Certo, non ci aspettavamo qualche improvviso provvedimento di "rallentamento" (come si dice) della condizione di casa/carcere delle donne, ma ora l'ideologia familista con questo decreto si fa più esplicita.
Le donne possono uscire solo per accompagnare i bambini o per passare dalla propria famiglia ad un'altra famiglia. Non puoi scegliere neanche chi andare a trovare, indipendentemente dei rapporti buoni o cattivi con la famiglia, è solo da genitori, o da un parente prossimo che si potrà andare, vale a dire, passare dal marito al padre... che non è proprio il massimo di libertà per le donne.
L'intermezzo per alcune è solo lo smart working, in cui le donne contemporaneamente mentre lavorano, senza neanche il limite di orario del posto di lavoro, si devono occupare dei bambini, li devono seguire nella didattica a distanza, devono fare le pulizie, devono cucinare... - come è scritto nell'articolo sulla condizione delle donne dello speciale coronavirus del giornale proletari comunisti: "Padroni e governo hanno realizzato la perfetta “conciliazione di lavoro e famiglia”, non separandoli, ma intrecciandoli minuto per minuto, rendendo così palese il doppio sfruttamento e oppressione".
Per chi deve riprendere dal 4 maggio a lavorare fuori, la "libertà" di movimento diventa casa-lavoro-casa. Se si voleva sintetizzare in una parola il doppio lavoro/sfruttamento delle donne, questo governo l'ha trovata...
Ancora una volta si da per scontato che per le donne “restiamoacasa” è normale. Il governo approfitta anche di questa situazione, per tenerci più incatenate al ruolo che questa società vuole per noi, principalmente: moglie, madre, “supplenti dello stato”.
E appare quasi scontato anche che con l'apertura delle fabbriche, cantieri, in generale settori produttivi, se si deve scegliere chi resta in casa per i bambini, usufruendo di permessi (per figli, 104, ecc...) al 90% saranno le donne che non andranno a lavorare.
Nonostante anche in questi giorni è dimostrato che lo stare in casa per le donne può significa anche morte, nulla di nulla viene deciso per rendere meno penosa e/o tragica questa gabbia.
Anzi... I numeri che si abbassano dei ricoveri, che non corrispondono certo a un calo delle morti o dei contagi, non vuole affatto dire che sono diminuite le persone che vengono curate in casa. E chi se non le donne se ne occupa?
Tutto questo non può essere accettato.
USCIAMO DALLA GABBIA ORGANIZZIAMO LA NOSTRA RABBIA!
MFPR
Le donne possono uscire solo per accompagnare i bambini o per passare dalla propria famiglia ad un'altra famiglia. Non puoi scegliere neanche chi andare a trovare, indipendentemente dei rapporti buoni o cattivi con la famiglia, è solo da genitori, o da un parente prossimo che si potrà andare, vale a dire, passare dal marito al padre... che non è proprio il massimo di libertà per le donne.
L'intermezzo per alcune è solo lo smart working, in cui le donne contemporaneamente mentre lavorano, senza neanche il limite di orario del posto di lavoro, si devono occupare dei bambini, li devono seguire nella didattica a distanza, devono fare le pulizie, devono cucinare... - come è scritto nell'articolo sulla condizione delle donne dello speciale coronavirus del giornale proletari comunisti: "Padroni e governo hanno realizzato la perfetta “conciliazione di lavoro e famiglia”, non separandoli, ma intrecciandoli minuto per minuto, rendendo così palese il doppio sfruttamento e oppressione".
Per chi deve riprendere dal 4 maggio a lavorare fuori, la "libertà" di movimento diventa casa-lavoro-casa. Se si voleva sintetizzare in una parola il doppio lavoro/sfruttamento delle donne, questo governo l'ha trovata...
Ancora una volta si da per scontato che per le donne “restiamoacasa” è normale. Il governo approfitta anche di questa situazione, per tenerci più incatenate al ruolo che questa società vuole per noi, principalmente: moglie, madre, “supplenti dello stato”.
E appare quasi scontato anche che con l'apertura delle fabbriche, cantieri, in generale settori produttivi, se si deve scegliere chi resta in casa per i bambini, usufruendo di permessi (per figli, 104, ecc...) al 90% saranno le donne che non andranno a lavorare.
Nonostante anche in questi giorni è dimostrato che lo stare in casa per le donne può significa anche morte, nulla di nulla viene deciso per rendere meno penosa e/o tragica questa gabbia.
Anzi... I numeri che si abbassano dei ricoveri, che non corrispondono certo a un calo delle morti o dei contagi, non vuole affatto dire che sono diminuite le persone che vengono curate in casa. E chi se non le donne se ne occupa?
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