriarcalismo e non di patriarcato, perché patriarcato è una struttura organizzazione di un periodo storico dell’umanità ben preciso, mentre altra cosa sono i suoi residui ideologici, culturali utilizzati in termini moderni.

Noi dobbiamo porre in maniera chiara la necessità della rivoluzione, e quindi che cosa significa oggi in termini di organizzazione, di lotta.

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