Dall'intervento della compagna Mfpr di Taranto
Intanto vogliamo mandare un saluto forte, solidale a Ilenia Salis che è in carcere per una giustissima protesta, manifestazione che ci fu l'anno scorso contro un raduno nazista veramente illegale, inqualificabile, vergognoso. Questo raduno si è ripetuto anche quest'anno, anche se in forma meno eclatante, e questo è da attribuire solo e soltanto ad una maggiore mobilitazione degli antifascisti sia degli altri paesi sia ungheresi, giovani, donne.
Siamo pienamente con Ilaria Salis quando dice 'sono innocente', ma per noi il problema è che è giustissimo attaccare, protestare, lottare contro i neonazisti, che sono veramente un'onda nera, un cancro, che in Ungheria hanno la massima agibilità, il massimo sostegno da parte del governo; ma purtroppo, come stiamo vedendo, questo non accade solo in Ungheria ma anche qui da noi, vedi la manifestazione di più di 200 fascisti che c'è stata ad Acca Larenzia, per cui niente è stato fatto contro, se non qualche denuncia a singoli individui quando erano invece in tanti.
Quindi massimo sostegno alla battaglia che sta facendo Ilaria Salis, che sta facendo il padre. Continuiamo a parlarne, continuiamo a denunciare, continuiamo a portarla nelle nostre iniziative perché insieme a Ilaria dobbiamo tutte vincere su questo, perché è una vittoria non solo contro il governo Orban, ma una vittoria anche contro la migliore amica del governo Orban, contro la Meloni.
Un'altro saluto solidale, lo mandiamo alle compagne, compagni solidali, antifascisti che hanno manifestato per la Palestina e che sono stati caricati a Napoli in particolare, ma anche a Torino nello stesso giorno. Siamo arrivati al punto, come dicevano compagni di Napoli del SiCobas, che è la questura che dice quello che tu puoi scrivere nei cartelli e quello che non puoi scrivere, quello che puoi dire con gli slogan e quello che non puoi dire, insomma se non è dittatura questa, se non è moderno fascismo, che cos'è? E ci sono state delle compagne come Mimì di Napoli che hanno avuto la testa spaccata. Questa riunione manda una solidarietà collettiva perché noi continueremo sempre di più a manifestare al fianco del popolo palestinese e delle donne palestinesi.
A livello nazionale, e anche internazionale, sono state indette due giornate al fianco del popolo palestinese contro il genocida Stato di Israele, contro il massacratore Netanyahu, per il 23 e il 24. il 23 rivolto, con scioperi, assemblee, presidi, ai lavoratori, alle fabbriche, ai posti di lavoro; il 24 c'è una manifestazione nazionale in cui sarebbe utile non solo partecipare, ma portare forte la denuncia dei massacri, delle uccisioni delle donne che sta avvenendo in Palestina, sono già quasi 30.000 i massacrati di cui la maggior parte sono donne, bambini e dare forza alla resistenza delle donne che trasformano le loro lacrime, il loro immenso dolore in forza, lotta.
Milano come dicono gli stessi palestinesi è palestinese, dal 7 ottobre a Milano tutti i sabati ci sono state le manifestazioni ed è un faro continuo, acceso che continua a brillare proprio per mantenere alto il sostegno alla resistenza del popolo palestinese, la solidarietà e la denuncia e lotta contro il nostro governo. Anche qui la Meloni è stata una delle prime che è andata dopo il 7 ottobre a stringere la mano insanguinata di Netanyahu. Nelle manifestazioni bellissime di Milano le donne, le ragazze palestinesi sono l'anima, sono il cuore, sono tra le più combattive.
E’ stato detto che è stata proposta all’assemblea di Nudm una manifestazione nazionale in difesa del diritto d'aborto, secondo noi è giustissima e quanto mai opportuna a fronte anche delle cose che sono già state denunciate. E sarebbe il caso - questa potrebbe essere una nostra proposta - che questa manifestazione coincidesse con la giornata o le giornate in cui si faranno gli 'Stati generali sulla natalità'. I precedenti Stati generali si sono tenuti a Verona e ci fu in quell'occasione una grande manifestazione delle donne. Se uniamo, come sarebbe giusto, la manifestazione che rivendica giù le mani dal diritto di aborto, alla lotta contro gli Stati generali sulla natalità sarebbe buono.
Sull'8 Marzo. Le due realtà che devono essere centrali nell’8 marzo, sono le lavoratrici, le operaie delle fabbriche e le donne palestinesi. Le lavoratrici in maniera indomita, con tutti gli attacchi, le sofferenze, le minacce, i ricatti di essere licenziate per prime, di non avere più lavoro, con i contratti che vengono peggiorati, resi ultra precari, per non parlare delle discriminazioni su salari, mansioni, fino alle molestie sessuali, atteggiamenti offensivi, da parte dei capi, però lottano, non si fermano. Certo con mille difficoltà, timori, ma continuano a lottare.
