10/11/24

Tunisia - Israele: MOSTRI TORTURATORI/ASSASSINI DI BAMBINI!


Abbandonati nel deserto dalla polizia tunisina, l’appello: “I bambini hanno fame, vi prego aiutateci” - 
Complice gli accordi governo italiano/Tunisia
18 persone, tra cui donne e neonati sono state bloccate dalla guardia costiera tunisina mentre provavano a raggiungere Lampedusa. Da sei giorni sono ora nel deserto senza acqua né cibo. Sono otto donne, di cui tre incinte, diversi bambini e due neonati di quattro e due mesi.
“Siamo senz'acqua e senza cibo, abbiamo donne e bambini qui”, urlano al telefono due di loro, durante un difficile collegamento con Fanpage.it. 
“Eravamo in mezzo al mare quando i tunisini sono arrivati, ci hanno fermati, e ci hanno costretti a tornare indietro. Durante il respingimento la guardia costiera ci ha picchiati molto forte, hanno sequestrato i nostri telefoni e i nostri soldi e hanno preso tutto quello che avevamo”, spiega Sebotè, uno dei sei uomini. “Poi ci hanno abbandonati qui, nel deserto, senza niente. Allora abbiamo provato a tornare indietro a Sfax ma ci hanno intercettati di nuovo, picchiati e riportati nel deserto ma ancora più lontano. Abbiamo camminato sei giorni avanti e indietro”.
Adesso si trovano nel nulla tra Tunisia e Algeria, a sei chilometri più o meno di distanza dalla città tunisina di Gafsa, dove non possono andare o verrebbero nuovamente catturati dalla polizia e deportati ancora più lontani. Una pratica, quella delle deportazioni nel deserto da parte della polizia tunisina, divenuta prassi del nuovamente eletto governo Kais Saied. L’accordo con l’Italia e l'Europa, siglato a luglio del 2023 e ampliato con nuovi finanziamenti da parte dell’Italia lo scorso aprile, prevede proprio di bloccare le partenza dei migranti subsahariani dalle coste tunisine".l
"Come Refugees in Libya nell’ultimo anno abbiamo ricevuto centinaia di migliaia di segnalazioni come queste”, dichiara David Yambio, portavoce dell’organizzazione per i diritti umani dei rifugiati, “riceviamo chiamate di questo genere quotidianamente, nel video che questi rifugiati ci hanno inviato, ci sono bambini e donne con loro nel deserto, dov’è il rispetto dei diritti umani? Questo è ciò che ci chiediamo ogni giorno, consapevoli che quello che accade in Tunisia così come in Libia è responsabilità degli accordi con l'Italia e con i governi europei”, conclude Yambio. Nell’ultimo anno potrebbero essere più di mille le persone morte nel deserto del Sahara, al confine con Tunisia, Algeria e Libia. Persone di cui si non si ha più nessuna traccia.
In quello che è ormai un cimitero di esseri umani, Sebotè e i suoi compagni di viaggio sono ancora vivi. “È dall’altro ieri che chiamiamo l’OIM di Zarzis, ma nessuno è venuto ad aiutarci. Qui fa freddo e i bambini hanno fame, abbiamo bisogno di aiuto, vi prego aiutateci, vi prego salvateci”, prega disperato l’uomo. Poi cade il segnale, si spegne quel precario collegamento reso possibile grazie a un telefono prestatogli da un signore tunisino che vive a pochi chilometri di distanza da dove si trovano i migranti. Lì dove loro non possono andare, dove rischiano di essere intercettati di nuovo dalla polizia tunisina.

250 bambini palestinesi ancora incarcerati. I racconti dei sopravvissuti sono atroci.
Da un rapporto raccapricciante di “Save the Children
“Le condizioni dei bambini palestinesi detenuti dai militari israeliani stanno peggiorando. Hanno raccontato al nostro staff di essere costretti ad affrontare fame e abusi, inclusa la violenza sessuale, e di dover sopportare condizioni terribili dallo scorso 7 ottobre, come l’aumento di malattie infettive come la scabbia”.
"Negli interrogatori alcuni hanno raccontato che è stato loro chiesto di spogliarsi nudi e di stare in piedi, anche a temperature estreme. Durante gli arresti dei bambini, i genitori non avevano informazioni su dove si trovassero. Una volta rilasciati, sui corpi di bambini e bambine c’erano chiari segni di violenze e di maltrattamenti, come contusioni, perdita di peso ma anche le conseguenze per aver subito uno shock del genere insieme ad uno stress traumatico. Alcuni bambini hanno riferito di essere stati aggrediti sessualmente, molestati, perquisiti e picchiati violentemente. La tortura, il trattamento crudele o disumano sui bambini è severamente proibito dal diritto internazionale".
Testimonianze dei bambini palestinesi ex detenuti
"Firas e Qusay, sono due ragazzi diciassettenni che provengono dai Territori occupati della Cisgiordania. Sono stati detenuti in due diverse prigioni gestite da Israele prima che iniziasse la guerra a Gaza. Sono stati rilasciati alla fine del 2023 e hanno raccontato ai nostri operatori delle condizioni di detenzione. Qusay ci ha raccontato di aver visto un bambino con ferite alla testa causate da percosse così gravi da farlo svenire ogni volta che cercava di alzarsi e che alcuni bambini portati in carcere avevano appena 12 e 13 anni: “I bambini più piccoli erano molto spaventati e continuavano a piangere, volevo prendermi cura di loro, ma quando ho chiesto alla guardia carceraria di permettermi di stare con loro, sono stato picchiato violentemente”. Qusay è stato rilasciato con morsi di zecca che gli coprivano il corpo". 
Le condizioni dei bambini palestinesi sono peggiorate dopo il 7 ottobre
"Dopo l’inizio della guerra, hanno preso tutto, non avevamo abbastanza coperte e ho condiviso il mio cuscino con un altro prigioniero. D’inverno aprivano le finestre per farci sentire freddo. Un bambino prigioniero ha avuto una grave eruzione cutanea, quindi abbiamo chiesto alla guardia di permettergli di sedersi al sole o di pulirsi il corpo. La guardia ha detto: ‘Richiamami quando sarà morto’ ha raccontato Qusay. Firas ha affermato che il numero di bambini detenuti nel luogo in cui è stato prigioniero, è aumentato notevolmente nei primi 5 giorni dopo l’inizio della guerra. ‘Gli orrori che abbiamo sopportato mi hanno fatto pensare che la vita in prigione prima della guerra fosse il paradiso’ ha detto Firas"
"Più di 650 bambini della Cisgiordania e un numero imprecisato di bambini di Gaza sono stati detenuti da ottobre: di questi, circa 250 sarebbero ancora in carcere. Il reato presunto di questi minori? Il lancio di pietre, un reato che per loro può comportare una detenzione anche di 20 anni. Israele è l’unico Paese al mondo che persegue sistematicamente i bambini nei tribunali militari".
‘Negli ultimi anni abbiamo lavorato al fianco del nostro partner sul campo e parlato con centinaia di ex bambini detenuti, e non abbiamo mai visto tanta devastazione e disperazione. Questi bambini sono intrappolati, incapaci di muoversi o di vedere il sole, costretti in celle affollate in condizioni spaventose e antigeniche e soggetti a gravi abusi e violenze. I bambini ci hanno detto di aver subito orrori a cui un adulto non dovrebbe mai assistere, tanto meno un bambino".

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