Il giudice: "Licenziamento illegittimo", l'operatrice socio sanitaria di Carmagnola vince il ricorso contro una residenza per anziani: "L'azienda le affidi mansioni compatibili con lo stato di salute"
Licenziare una dipendente affetta da tumore è illegittimo. Lo ha deciso il tribunale del Lavoro di Asti con una sentenza che ripercorre le argomentazioni affermate dal giudice del lavoro di Ivrea qualche settimana fa, per il caso di Franco Minutiello, il netturbino malato di Parkinson della Teknoservice, l'azienda che si occupa della raccolta rifiuti del Canavese.
In questo caso la donna, operatrice socio sanitaria in una residenza per anziani di Carmagnola, è stata
licenziata dopo essere stata colpita da una recidiva di malattia tumorale che l'ha costretta prima a un periodo di inattività e, poi, a veder limitate le proprie mansioni. “La patologia ha provocato una infermità che non permette alla signora di sollevare e spostare carichi, come nel caso di pazienti non autosufficienti” aveva detto l'azienda, sostenendo che non ci fossero incarichi adatti alle sue condizioni.
L'operatrice sanitaria però, tramite l'avvocata Francesca Romana Guarnieri, ha fatto ricorso e la giudice Elisabetta Antoci ha riconosciuto l'illegittimità del licenziamento, intimando alla residenza per anziani di reintegrare la lavoratrice. “Il tribunale ha dichiarato nullo il licenziamento poiché discriminatorio in ragione della disabilità della lavoratrice affetta da tumore – spiega la legale - In particolare, è stata accertata la possibilità per il datore di lavoro di impiegare utilmente la lavoratrice, a cui erano assegnate mansioni di Operatrice socio sanitaria, in attività compatibili con le limitazioni fisiche stabilite dai giudizi medici”. Il riferimento nella sentenza è alle disposizioni sugli “accomodamenti ragionevoli”, imposti al datore di lavoro per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, stabiliti anche dalle norme europee.
Licenziare una dipendente affetta da tumore è illegittimo. Lo ha deciso il tribunale del Lavoro di Asti con una sentenza che ripercorre le argomentazioni affermate dal giudice del lavoro di Ivrea qualche settimana fa, per il caso di Franco Minutiello, il netturbino malato di Parkinson della Teknoservice, l'azienda che si occupa della raccolta rifiuti del Canavese.
In questo caso la donna, operatrice socio sanitaria in una residenza per anziani di Carmagnola, è stata
licenziata dopo essere stata colpita da una recidiva di malattia tumorale che l'ha costretta prima a un periodo di inattività e, poi, a veder limitate le proprie mansioni. “La patologia ha provocato una infermità che non permette alla signora di sollevare e spostare carichi, come nel caso di pazienti non autosufficienti” aveva detto l'azienda, sostenendo che non ci fossero incarichi adatti alle sue condizioni.
L'operatrice sanitaria però, tramite l'avvocata Francesca Romana Guarnieri, ha fatto ricorso e la giudice Elisabetta Antoci ha riconosciuto l'illegittimità del licenziamento, intimando alla residenza per anziani di reintegrare la lavoratrice. “Il tribunale ha dichiarato nullo il licenziamento poiché discriminatorio in ragione della disabilità della lavoratrice affetta da tumore – spiega la legale - In particolare, è stata accertata la possibilità per il datore di lavoro di impiegare utilmente la lavoratrice, a cui erano assegnate mansioni di Operatrice socio sanitaria, in attività compatibili con le limitazioni fisiche stabilite dai giudizi medici”. Il riferimento nella sentenza è alle disposizioni sugli “accomodamenti ragionevoli”, imposti al datore di lavoro per la tutela dei diritti delle persone con disabilità, stabiliti anche dalle norme europee.
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