L'otto Marzo non è uno sciopero sindacale - scioperi sindacali si fanno quasi ogni giorno, dal sud al nord, in ogni posto di lavoro, dalle fabbriche, che ora sono le grandi fabbriche bersaglio dell'attacco al posto di lavoro e al salario, in cui le donne non ce la fanno più, ai tanti posti di lavoro, servizi, cooperative, ecc. dove le lotte per forza si fanno e non aspettano le date. L'otto Marzo è qualcosa di più; è che le lavoratrici, le operaie, le proletarie in tutto il mondo - che subiscono non un attacco ma tutti gli attacchi da padroni, governo, maschi odiosi, e su cui ricade non un'oppressione ma tutte le oppressioni - prendono nelle loro mani la lotta perchè tutta la vita deve cambiare, perchè l'unica "soluzione" è rovesciare questa marcia società.
La violenza sessuale tocca sempre più spesso le donne proletarie, le donne che neanche hanno la possibilità a volte di essere indipendenti economicamente e quindi devono subire ed essere uccise quando dicono basta, quando rompono i legami - oramai sembra che una sorta di normalità che appena l’uomo si sente abbandonato, reagisce uccidendo la donna che lo ha lasciato. C'è un humus, un clima generale che spinge, fa vedere come naturale che se tu mi lasci, se tu vuoi fare scelte che sono indipendenti da me, maschio, io ti posso ammazzare.
È il fascismo che sta provocando un moderno patriarcalismo. Cioè non è più il vecchio patriarcalismo che si consumava solo nelle quattro mura di casa in cui le donne erano sottomesse, in cui vi era il "delitto d'onore". Ora c'è un moderno patriarcalismo mosso dall'odio, che reagisce quando le donne non vogliono essere sottomesse, vogliono rompere i legami. Si tratta non di un uomo all'antica ma di un uomo moderno che uccide oggi. Questo legame moderno fascismo che vuole portare le donne indietro di decenni e il moderno patriarcalismo, che ne è una faccia, pone la necessità di cambiare la lotta: per attaccare il patriarcalismo devi combattere il fascismo odierno.
Le lavoratrici a cui viene peggiorata l'esistenza sui posti di lavoro, ma che, stando insieme, comprendono l'arma dell'unità, che non ci sono condizioni individuali, private, ma collettive, di classe e che più facilmente comprendono la necessità della lotta collettiva per cambiare la vita loro e della maggioranza delle donne, per cambiare questo mondo; chi se non loro devono prendere in mano una lotta che chiaramente ha alla base le condizioni materiali, le condizioni economiche di lavoro e di vita ma che deve investire tutta la condizione delle donne.
Per questo facciamo un appello specifico alle operaie, alle lavoratrici, alle donne proletarie, perchè siate più audaci, più orgogliose, più determinate su tutto.
In un libro che si chiama "Vincenzina ora lo sa", la protagonista, un’operaia dell'Italsider di Bagnoli, parlando delle differenze salariali per cui le donne ricevono il 20% in meno del salario rispetto agli uomini, dice: non si tratta solo della trattenuta del 20%, “trattengono in busta paga la nostra dignità”. Cioè per le donne non è solo un problema di soldi, è un problema che i padroni trattengono la nostra dignità.
Per i padroni, per il governo - anche se nella loro stampa fanno uscire dati sulla condizione delle donne lavoratrici, anche se sentiremo in occasione dell'8 marzo dichiarazioni iper ipocrite della Meloni - è normale che ci siano differenze salariali, è normale che le donne abbiano i contratti peggiori, è normale che c'è un carico di sfruttamento, oppressione in più; ebbene, questo carico in più lo dobbiamo mettere anche noi contro il governo, i padroni.
Rispetto a questo governo fascista della Meloni, è vero ha un piano preciso, che governa a colpi di decreto, e finora l'ha sempre avuta vinta sui provvedimenti; un momento, però, abbiamo visto che è un governo anche fragile. E' bastato il grande 25 novembre che ci fosse la contestazione ai Provita, che ci fossero dei cartelli, degli slogan di sostegno alle donne palestinesi, o slogan, cartelli, come quelli portati da noi, contro il governo Meloni, che sulla loro stampa hanno gridato al "femminismo terrorista". Questo governo è forte ma è anche fragile per questioni interne, uno non è d'accordo con l'altro, Meloni non è d'accordo con Salvini, si fanno le scarpe a vicenda, non vi è una vera opposizione in parlamento. Se noi donne facciamo invece la nostra, vera, opposizione di lotta, allora tutta questa forza da parte del governo, dello Stato può essere incrinata.
L'altra questione importante e centrale nell'8 marzo proletario e internazionalista è la Palestina. Vogliamo portare con un contingente di lavoratrici nella manifestazione, il sostegno incondizionato alle donne palestinesi, alla resistenza del popolo palestinese, contro l'azione genocida e criminale dello Stato nazisionista di Israele, contro il governo Meloni complice. Portiamo il messaggio della lotta rivoluzionaria delle donne in tanti paesi del mondo.
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