Finisce oggi il G7 a Matera sui temi della "parità di genere e dell’empowerment delle donne", presieduto dalla Ministra per la famiglia, la natalità e le pari opportunità, Eugenia Roccella.
Le dichiarazioni sia della Roccella sia di chi effettivamente fa i documenti che poi vengono approvati nei G7 - perché in questo come negli altri G7, anche quello principale di giugno a Borgo Egnazia, proprio i giorni ufficiali del G7 sono pieni più di cose di contorno, addirittura di tavolate di cibi, di dichiarazioni ad usum mass media che di approfondimenti, perché gli orientamenti, le indicazioni che avranno peso in futuro sono fatti prima in altre riunioni preparatorie, da altri personaggi. E anche questo G7 ha questa caratteristica.
Ora la Roccella nel presentare i temi di questo G7 in una intervista su giornali cattolici, mette in evidenza soprattutto l’aspetto conciliativo, nel senso di mettere insieme la “parità di genere” sul lavoro, nella famiglia, nella società delle donne e la questione della maternità e del ruolo nella famiglia.
Roccella ha detto "...Il focus del nostro G7 sarà da una parte la lotta alla violenza contro le donne, su cui è importante che ci sia uno sforzo comune, e penso anche al fenomeno della tratta e dello sfruttamento sessuale di donne e bambini, e dall’altra l’empowerment femminile, e quindi la libertà di esprimere i propri talenti senza rinunciare alla vita privata, e ad avere figli se si desiderano“.
E continua poi sulla condizione delle donne. “I dati sulle dimissioni delle donne per maternità indicano che bisogna parlare di "penalità della maternità". Lo stesso vale per la differenza retributiva tra uomini e donne: i contratti sono uguali, a cambiare è l’impegno nel lavoro di cura, che incide sulle progressioni di carriera o sul salario accessorio. Il lavoro di cura non deve essere solo a carico delle donne, anzi è fondamentale che sia condiviso... quando diventano madri, le donne italiane lasciano molto più spesso il lavoro rispetto ai padri, hanno una forte penalizzazione retributiva che faticano a recuperare e in prospettiva si ritroveranno con una pensione più bassa…”
Un quadro che ogni tanto si trova in varie statistiche, in vari articoli di giornali, di riviste, eccetera. Come dire, la Roccella sta scoprendo l'acqua calda.
Ma a fronte di questo quadro, la Roccella deve valorizzare il suo governo, le cose che avrebbe fatto la Meloni. E quindi, sempre in questa intervista, dice:
“...Ma, forse per la prima volta, in questi due anni di governo la questione è stata affrontata. E i risultati si vedono, a cominciare dai piccoli grandi record sull’occupazione femminile, abbiamo agito con incentivi e con la decontribuzione per le mamme lavoratrici ad esempio, abbiamo potenziato i congedi parentali e aumentato il bonus nido.... Oggi la maternità è una libera scelta... Lo Stato sta dicendo alle donne, alle mamme, alle famiglie, che è al loro fianco..."
Ora su questa rappresentazione non si sa se arrabbiarsi o ridere. Si parla di “grandi record sull'occupazione femminile”, ma anche le statistiche minimamente realiste, dicono di che si tratta quest'occupazione femminile, di contratti ultra precari, a tempo determinato, per cui è più facile la spada di Damocle del licenziamento alle donne quando non servono più, quando sono in maternità, quando hanno problemi di cura della famiglia, ecc. Tutta questa occupazione femminile in realtà è solo una propaganda. Per non parlare dei bonus nido, ma basta fare una minima inchiesta alle donne lavoratrici per vedere quanta difficoltà hanno a fare entrare i loro figli negli asili nido, e quanto è alto il costo degli asili nido, di centinaia e centinaia di euro per bambino, tanto che molte famiglie ci devono pure rinunciare. Parla di “maternità come libera scelta” quando si potenzia l’attacco al diritto d’aborto. Tutto questo è fumo negli occhi, stravolgere la realtà.
Ma la questione principale è nella conclusione, lì dove porta ad esempio delle donne, dei loro miglioramenti… il “modello Meloni”! "...Oggi – dice Roccella - le donne si sono fatte largo nel mondo del lavoro e nello spazio pubblico, abbiamo un premier donna".
