"...Questo governo fascista ha un progetto chiaro ideologico/politico e uno dei centri dell'attacco sono le donne"
In merito alla assemblea nazionale di Nudm verso lo sciopero dell'8 marzo
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Sono d'accordo su un'analisi che abbiamo fatto proprio come Mfpr, cioè che questo governo Meloni ha un progetto chiaro che porta avanti e che vede le donne come uno dei centri dell’attacco ideologico/politico; le donne devono essere per questo governo ancora di più al servizio del Capitale e sono chiamate a fare figli per la produzione capitalistica e per la guerra. Chiaramente in questo contesto continuiamo a perdere terreno e continuiamo a perdere diritti e per di più c’è l’azione ideologica in primis del governo nelle scuole che con il ministro Valditara fa appello addirittura alle studentesse, quindi alle giovani donne, a partecipare agli Stati Generali sulla natalità, a sposare questa campagna al servizio delle associazioni antiabortiste Provita… il fascismo che c'è al governo è un progetto ben chiaro.
Condivido quanto abbiamo scritto in questo giorni parlando di una società che produce un patriarcalismo moderno, più sociale, più terribile, più istituzionale e più violento; e collegandomi a quelli che in generale sono i contenuti emersi dall'Assemblea di Nudm a Bologna, dove in delegazione abbiamo partecipato, con che cosa dovremmo combatterlo questo patriarcalismo moderno, attraverso l'educazione, attraverso la cultura o all'interno delle riforme? Non è questo il terreno che ci permette di poter cambiare davvero la situazione. Sicuramente ci sono degli aspetti positivi emersi all’Assemblea nazionale di Nudm, vi è stato un interrogarsi sul ruolo della famiglia, sulla patriarcalità, sul controllo dell'immigrazione, mettendo in evidenza come questi siano inseriti nella politica del governo, con le conseguenze drammatiche sulle nostre vite, sulle nostre condizioni di lavoro, sul mondo produttivo e riproduttivo, perché non ci si deve dimenticare, si diceva, che c'è anche poi tutta la conseguenza dell'erosione del welfare.
Così una delle questioni che si è posta all'interno dell'Assemblea è quella di partire dalla necessità di comprendere tutto questo contesto generale per cercare di capire come coniugare una lotta specifica con lo sciopero e come mettere insieme i risultati ottenuti il 25 novembre con lo sciopero dell'otto Marzo, perché si diceva non è assolutamente uno sbocco naturale.
Detto questo, c'è da dire però che i vari interventi che si sono succeduti si sono basati sulle singole realtà e a volte anche fin troppo specifici; qualche intervento ha posto un’analisi più condivisibile individuando le responsabilità a livello istituzionale… c'è stato per esempio l'intervento delle compagne di Lucha Y Siesta che hanno raccontato della lotta messa in campo e che sono riuscite ad ottenere di non dover pagare una forte multa e sono state assolte dall'accusa di occupazione dell'immobile a scopo di profitto, però, rimane comunque sempre sulla loro testa la questione della Regione Lazio, che invece vuole comunque in qualche modo sgomberarle e cercare di sottrarre loro lo stabile.
Diversi altri interventi si sono basati molto sulla questione del genere… per esempio sulla riforma del diritto di famiglia, oppure sulla L. 164 e l'importanza della involuzione di questa legge. Su questo aspetto c'è stato l’interessante intervento del nodo delle Marche in merito all’attacco al diritto di aborto con la proposta di una manifestazione nazionale, la denuncia dello spazio sempre più grande che stanno prendendo i gruppi pro vita che si stanno di nuovo riaffacciando sulla scena con la propaganda oscena e inannerrabile che fanno.
Ci sono stati anche degli interventi che poi sono stati riportati anche nel tavolo lavoro, sul bonus mamma 2024 che viene riconosciuto solo alle mamme con due figli, però a contratto indeterminato, quindi semplicemente fumo negli occhi; insieme con tutte le altre situazioni e decisioni governative contro la condizione di vita delle donne e come si sta tornando indietro.
La maggior parte dei temi, comunque, trattati all'interno dell'Assemblea sono stati attraversati anche dal tema del razzismo in tutte le sue forme e dall'abilismo che è emerso con la lettera che vi è stata il 25 novembre da parte di una compagna con handicap, che ha fatto una denuncia in merito…
Sullo sciopero dell'8 marzo in assemblea è stato detto che lo sciopero è una sfida e un percorso necessario contro la violenza sessuale, contro la violenza di questo governo che pone la maternità come unica dimensione del femminile.
