24/10/24

CONTRO LE OPERAIE RIBELLI SLAI COBAS, ALLA BERETTA CGIL E PADRONI SI ACCORDANO. UN PASSO AVANTI DEL FASCISMO PADRONALE.

 

Martedi 22 ottobre assemblea delle operaie appalto Beretta. Un’assemblea complicata e frazionata dall’introduzione del nuovo turno 6x6, ma necessaria perché dentro una fabbrica nulla si può dare per scontato. Il tempo non basta mai, c'è fretta, ma guai a non guardare dentro il quadro generale della crisi e della guerra, a non vedere che lo sciopero del gruppo Stellantis del 18 ottobre ha fatto incontrare gli operai dopo almeno 15 anni nella manifestazione di Roma e ciò rappresenta un elemento di interesse per l'intera classe operaia. C'è modo anche di tornare sul DDL 1660 in discussione al senato, alle mobilitazione del 18/19 ottobre, di sciopero e di piazza in 32 città, che hanno aperto la campagna che in ogni settore, giovanile, sociale, dei lavoratori, in ogni fabbrica siamo chiamati a sostenere contro un disegno legge repressivo, scritto per vietare l'opposizione che il governo non approva, frutto della natura fascista del governo Meloni e proprio per questo non potrà essere fermato senza porsi l'obiettivo della caduta del governo.

E poi si parla della Cgil, per chiarire che ha preso il posto della Uil al Salumificio F.lli Beretta scappata dopo aver reso ai padroni il favore di due firme vergognose sul cambio appalto e sul ‘taglio’ del premio per le operaie (700 euro per 3 anni tolti alle operaie), ma va nella stessa direzione. Per restare a quanto avviene in azienda, Cgil è la stessa che organizza la maggioranza delle operaie dirette Beretta, con una alta percentuale di precarie, con contratti brevi, un forte turn over e dure condizioni di lavoro. Siamo al punto che la fama presso le agenzie di somministrazione ormai è ‘alla Beretta? No grazie’, o ‘dove mi hai mandato?’. Cgli è la stessa cieca per anni verso l’appalto e complice per le condizioni delle operaie dell’appalto, visto che il loro lavoro dipende direttamente dagli accordi sindacali di produttività, siglati al Salumificio, dai tempi e ritmi delle operaie Beretta. Nel reparto unico, le linee e le mansioni simili per tutte, l'appalto ingiustificato è un espediente per togliere diritti e paga alle operaie, almeno 400 euro al mese, con il CCNL Multiservizi.

Lo sciopero Slai Cobas nell'appalto di settembre, a sorpresa, contro le peggiorate condizioni di lavoro, l’autoritarismo e le discriminazioni mirate, di fatto una crescente repressione in fabbrica, per il rinnovo dell’Accordo Integrativo Aziendale e la fine dell’appalto con l’assunzione di tutte le operaie a Beretta, ha smosso la Cgil che, si è scoperto dopo, si è incontra con l'azienda per vedere il da farsi. Ma l'ordine di Beretta per introdurre anche nell'appalto su di una linea il turno 6x6 provoca la contrarietà delle operaie che vogliono opportune garanzie, economiche e nella pianificazione dei nuovi turni. Questo porta ad un nuovo sciopero partecipato voluto di fatto da tutte le operaie del reparto come unico. Slai Cobas mantiene i punti del precedente sciopero e rivendica una piattaforma discussa nelle assemblee, e una trattativa con i sindacati scelti liberamente dalle operaie.

Il giorno dopo Cgil incontra separatamente l’azienda e firma alle spalle di tutte le operaie un brutto accordo per il 6x6, tradendo lo stesso sciopero, senza alcun mandato e discussione per le richieste tra le

operaie, nemmeno tra le iscritte. Mpm ha urgente bisogno dell'accordo per modificare i turni e per zittire le richieste extra delle operaie, Cgil ne ha bisogno per tenere il tavolo e per evitare che la lotta le scappi di mano, quindi firma al volo. A dimostrazione anche qui che per padroni e Cgil (e Uil e Cisl quando tocca a loro), le operaie ribelli, che scelgono da se il sindacato Slai Cobas sono ugualmente pericolose e da isolare usando gli stessi metodi. Il prossimo passo annunciato è l’Accordo Integrativo che vogliono stravolgere e legare alla produttività!

L'accordo del 6x6 è brutto, ha creato malumore e confusione tra molte lavoratrici. Il giorno dopo tra le fila della Cgil chi ha subito se ne fa apparentemente una ragione o è stata 'recuperata'. Ma l’assemblea serve per sgombrare ogni dubbio, per rafforzare l'unità delle operaie, per ribadire che CGIL e le sue delegate NON possono trattare per tutto l'appalto, che è sbagliato pensare 'prendere qualcosa è meglio di niente', 'piuttosto chiedo direttamente ai capi un extra...' perchè se accettiamo ciò, si va indietro su tutto, si torna all'individualismo, e addio rivendicazioni collettive, alle operaie che si fanno forza nella lotta, come con lo Slai Cobas abbiamo cominciato a fare. Si torna, come ripetono spesso 'al tempo delle cooperative, quando il direttore urlava sulle operaie dall'ufficio al primo piano e bisognava abbassare la testa'. Questi sindacati amici delle aziende, vanno contestati, hanno fatto una grave azione contraria ai valori di classe, all'unità di classe. I sindacati non li devono scegliere i padroni, E i punti da portare alla trattativa si decidono in assemblea con le operaie e i sindacati delle operaie,  non per richiesta personale alle delegate.

Quindi resta fermo il fatto che il contratto aziendale 2021/2024 c'è. Va rinnovato non fatto a pezzi. Rinnovarlo vuol dire migliorarlo, aggiungere parti, soldi, tutto è aumentato, servono soldi veri senza condizioni, come i 150 euro del 2021, consolidare i punti sull'OdL e per la sicurezza, non togliere o cambiare quello che chiede l'azienda. Agire per unire le lavoratrici su di una piattaforma operaia e contrastare le trattative sottobanco che lasciano le operaie sole e impotenti davanti allo sfruttamento. La lotta contro l'appalto MPM/BERETTA resta aperta, per la garanzia del lavoro, la fine del Multiservizi, l'assunzione Beretta per tutte con il CCNL Alimentari. Con un livello nuovo di scontro in fabbrica. Il gruppo di operaie che fino a ieri si sottraeva alla lotta, agli scioperi, come ha dimostrato l'accordo 6x6, oggi è organizzato dalla Cgil, che manovra per ostacolare Slai Cobas, le rivendicazioni contro l'appalto... Manovra a difesa della situazione esistente, per imporre richieste compatibili con il sistema di sfruttamento e gli interessi padronali, a perdere per le operaie, un freno allo sviluppo della lotta di classe.

Quindi escludere Slai Cobas va oltre la singola trattativa. Qui siamo di fronte ad un piano di azione tra Mpm/Cgil, alla convergenza degli interessi tra padroni e la rappresentanza dei lavoratori in una forma neocorporativa che per soffocare un'esperienza autonoma in fabbrica e gli interessi operai che rappresenta, nega attivamente la libera rappresentanza delle operaie Slai Cobas e allo Slai Cobas e apre sul campo al fascismo padronale.

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