Quindi, Meloni è il modello che dovrebbe essere seguito da tutte le donne, dalle lavoratrici. Perchè la Meloni dimostra come è possibile conciliare la vita privata, la figlia con gli impegni - nel suo caso istituzionali, nel caso delle donne di lavoro. Ah sì? E’ possibile conciliare? È possibile portarsi i figli come fa la Meloni anche nei Vertici internazionali? Tanto c’è poi chi le tiene la figlia, e la può tenere in alberghi superlusso. La Meloni dovrebbe essere un esempio per le donne che “si può”? Beh, non ci sono parole per respingere questa “spazzatura”! Il problema è invece che più va avanti questo tipo di arrampicamento politico, sociale, ecc. e più la stragrande maggioranza delle donne va indietro in una sorta di moderno Medioevo.
Ma andiamo avanti. Che il centro e scopo di questo G7 non sono affatto i diritti delle donne ma sono la famiglia, il contrasto alla natalità è chiaro, appunto, da quello che dicevamo, i documenti preparatori del G7.
Chi fa questi documenti? In particolare, qui parliamo di due ultra cattolici, oggettivamente ispiratori delle associazioni antiabortiste.
Uno di questi è Vincenzo Bassi, Presidente della Federazione delle associazioni familiari cattoliche in Europa. Promotrice del F7 famility; l'altro è Adriano Bordignon, presidente del Forum delle associazioni familiari, rappresentante del F7 per l'Italia.
La Roccella presenta questi due dicendo che “Dal F7 è arrivato un contributo importante sul fronte tanto delle pari opportunità quanto - e qui, sottolineiamo “innanzitutto” non quanto - dei temi strettamente connessi della famiglia e della demografia”.
E in effetti su questo si sono concentrati i documenti e le dichiarazioni di questi due presidenti.
Riportiamo brevemente alcune di queste loro dichiarazioni, a cui forse non servirebbe neanche un commento, dato che sono chiare nella loro concezione e nelle loro indicazioni.
L'Avvocato Bassi sottolinea: “per la prima volta viene esteso un documento comune tra le associazioni familiari a livello mondiale... Sappiamo che l'esistenza stessa delle nostre comunità, per non parlare della loro forza e coesione, richiede un rafforzamento delle politiche familiari, poiché la famiglia è la cellula base della società…”.
Ora, questo discorso della cellula base della società, da un lato punto di vista opposto noi lo condividiamo; effettivamente la società, in particolare la società capitalista, ha nella famiglia una cellula fondamentale, ma, appunto, al servizio del sistema capitalista. Che oggi vuol dire al servizio della fuoriuscita, illusoria, del capitale dalla sua crisi economica, e al servizio della fase attuale che vede al centro la guerra. Quindi, di quale “cellula base della società” parliamo, come e perché? E qui il contrasto è di classe, tra concezione borghese, reazionaria, fascista, e concezione proletaria, dalla parte delle donne, della maggioranza delle donne.
L'Avvocato Bassi continua dicendo: “Senza il riconoscimento della funzione della famiglia come pilastro essenziale della nostra società, anche la stabilità geopolitica e la pace sono in pericolo... poiché le famiglie sono i luoghi naturale della riconciliazione e del perdono”.
Per questi personaggi, per questo governo la parola “pace” è sinonimo di “guerra”. Questi esaltano la funzione della famiglia come pilastro di una società che fa la guerra; una famiglia che quindi deve sostenere le politiche guerrafondaie e parlare di riconciliazione e perdono, non di lotta contro la guerra imperialista, non dei diritti dei popoli, dei proletari nei vari paesi, sia nei paesi imperialisti sia nei paesi dipendenti dell'imperialismo. E oggi in Palestina e oggi in Libano.
Funzione della famiglia per la “riconciliazione e il perdono”. Come se per mettere fine al genocidio in atto in Palestina, alla guerra che ora si è allargata in Libano la risposta dovrebbe essere quella del perdono, della riconciliazione. Con chi? con Israele? Con Netanyahu?
