Milano Cassano d’Adda, uccide la moglie sparandole alla testa. Coppia in isolamento per Covid, lui: «Mi voleva lasciare»
Da circa due settimane i due vivevano a casa di lei, nel comune dell’hinterland milanese. Lei voleva interrompere la relazione, ma aveva deciso comunque di ospitarlo a casa sua. Per la donna, di 47 anni, non c’è stato nulla da fare.
Le ha sparato in testa mentre dormiva, il 47enne che si è poi costituito ai carabinieri per l’omicidio della sua compagna, intorno alle 2 di notte ad Albignano, un paesino alle porte Truccazzano, nel Milanese. Da circa due settimane i due vivevano a casa di lei, nel comune dell’hinterland milanese. Lei voleva interrompere la relazione, ma aveva deciso comunque di ospitarlo a casa sua (lui era di base a Bressanone, in provincia di Bolzano) per via dell’isolamento imposto dell’emergenza coronavirus. La vittima si chiamava Alessandra Cità e aveva 47 anni. Il suo compagno, invece, è Antonio Vena, coetaneo di origini siciliane e un impiego in una ditta di serramenti nella provincia in Alto Adige. Nella notte tra sabato e domenica, l’uomo si è presentato alla Caserma dei Carabinieri di Cassano d’Adda per confessare quanto aveva fatto «per gelosia».
Maltrattamenti in casa: con la quarantena aumentano gli Sos al centro anti-violenze
I casi di violenza domestica a Biella non sono cresciuti quanto riportano le drammatiche percentuali nazionali, in cui si fa riferimento a un aumento vicino al 75%, ma anche in provincia sono riprese le chiamate al centro antiviolenza, in particolare da quando l'orario è stato ampliato. Ora gli operatori sono attivi dal lunedì al sabato, compreso, dalle 9 alle 17. «In più abbiamo attivato un numero di cellulare (il 3280468929) – spiega l'avvocato Ilaria Sala dell'associazione “Non sei Sola” -, un messaggio è più veloce da mandare e altrettanto efficace. Grazie a queste due aggiunte siamo tornati al livello delle segnalazioni del periodo precedente l'emergenza. Soltanto questa settimana abbiamo seguito tre casi, oltre al contatto di una collega di Milano che si stava occupando di una donna residente nel Biellese. Può trattarsi anche soltanto di una richiesta di informazioni, una signora l'abbiamo indirizzata al pronto soccorso. E' comunque importante che trovino qualcuno con cui parlare». A rallentare l'attività del centro era stata all'inizio l'impossibilità di frequentare fisicamente lo sportello di via Caraccio. «Le donne devono però sapere che possono uscire di casa e andare a denunciare i maltrattamenti. Per questo è importante che sia attivo un contatto da cui possano ricevere informazioni».
Nell'ultimo mese non sono poi mancati i casi di maltrattamento o stalking approdati in tribunale, dove sono stati firmati una decina di ordini di allontanamento. Si va dal vicino di casa molesto anche se sposato alle violenze nei confronti della compagna, che proprio a causa dell'isolamento sociale richiesto dalla pandemia trova ancora più difficile sfuggire al proprio persecutore. Non si tratta di numeri fuori dall'ordinario, ma che comunque richiedono attenzione. Anche in questo periodo valgono le norme relative al Codice Rosso, che prevedono l'avvio delle indagini entro le 48 ore e poi, dopo l'eventuale riscontro, l'allontanamento immediato del coniuge e compagno violento.
Le ha sparato in testa mentre dormiva, il 47enne che si è poi costituito ai carabinieri per l’omicidio della sua compagna, intorno alle 2 di notte ad Albignano, un paesino alle porte Truccazzano, nel Milanese. Da circa due settimane i due vivevano a casa di lei, nel comune dell’hinterland milanese. Lei voleva interrompere la relazione, ma aveva deciso comunque di ospitarlo a casa sua (lui era di base a Bressanone, in provincia di Bolzano) per via dell’isolamento imposto dell’emergenza coronavirus. La vittima si chiamava Alessandra Cità e aveva 47 anni. Il suo compagno, invece, è Antonio Vena, coetaneo di origini siciliane e un impiego in una ditta di serramenti nella provincia in Alto Adige. Nella notte tra sabato e domenica, l’uomo si è presentato alla Caserma dei Carabinieri di Cassano d’Adda per confessare quanto aveva fatto «per gelosia».
Maltrattamenti in casa: con la quarantena aumentano gli Sos al centro anti-violenze
I casi di violenza domestica a Biella non sono cresciuti quanto riportano le drammatiche percentuali nazionali, in cui si fa riferimento a un aumento vicino al 75%, ma anche in provincia sono riprese le chiamate al centro antiviolenza, in particolare da quando l'orario è stato ampliato. Ora gli operatori sono attivi dal lunedì al sabato, compreso, dalle 9 alle 17. «In più abbiamo attivato un numero di cellulare (il 3280468929) – spiega l'avvocato Ilaria Sala dell'associazione “Non sei Sola” -, un messaggio è più veloce da mandare e altrettanto efficace. Grazie a queste due aggiunte siamo tornati al livello delle segnalazioni del periodo precedente l'emergenza. Soltanto questa settimana abbiamo seguito tre casi, oltre al contatto di una collega di Milano che si stava occupando di una donna residente nel Biellese. Può trattarsi anche soltanto di una richiesta di informazioni, una signora l'abbiamo indirizzata al pronto soccorso. E' comunque importante che trovino qualcuno con cui parlare». A rallentare l'attività del centro era stata all'inizio l'impossibilità di frequentare fisicamente lo sportello di via Caraccio. «Le donne devono però sapere che possono uscire di casa e andare a denunciare i maltrattamenti. Per questo è importante che sia attivo un contatto da cui possano ricevere informazioni».
Nell'ultimo mese non sono poi mancati i casi di maltrattamento o stalking approdati in tribunale, dove sono stati firmati una decina di ordini di allontanamento. Si va dal vicino di casa molesto anche se sposato alle violenze nei confronti della compagna, che proprio a causa dell'isolamento sociale richiesto dalla pandemia trova ancora più difficile sfuggire al proprio persecutore. Non si tratta di numeri fuori dall'ordinario, ma che comunque richiedono attenzione. Anche in questo periodo valgono le norme relative al Codice Rosso, che prevedono l'avvio delle indagini entro le 48 ore e poi, dopo l'eventuale riscontro, l'allontanamento immediato del coniuge e compagno violento.
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