Sin dai primi giorni dell’insediamento del governo Meloni abbiamo affermato che il primo governo guidato da una donna al servizio del capitale avrebbe colpito le donne e i loro diritti, a partire dal diritto d’aborto.
In realtà l’offensiva ideologica e pratica non è mancata da parte di questo governo, in primis con l’istituzione del ministero a guida Roccella “per la famiglia, la natalità e le pari opportunità”, con i disegni di legge presentati da diversi ministri/esponenti della maggioranza, come Gasparri, che prevedono il riconoscimento giuridico del concepito; il reato di surrogazione di maternità commesso all’estero e l’istituzione della “Giornata della vita nascente”; il senatore della Lega, Romeo, che ha invece presentato un ddl volto a modificare i consultori per “assicurare la tutela della vita umana sin dal concepimento”. Per non parlare delle iniziative prese da diversi EELL che vanno nella stessa direzione, pensiamo solo all’odiosa pratica della sepoltura dei feti abortiti anche senza il consenso dei genitori prevista da regolamenti, regioni che si rifiutano di recepire le indicazioni ministeriali volte all’introduzione della RU486 nei consultori, per non parlare dell’obiezione di coscienza che rende impossibile il ricorso all’IVG in tante regioni, città.
Si tratta di un attacco ideologico, politico, pratico contro la libertà di scelta delle donne in tema di maternità, che allude alla libertà di scelta delle donne in ogni ambito della loro vita, ed è questo che si vuole negare. Si vuole, invece, imporre, perpetuare il ruolo sociale riproduttivo delle donne, per farne puntello del sistema capitalista e imperialista, profondendo a piene mani l’humus reazionario, maschilista contro le donne che alimenta la loro più nera oppressione, sino alle più efferate violenze che sempre più frequentemente subiscono principalmente dentro le mura domestiche, da parte di mariti, compagni... Sempre le donne hanno abortito e continueranno a farlo, ma, se l’aborto è vietato, per le povere ci sono condizioni sanitarie, di rischio salute, ma anche conseguenze penali.
Il 6 maggio il movimento Non una di Meno ha indetto una manifestazione ad Ancona “per l’aborto libero, sicuro e gratuito”. Le Marche rappresentano un esempio in cui concretamente la possibilità di abortire per le donne è negata.
Il Mfpr aderisce a questa manifestazione. Noi riteniamo importante mobilitarci contro il governo Meloni, per questo parteciperemo con una delegazione perché è necessaria una lotta determinata, tenace contro gli attacchi al diritto d’aborto perché questa battaglia delle donne mette in discussione lo stato di cose esistente, allude alla necessità/possibilità di cambiare radicalmente questa società che non è immutabile.
Questa lotta è legata alla lotta contro l'attacco alle condizioni di vita, di lavoro, di reddito delle donne, alla lotta contro la guerra imperialista, i cui effetti vengono scaricati sui lavoratori e le masse popolari e peggiorano pesantemente le condizioni delle donne proletarie, le incatena sempre più al ruolo di incubatrici.
La Meloni, le sue ministre, con lo slogan "Dio, Patria, famiglia" e la campagna per fare figli riprendono alla grande la concezione, politica e prassi di fare delle donne delle "macchine per la riproduzione", per dare corpi e braccia al capitale e alla guerra.
Invitiamo le lavoratrici, le giovani che numerose si sono mobilitate il 25 aprile, il primo maggio di scendere in lotta contro un governo che sempre più apertamente mostra la sua anima fascista, sessista, razzista, guerrafondaia; perché per le donne
“Tutta la vita deve cambiare”
Sabato 6 maggio h.14.00
Ancona
Largo Fiera della pesca
Movimento femminista proletario rivoluzionario - Milano
per info, contatti: Mfpr.mi1@gmail.com
Proponiamo la lettura dell’opuscolo realizzato a cura delle compagne del mfpr
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