Queste sono questioni su cui siamo sicuramente d'accordo. Però in generale agli interventi è mancato uno spessore chiaro e forte nell'individuare le responsabilità generali di questo governo fascista che, come detto prima, il progetto ce l'ha e ben chiaro; mentre nello stesso tempo non emergono delle indicazioni chiare per lottare contro; e questo impedisce di arrivare a quei settori di donne, sociali che ogni giorno vengono colpite da tutta la politica e azione del governo.
Per questo nel "Tavolo lavoro" la compagna Mfpr di Palermo è intervenuta per mettere in evidenza quelle che sono le essenzialità e l’importanza dello sciopero delle donne come arma di lotta di fase e in prospettiva rispetto all'intero sistema sociale che deve essere messo in discussione a 360 gradi e che, quindi, lo sciopero non è semplicemente una prassi sindacale.
Sulla questione della Palestina noi ci siamo espresse con l'intervento di una nostra compagna in modo chiaro e preciso di che cosa pensiamo e che cosa significhi essere accanto alle donne palestinesi, alla Resistenza del popolo palestinese. A differenza di alcuni interventi e posizioni non sempre chiare e con alcune contrapposizioni.
Antonella Mfpr Milano
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La concezione ideologica di fondo di Nudm è quella di un femminismo piccolo borghese, lo abbiamo analizzato, ma non abbiamo mai assunto atteggiamenti settari o liquidazionisti tout court nei confronti di un movimento che riesce a mobilitare migliaia di donne in piazza, nelle manifestazioni nazionali, e che al suo interno è composto da diverse “anime”. Abbiamo sempre espresso con sincerità rivoluzionaria le critiche alle posizioni che di fatto rischiano di sfociare nel riformismo come soluzione dei problemi all'interno di questo sistema capitalista e imperialista.
Al "Tavolo lavoro" abbiamo portato la nostra posizione, anche sindacale, sullo sciopero, chiarendo che l’indizione dello sciopero da parte dello Slai Cobas per il sc, organizzazione sindacale dove alcune nostre compagne sono anche delegate, non è affatto un fatto meramente burocratico o tecnico; ma l’organizzazione sindacale si mette al servizio dello sciopero delle donne, lavorando attivamente per rendere protagoniste nello sciopero le lavoratrici che già sono protagoniste di lotte o che si raggiungono nei posti di lavoro in diverse forme.
Uno sciopero che parte dai posti di lavoro con tutte le istanze che emergono dalla condizione che si vive in essi di sfruttamento, oppressione, negazione di diritti basilari, discriminazioni, repressione, molestie sessuali; ma ponendo la necessità di allargare la visuale a quello che è l’attacco più ampio e in ogni ambito che le lavoratrici, le donne subiscono da governo, padroni, in questo sistema sociale capitalista.
Si sono riportate le esperienze di lotta di alcuni settori di operaie, di lavoratrici, precarie che lottano o verso cui abbiamo fatto inchiesta, che in questi anni sono anche state attive nello sciopero delle donne, che hanno scioperato su una piattaforma ampia, dalle condizioni nei posti di lavoro alla violenza,/femminicidi, all’attacco del diritto di aborto, alla guerra, alla solidarietà internazionalista con le donne oppresse nel mondo, oggi in primis alle donne palestinesi.
Si è ribadita l'importanza dello sciopero delle donne non come fatto ripetitivo o da scadenzario ma come arma rinnovata di fase e in prospettiva nello stesso tempo di una lotta che deve mettere in discussione questo sistema sociale capitalista da combattere a 360 gradi.
Anche in questo tavolo è emersa la necessità di ragionare sul risultato raggiunto il 25 novembre e su come capitalizzarlo per metterlo al servizio anche dell'otto Marzo, in questo senso nello specifico, come collegarsi alle lavoratrici in modo più concreto “con un linguaggio più comprensibile… le lavoratrici si devono sentire chiamate in causa…” è stato detto in un intervento, una proposta concreta che è stata fatta è quella di una riunione nazionale telematica rivolta al settore delle lavoratrici del sociale, delle coop sociali, di cui ci sono state nel tavolo alcune testimonianze di lavoratrici in sciopero in questi giorni…
Donatella Mfpr e delegata Slai Cobas sc Palermo
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