29/02/24

Contro padroni/governo Meloni/Nordio, le vite delle operaie/operai non sono carne da macello per i vostro profitti!


Lo abbiamo denunciato con forza il 25 novembre, ma è una questione che deve essere ancora e nuovamente presente nello sciopero delle donne dell'8 marzo: 
la condizione delle operaie,  fatta di sfruttamento e oppressione doppi, fatta anche di violenza padronale e morte per il profitto,  di cui si continua a parlare poco, con la stampa/mass media in maggioranza asservita ad un governo  pienamente al servizio dei padroni che non si devono disturbare, come dice la fascista Meloni, mentre affamati di profitto sfruttano operai e operaie fino ad ucciderli, la strage di Firenze all'Esselunga è l'ennesima strage sul lavoro, 
Un governo  che fa i decreti sugli appalti, che permettono ai padroni di ridurre la sicurezza a zero e quindi sempre più possono morire le operaie, gli operai in fabbrica, nei cantieri, le lavoratrici i lavoratori nei posti di lavoro, un governo con ministri feccia alla Nordio che si permette di dire di essere contro l'introduzione del reato di omicidio sul lavoro. 
Sosteniamo la lotta giusta che sta portando avanti anche la madre di Luana D'Orazio  "morta perché un orditoio a cui era stata intenzionalmente tolta una protezione l'ha inghiottita...." , le battaglie specifiche e immediate contro i padroni, questo governo, per la salute e sicurezza sul lavoro, per non morire di lavoro e per il lavoro, per gli aspetti anche più specifici che riguardano la condizione di lavoro delle donne lavoratrici, emersi anche in inchieste che abbiamo fatto negli anni tra le operaie e lavoratrici,   devono essere fatte e dobbiamo rivendicarle, portarle nello sciopero dell'8 marzo delle donne/lavoratrici ma è necessario inserirle anche  in un'ottica più ampia che deve porre la lotta contro il sistema sociale capitalista nel suo complesso, un sistema sociale che è la vera causa delle uccisioni delle operaie e degli operai per il profitto dei padroni e che deve essere spazzato via. 
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NORDIO CONTRO L'INTRODUZIONE DEL REATO DI OMICIDIO SUL LAVORO. LA MAMMA DI LUANA D'ORAZIO SCRIVE


Signor Ministro della Giustizia Nordio vogliamo incontrarla

Abbiamo lavorato per mesi a scrivere la proposta di legge per l'introduzione del reato di Omicidio sul lavoro e lesioni gravi e gravissime e per raccogliere, con il determinante contributo dell'USB, decine di migliaia di firme nelle piazze, nelle fabbriche, nei cantieri, tra la gente comune.

Abbiamo trovato il sostegno di forze sindacali, politiche, di intellettuali e gente dello spettacolo e dell'arte, abbiamo fatto diventare questa proposta l'unica proposta in campo per cercare di fermare lo sfruttamento dei lavoratori, la precarietà, il sistema degli appalti che sono alla base della mattanza quotidiana sui luoghi di lavoro.

Ci siamo anche un po' ispirati proprio all' introduzione dell'omicidio stradale e di quello nautico. Ci sembrava che non potesse esserci alcun motivo valido, a fronte di migliaia di morti e centinaia di migliaia di mutilati e invalidi ogni anno sui luoghi di lavoro perché non si adottasse la stessa determinazione anche nei confronti degli omicidi sui luoghi di lavoro. Una deterrenza forte, predisponendo una certezza della pena e una pena adeguata, se può esistere una pena adeguata per chi uccide in nome del profitto; aprendo a nuovi e più incisivi poteri per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, prevedendo una procedura d'urgenza nella discussione delle denunce sindacali sul mancato rispetto delle regole in materia di salvaguardia della salute e della sicurezza. Obbligando le aziende a predisporre gli obbligatori documenti di valutazione del rischio in modo che non fossero più solo un pezzo di carta da mostrare agli Ispettori a prescindere dal loro contenuto.

La sua laconica e lapidaria risposta a tutto questo è per noi frettolosa e irricevibile. Cosa sarebbe successo ai lavoratori del cantiere Esselunga se un giorno avessero improvvisamente deciso di fermarsi e uscire sulla strada fermando la circolazione per denunciare le gravi mancanze nel rispetto della tutela della salute sul loro posto di lavoro e magari anche il lavoro nero e l'assurdità del sistema degli appalti? Avrebbero rischiato pene altissime, fino a sei anni di reclusione, grazie alla reintroduzione del reato di blocco stradale. Una reintroduzione tesa a far desistere dal fare blocchi stradali o occupazioni di aziende chi avesse in animo di protestare per le condizioni di lavoro, contro i licenziamenti, a favore dell'ambiente...

Luana d'Orazio è morta perché un orditoio a cui era stata intenzionalmente tolta una protezione l'ha inghiottita. Il processo in corso sta delineando la classica conclusione, condanna irrisoria grazie al patteggiamento, nessuna effettività della pena.

Come Luana tante e tanti altri non vedono nella giustizia la determinazione ad agire per reprimere comportamenti dettati dalla sete di guadagni e dal disprezzo per la salute e la vita dei lavoratori. Il padrone di quella fabbrica, la ditta che gestiva il cantiere di Firenze avrebbe operato nello stesso modo di fronte alla previsione di pene adeguate alla gravità dei fatti?

Signor Ministro le chiediamo di incontrarci, anche solo per dirle che non intendiamo arretrare e che continueremo la nostra battaglia in nome di Luana e di tutte le migliaia di lavoratrici e lavoratori assassinati nei luoghi di lavoro e a cui chiediamo almeno che la giustizia dia ascolto.

Cinzia Della Porta Presidente Rete Iside

Emma Marrazzo mamma di Luana D’Orazio

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