Poi Bossi continua dicendo “La funzione della famiglia è più chiara nel contesto del disastroso inverno demografico. Il crollo delle nascite e il crescente invecchiamento della società hanno un impatto fondamentale sulle finanze, sui sistemi pensionistici e sulla coesione sociale”.
La colpa della crisi del sistema finanziario, economico, del problema pensionistico e della coesione sociale è delle donne che non fanno figli. Potremmo dire che tante donne non fanno figli proprio per il sistema capitalista di questa società che scarica tutti i problemi di come crescere i figli sulle famiglie e sulle donne innanzitutto, che nega un futuro per i figli. Ma i veri problemi sono cancellati, e la denatalità diventa la vera causa.
Questi documenti, queste indicazioni fanno poi da base alle politiche dei governi.
Ma andiamo all'altro Presidente Bordignon, quello del Forum delle associazioni familiari. Questi dichiara: “In un momento storico in cui le sfide democratiche si fanno sempre più urgenti, è necessario aumentare la consapevolezza della centralità della famiglia. La presidenza italiana del G7 può diventare un'occasione preziosa per creare una piattaforma internazionale volta a catalizzare l'attenzione su questo tema cruciale”, “Le famiglie sono il fulcro di ogni società: garantiscono la trasmissione dei valori, la crescita dei futuri cittadini e costituiscono il primo nucleo di sostegno sociale, ma al contempo sono un fattore strategico per l'economia di diversi paesi”. Cosa potremmo dire? Gli Stati, i governi si riuniscono non certo per decidere provvedimenti che permettano un miglioramento delle condizioni della maggioranza della popolazione, dei lavoratori delle masse povere, dei disoccupati eccetera, ma si concentrano sul fatto che è la famiglia che deve garantire crescita, sostegno, buona economia dei paesi...
Allora qui veramente dobbiamo aspettarci un ulteriore peggioramento della condizione delle famiglie e in particolare delle donne. E che questi documenti per il G7 non restano carta, ma hanno poi conseguenze nei programmi, terminiamo con alcune frasi sintetiche di questi due personaggi. Bassi dice: “non esiste il diritto a togliere una vita”. Bordignon dice: “non esiste alcun diritto all'aborto”.
E la concezione comune è: “il laicismo sta tentando di escludere Dio dalla società, distruggendo la famiglia”. Ecco di nuovo: “Dio, Patria, Famiglia”
Quindi, alla fine anche questo G7 serve a rafforzare anche ideologicamente politico l'attacco al diritto d'aborto; anche se “conciliato” con discorsi su diritti, libertà delle donne, difesa delle possibilità lavorative delle donne, contro le violenze sessuali, ecc. ecc. Tanto questi discorsi non costano nulla e servono solo per le conferenze stampa.
Ma ancora una cosa. Le concezioni sulla famiglia quale fulcro di ogni società, quale fattore di trasmissione dei valori, di luogo della riconciliazione e del perdono, sono da un lato riciclaggio di concezioni vecchie - alcune di queste, per esempio, le abbiamo lette in una lettera di tanti, tanti anni fa fatta da Ratzinger ai vescovi, in cui si affermava il ruolo importante, strategico della famiglia, della donna, una famiglia che sostiene le le crisi economiche, le guerre, una donna che “asciuga le lacrime” - quindi da un lato si tratta di concezioni vecchie; dall’altro però sono concezioni di oggi, di moderno fascismo.
Quando si dice “il laicismo sta tentando di escludere Dio dalla società distruggendo la famiglia”, cosa è se non l'espressione modernizzata di “Dio, padre, famiglia”? Ma Dio patria famiglia oggi è moderno fascismo. E’ pesante attacco alle donne, è donne considerate al pari di assassine perché rivendicano il diritto d'aborto, è l’humus nero per cui se queste donne si ribellano a legami oppressivi diventa normale ucciderle... Non ci dimentichiamo cosa ha detto giorni fa il Papa a proposito dei medici che praticano l'aborto: sono dei sicari.
Questo è criminale, è istigazione a mettere a rischio la stessa vita dei medici – Gli Usa insegnano...
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