Questa indizione sicuramente non la consideriamo solo un mero passaggio burocratico o tecnico necessario per l’attuazione dello sciopero ma sicuramente è un'indizione che cerchiamo sempre di trasformare in un fatto concreto, di mobilitazione e organizzazione in cui porre il protagonismo delle lavoratrici partendo dalle lotte che già fanno o dai posti di lavoro, quindi lavorare per organizzare concretamente lo sciopero in collegamento anche con quanto messo in campo dal movimento Nudm.
In questo senso porto a questo tavolo la voce di alcuni settori di lavoratrici, di operaie, di precarie, di disoccupate che organizziamo direttamente, che hanno già partecipato attivamente negli scioperi dell’8 marzo degli anni scorsi, ma che oggi è necessario che impugnino nuovamente lo sciopero come arma in una lotta che è certamente è più ampia e vede oggi il governo Meloni al potere.
In particolare a Palermo le precarie delle cooperative sociali in lotta da tanti anni che si occupano di assistenza nelle scuole verso gli studenti disabili, vivono una condizione di lavoro/non lavoro che di anno in anno é sempre più difficile con contratti in appalto sempre più precari, a volte anche di pochi mesi, con attacchi delle cooperative sociali soprattutto nei confronti delle lavoratrici donne che hanno dovuto lottare per esempio per essere pagate alla pari dei lavoratori uomini (i padroncini prendevano la scusa che erano sposate e quindi già mantenute) o che oggi sono attaccate da una presunta “questione del genere” imposta dai palazzi del potere, la Città Metropolitana, con assegnazione degli studenti disabili a seconda del genere, per cui in una realtà di maggioranza di studenti maschi disabili nelle scuole le precarie che sono in maggioranza donne restano paradossalmente senza lavoro, e diverse precarie sono rimaste fuori senza niente, senza lavoro e senza alcun reddito vista anche la cancellazione del reddito di cittadinanza da parte del governo Meloni, colpendo tantissime donne in questo paese.
Questa è una delle istanze, quella del lavoro per le donne con tutto quello che significa, da portare nello sciopero, quindi stiamo combattendo anche questa questione in una fase che appunto vede il governo Meloni che continua a stanziare soldi su soldi per la guerra imperialista mentre ha fatto un taglio consistente ai fondi per i disabili.
Ma parlo oggi anche delle operaie di una fabbrica del tessile di Mottola, in provincia di Taranto, in lotta contro la delocalizzazione della fabbrica che davanti i cancelli in questi mesi sono state in prima linea contro la chiusura della fabbrica per impedire che i macchinari fossero portati via dalla fabbrica. Con gli eventuali padroni nuovi si è parlato di assunzione prioritaria degli operai maschi rispetto alle donne.
Così le operaie della Beretta, fabbrica/salumificio in provincia di Milano, a maggioranza immigrate, sfruttatissime, che lavorano in condizioni pesanti anche sul piano della sicurezza, che hanno fatto già lo sciopero delle donne, come primo sciopero contro i padroni per la prima volta in fabbrica, represse e messe in contrapposizione con le operaie italiane proprio perché immigrate… ,
Ma ci sono altre operaie che versano in condizioni sempre più pesanti, vedi la Stellantis, ecc
Tutto questo naturalmente ha poi ripercussioni sulla vita delle lavoratrici fuori dal lavoro, il lavoro di cura sempre più scaricato sulla maggioranza delle donne che il governo considera solo madri…
Noi lavoreremo verso queste lavoratrici che organizziamo direttamente ma cercando di fare arrivare la necessità dello sciopero anche verso altri settori di lavoratrici anche se non le organizziamo direttamente facendo conoscere innanzitutto la realtà, le eventuali azioni di lotta, e cercando di trovare dei collegamenti. Faremo delle assemblee nelle città in cui siamo presenti e potremo portare i contenuti/azioni di lotta anche nelle assemblee di Nudm.
Uno sciopero che sicuramente, come hanno detto compagne prima, deve avere delle rivendicazioni immediate e specifiche ma che devono essere necessariamente inserite in una prospettiva più ampia che deve mettere in discussione nettamente il sistema sociale in cui viviamo, il sistema capitalista che fa della doppia oppressione della maggioranza delle donne una sua base (lavoro produttivo/lavoro riproduttivo).
In merito alla questione Cgil che fino ad oggi non ha indetto lo sciopero e che è stato un punto abbastanza discusso: partecipare o no alla riunione nazionale del 9 febbraio, scrivere una lettera specifica, interventi critici sull’atteggiamento elemosinante...
La Cgil ha firmato ora per esempio il contratto della scuola insieme a Cisl, Snals , io sono una lavoratrice della scuola ATA, un contratto che peggiora in modo significativo la condizione di lavoro del mondo della scuola e in particolare delle maggioranza delle lavoratrici docenti e ATA e non solo sul piano salariale. La Cgil di Landini non dimentichiamo è quella che ha invitato al suo congresso la Meloni.
Come hanno detto altre compagne è importante fare la differenza tra i vertici e la base, quando abbiamo fatto gli interventi in alcune fabbriche come la Stellantis a Melfi o a Mirafiori operaie iscritte alla Fiom hanno espresso critica verso i confederali. Noi dobbiamo sostenere concretamente le lavoratrici e delegate CGIL che vogliono scioperare e che organizzano lo sciopero anche mettendosi contro i vertici. Condividiamo ciò che hanno detto alcune compagne, come la compagna nudm/usb Catania, sul far scoppiare le contraddizioni.
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