La plenaria iniziale, prevista inizialmente al mattino del sabato, si è prolungata fino a tutto il pomeriggio del sabato. I tavoli invece si sono tenuti la domenica mattina e la domenica pomeriggio i report dei tavoli e la plenaria conclusiva.
I tavoli sono stati 3: Tavolo 1 Guerra ai corpi; Tavolo 2 Economia di guerra, impatto ecosistemico, confini, e derive autoritarie; Tavolo 3 Guerra patriarcale: Pratiche antiviolenza, neutralizzazione, narrazioni, cultura dello stupro, educazione sessuo-affettiva
La plenaria iniziale si è prolungata, da quanto emerso qua e là dagli interventi successivi, per le difficoltà di NUDM di interconnessione tra i diversi nodi (ndr: credo che tutte ci siamo rese conto del lungo silenzio de NUDM a parte l’attività di alcuni nodi).
Si è espressa in primis solidarietà per Elena Cecchettin che "da 11 mesi sta affrontando oltre al dolore del femminicidio della sorella anche il trauma del processo e della narrazione mediatica".
È stato, quindi, messo in primo piano il genocidio verso i palestinesi.
Il dibattito ha affrontato la costruzione della manifestazione nazionale che si terrà il 23/11 a Roma; in realtà le manifestazioni nazionali saranno 2: lo stesso giorno si manifesta a a Palermo. La proposta - dal nodo di Roma - è di cogliere alcuni momenti utili, attraversare gli scioperi già proclamati - contaminare e contaminarsi - per rilanciare la manifestazione: il 31/10 scuola indetta da Flc Cgil (sollevata, ma un po' bypassata, la questione che lo stesso giorno USB ha indetto lo sciopero PI); 15/11 mobilitazione degli studenti; 20/11 sanità. Tutte queste piazze rischiano, è stato detto, di diventare irrilevanti (riferimento alla frammentazione delle lotte). Il 23/11 può essere un elemento “coagulante"?
E’ stata posta la questione di uscire dalla ritualità dello sciopero dell’8/3 indicendo cortei al mattino, ma anche sul corteo del 23/11 è stato detto di individuare obiettivi simbolicamente significativi.
Probabile mobilitazione dei vari nodi il 25/11 a livello territoriale (ma non è ancora ufficiale).
Diversi interventi hanno fatto riferimento al Giubileo. Il 29/10 al Senato verrà illustrato il rapporto sui costi dell’aborto indotto, subito dopo dovrebbe esserci una conferenza stampa (comunque una qualche forma di mobilitazione)
Si è parlato anche dei "fogli di via" che sono stati comminati a compagne di Nudm di Pisa in occasione della manifestazione del 5/10.
Si è parlato di riconversione delle fabbriche di morte. Si è parlato di blocco/sciopero (come pratiche di lotta).
Necessità di interloquire/intercettare con mobilitazioni ai tribunali alcuni casi simbolo vedi "Cecchettin" il cui processo è ancora pienamente in corso.
Quindi, alcune questioni poste: Come sta NUDM? Come ci immaginiamo di articolare il percorso sino al 23/11? Siamo poche (ndr: in presenza a Roma), si è faticato ad interagire tra i nodi. Necessità di riannodare i nodi, non di sfilacciarci.
Darsi dei rilanci dopo il 23/11- idea di progettualità. Non c’è un caso mediatico come purtroppo è stato lo scorso anno, ma bisogna costruirlo il 23/11.
Ricapitolando:
31/10 sciopero della scuola: Torino farà l’appello entro i prossimi due giorni; c'è stata proposta di attuare blocchi stradali per il 31, contro la finanziaria e la militarizzazione dei territori
4/11 giornata contro la militarizzazione
8/11 uscita dati sui femminicidi lancio del 23/11
15/11 mobilitazione degli studenti
20/11 sanità
11/11 assemblea nazionale online dell’osservatorio femminicidi
Una call nel giro di una settimana/10 giorni su corteo del 23/11
Entro prima settimana di novembre definire appello per il 23/11 (stesura a cura di Roma) e c delle due manifestazioni nazionali del 23/11
Si aspetta invece per comunicare/confermare eventuale mobilitazione territoriale 25/11
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Il nostro giudizio, come Mfpr, all'impronta, su questa assemblea è in generale negativo.
Al di là delle prese di posizioni necessarie, dovute (su Palestina, processo Cecchettin), Nudm si arrampica sugli specchi degli scioperi e mobilitazioni degli altri (tra l'altro mettendo insieme scioperi e iniziative utili e altre - per es. quelle della Cgil - da vedere se vanno appoggiate); così nei temi dei Tavoli non si vogliono individuare i nemici reali e quindi le denunce anche giuste diventano senza obiettivo, senza tempo e inutili.
In questo la manifestazione del 23 nov a Roma, altro che fare da "coagulante", si aggiungerebbe alle altre scadenze, al di là della quantità delle partecipanti che pensiamo sarà sempre grande, e quindi rimarrebbe a sè, deviante sul patriarcato (primo slogan: "disarmiamo il patriarcato"), quando oggi si deve parlare chiaramente di "moderno fascismo" che impregna ogni cosa sia ideologicamente che praticamente, e che per le donne impone e concretizza il "Dio, patria, famiglia", un "moderno medioevo" (se vogliamo: un "moderno patriarcalismo", ma moderno, frutto della marcia verso il fascismo a livello nazionale e internazionale). Per cui non si tratta di "disarmare il patriarcato", ma di rovesciare il governo della "donna, madre, italiana" Meloni e della sua cloaca, indegna fatta di squallidi personaggi espressione del peggio dell'ideologia sessista, verso le donne; e lavorare per una rivoluzione che spazzi via la terra e il cielo di questo sistema capitalista.
Si è detto nell'assemblea che quest'anno non c'è il "caso mediatico" come l'anno scorso..., quando ci sono centinaia di "casi": i femminicidi dilagano e diventano una tragica "normalità" (non tanto nella loro ripetitività quotidiana, questo in parte già c'era, ma nelle loro motivazioni); c'è una campagna ossessiva sulla natalità in cui le donne vengono considerate macchine per la riproduzione di braccia e corpi per il capitale e per la guerra; stanno preparandosi per un grosso attacco al diritto d'aborto, con l'associazione pro vita iper attiva; c'è l'attacco alle lavoratrici e alle donne più povere, alle immigrate; la stessa ultima legge sulla "Maternità surrogata come reato universale" viene fatta non certo per difendere le donne dalla mercificazione dei loro corpi ma per attaccare la libertà di scelta... E potremmo continuare... Che altro "caso" si vuole?
Infine, rispetto all'organizzazione nazionale di Nudm, alle difficoltà dette da Roma, pensiamo che bisogna rispondere non "riannodando i nodi locali", ma rompendo proprio con la direzione di Nudm di Roma, una cappa soffocante anche di realtà locali che si muovono.
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