Tutti gli stupratori del branco che violentarono in modo bestiale una ragazza, Asia, a Palermo nella notte tra il 6 e il 7 luglio 2023, sono stati condannati in primo grado.
Il 7 luglio scorso Asia fu vittima di un odioso e atroce stupro di branco, abusata in modo bestiale da 7 ragazzi che hanno anche filmato le violenze. “Eravamo 100 cani sopra una gatta”, scrissero nei messaggi i 7 porci stupratori bastardi che l'hanno violentata dopo averla fatta ubriacare filmando lo stupro, mentre lei gridava per il dolore e diceva basta. I porci bastardi continuavano deridendola e l'hanno poi abbandonata sola per strada. La giovane ragazza, verso cui si sollevò immediatamente una forte solidarietà a Palermo che si è estesa in tutto il paese, ebbe la forza di denunciare i porci bastardi che furono arrestati.
Asia poi con altrettanto grande coraggio ha continuato a denunciare sui social la violenza subita anche per aiutare e sostenere altre giovani, donne “ a cui succedono violenze, come è successo a me, magari sono anche più fragili e potrebbero poi arrivare ad ammazzarsi", scrisse in alcuni post, ha partecipato anche ad alcune trasmissioni televisive, ma è stata pesantemente attaccata, stalkerizzata, offesa, ha dovuto subire pesanti ingiurie sui social con frasi del tipo “vabbè, fa i video su Tik Tok con delle canzoni oscene, è normale che poi le succeda quello che le è successo” oppure “ma certo, per come si veste è normale che poi venga violentata”, subendo ancora violenza su violenza, come se fosse entrata in una spirale in cui la sua vita deve essere impostata su una logica di violenza.
E a tutto questo si è aggiunta anche la violenza che questa ragazza ha dovuto subire sul piano istituzionale, all’interno del tribunale dove le donne violentate da vittime vengono trasformate in carnefici, in donne che avrebbero provocato la violenza, lo stupro.
In sede processuale infatti gli avvocati difensori dei 7 porci stupratori hanno insistito sul fatto che la ragazza «indugiava sui costumi e sulle abitudini sessuali», si sono permessi di rivolgere ad Asia domande sessiste e umilianti del tipo «Come eri vestita quella notte?» «quali atti sessuali hai subito, in che modo ti sei opposta e hai manifestato il tuo dissenso?»; oppure, «hai avuto rapporti sessuali con più persone?», ponendo in modo osceno e odioso a giustificazione degli stupratori che se una donna viene stuprata dipende dal modo in cui si veste, da come si opporrebbe all’atto sessuale imposto o dal fatto di come si sceglie liberamente di vivere la propria vita sessuale.
I giudici alla fine hanno emesso condanne meno alte di quelle disposte dalla procura e per comprendere la distinzione tra le varie pene inflitte si devono attendere le motivazioni della sentenza, che verranno depositate tra 90 giorni.
Altra violenza contro Asia! Alla profonda indignazione e rabbia per tutto questo, schierandoci ancora e ancora al fianco di Asia e di tutte le donne che hanno subito o subiscono violenza, continuiamo con più forza innanzitutto a denunciare, alla luce anche dei tragici femminicidi che inesorabilmente continuano in questo paese e non solo, negli ultimi giorni sono accaduti perfino 2/3 femminicidi in una settimana, e non ci sono più età se guardiamo all’atroce femminicidio di Aurora la ragazzina tredicenne uccisa dal fidanzato quindicenne, che tutto questo, gli stupri di branco, le violenze, i femminicidi sono inevitabilmente uno dei più marci prodotti di questo sistema sociale capitalista e imperialista borghese putrefatto, che in primis ideologicamente sparge ogni giorno sempre di più modelli marci, sessisti, maschilisti che si manifestano poi concretamente attraverso le istituzioni, i rappresentanti dei governi con tutti gli apparati di potere, vedi appunto i tribunali come nel caso di Asia e di tante altre donne stuprate o uccise, modelli che vengono inevitabilmente introiettati poi a livello di massa da uomini, da giovani che si sentono legittimati ad ostentare/esercitare violenza e sopraffazione contro le donne.
E nella fase attuale che stiamo vivendo, in cui il governo attuale è un governo di ideologia fascio-sessista, costituito da personaggi fascisti che, a partire dalla Meloni, ai La Russa, Salvini di turno, mentre mettono in campo politiche in cui ogni giorno attaccano, peggiorano sempre più le condizioni di vita e di lavoro di milioni di donne, da cui oggettivamente scaturiscono forme di subordinazione e di dipendenza delle donne, di oppressione (vedi la mancanza di indipendenza economica quando le donne non hanno un lavoro o lo perdono il lavoro, o sono costrette a lasciarlo perché costrette ad accollarsi pienamente il lavoro di cura dei figli/famiglia scaricato di fatto sulla maggioranza delle donne , in primis proletarie, da questo Stato borghese), nello stesso tempo mettono in atto una sempre più pressante campagna ideologica contro le donne che “non hanno le testa sulle spalle” pertanto se la cercano la violenza, secondo la concezione della donna borghese fascio-sessista Meloni, per cui le donne sono socialmente utili solo se fanno figli per il loro marcio sistema sociale al servizio del Capitale e oggi sempre più della guerra imperialista, si difendono gli stupratori come il La Russa di turno verso il figlio, e mentre oggi si inneggia alla Salvini maniera in primis, ma anche la Meloni plaude, a chi utilizza il potere ai massimi livelli per stuprare ancora più ideologicamente, politicamente e praticamente le donne come si accingerà a fare l’eletto Presidente USA Trump.
Tutto questo è parte del moderno fascismo che avanza che per le donne significa moderno medioevo che avanza, all’interno della fase attuale del sistema capitalista e imperialista in crisi.
Il prossimo 25 novembre, giornata internazionale contro la violenza sulle donne, tappa emblematica di un percorso di lotta in cui noi donne dobbiamo essere protagoniste, occorre portare innanzitutto la chiarezza che la lotta contro la violenza, gli stupri, i femminicidi, aspetto più tragico di una condizione generale di vita che peggiora di giorno in giorno, non può che essere contro questo sistema capitalista e imperialista, un sistema oggi rappresentato in questo paese dal governo Meloni, ala più reazionaria della borghesia al potere e che da quando si è insediato ha attaccato la maggioranza delle donne sotto ogni aspetto.
Una lotta che deve partire anche da battaglie immediate e concrete, basti solo pensare ai negativi processi nelle aule dei tribunali, come avvenuto per Asia e come avviene per tante donne, ma non illudendosi che limitandosi solo a modificare/migliorare alcuni aspetti, seppur concreti e necessari nell’immediato, si arrivi ad un reale e profondo cambiamento della situazione sociale più generale.
In un recente appello di D.i.Re per una manifestazione contro la violenza sulle donne del 9 novembre si legge “portiamo ovunque la nostra voce! Ogni giorno la retorica, la mancanza di interventi concreti e l'assenza di prevenzione costano la vita a troppe donne… Le vostre promesse non ci bastano più. Pretendiamo responsabilità da chi ha il dovere di proteggere e difendere la vita delle donne”.
Certamente dobbiamo portare ovunque come donne la nostra voce, denuncia e lotta, certamente dobbiamo lottare per conquistare misure immediate, dai posti di lavoro alle scuole ai diversi ambiti, di contrasto alla violenza sulle donne in tutte le forme, ma illudersi che il governo attuale moderno fascista, mandante istituzionale ideologico e politico della condizione di sempre più oppressione e violenza sulle donne, "protegga e difenda le donne" è fuorviante e deviante in merito alla lotta sempre più urgente che noi donne oggi siamo chiamate a mettere in campo, che non può che essere necessariamente proiettata verso una prospettiva più ampia, rivoluzionaria, che deve mettere in discussione e combattere a 360 gradi l’attuale sistema sociale, che è la vera e profonda causa della condizione di oppressione e di violenza delle donne e che per questo deve essere distrutto.
Mfpr
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