Nell’audizione tenutasi ieri, 11 luglio, presso
      la Commissione Garanzia Scioperi dallo Slai cobas per il sindacato
      di
      classe, per lo sciopero delle donne dell’8 marzo scorso, la
      rappresentante ha ribadito la necessità, giustezza della
      proclamazione dello sciopero in tutti i settori in cui stanno
      lavoratrici, nessuno escluso. 
Questo sciopero – ha detto - non
      poteva essere considerato uno sciopero ordinario, per cui sarebbe
      stato possibile spostare la data affinché non agisse la franchigia
      elettorale per alcuni settori di lavoratrici, doveva essere fatto
      per
      forza nella giornata dell’8 marzo, per il grande significato di
      questa giornata in cui in tutto il mondo le donne scendevano in
      sciopero.
Era, quindi, uno sciopero
        irripetibile. Ed escludere dei settori lavorativi avrebbe
      significato porre una discriminazione verso alcune lavoratrici,
      mettere in discussione l’unità e l’uguaglianza di tutte le donne
      lavoratrici, e nell’8 marzo non ci potevano essere divisioni tra
      lavoratrici/donne con più o meno diritti.
Ha inoltre aggiunto che la CGS, a
      fronte della
            nostra nota del 6.2.18 che concludeva: “In
                  questo senso chiediamo
                di
non
                  applicare in senso meramente burocratico le regole
                  della
                  franchigia (fermo restando che lo sciopero avviene
                  comunque al 4°
                  giorno successivo le elezioni del 4 marzo)”, non
                  ha fatto seguire alcuna risposta facendo intendere che
                  vi era
                  “silenzio-assenso”, ma facendo giungere ben 4
                    mesi dopo la
                  delibera dell'apertura del provvedimento.
    
    
Infine
                  lo Slai cobas sc ha detto che non poteva comunque non
                  rispettare la
                  decisione che in ben due assemblee nazionali aveva
                  espresso la
                  maggioranza delle donne: nessuna restrizione allo
                  sciopero delle
                  donne. Perchè è linea e principio dello Slai cobas sc
                  non decidere
                  sulla testa e indipendentemente dalle lavoratrici. E
                  in questo caso,
                  a maggior ragione, cosa doveva contare di più:
                  l'accettazione di una
                  applicazione burocratica della legge (che noi fin dal
                  suo nascere
                  contestiamo) o la volontà delle donne di scendere in
                  sciopero? 
    
Il presidente e i 3 rappresentanti
      della CGS presenti all'audizione, pur dichiarando che il numero
      delle
      partecipanti allo sciopero dell'8 marzo nei settori oggetto della
      franchigia non aveva creato disservizi (purtroppo, diciamo
      noi...), e
      ammettendo che non avevano risposto alla nostra nota di richiesta
      di
      esonero dalla franchigia elettorale (si trattava poi solo di un
      giorno, non di tutto il periodo della franchigia), hanno, però,
      teso
      a sottolineare che il rispetto dei limiti di legge è un segno di
      civiltà, di rispetto dei cittadini.
    Ma su questo è chiaro che sono altri i
    criteri di “civiltà” e di “rispetto dei cittadini” che noi
    abbiamo.
    
Ma è venuto fuori anche altro in
      questa riunione di audizione, che probabilmente sarà
      l’argomentazione principale che la CGS utilizzerà se applicherà
      la sanzione contro lo Slai cobas sc. Tutti
      gli altri sindacati di base che avevano anche indetto lo
      sciopero dell’8 marzo, si sono assoggettati alla franchigia
      elettorale e, quindi, hanno accettato di escludere dallo sciopero
      settori di lavoratrici. 
Questo è negativo. Gli altri sindacati
      di base hanno ragionato in maniera burocratica; hanno di fatto
      considerato il valore dello sciopero delle donne dell’8 marzo alla
      stregua di un normale sciopero sindacale; non hanno tenuto conto
      della volontà della maggioranza delle lavoratrici, né della
      confusione, difficoltà che creava tra le lavoratrici, in uno
      sciopero che sicuramente non è facile.
Così si è rotta l’unità di azione
      necessaria dei sindacati proclamatori dello sciopero, lasciando lo
      Slai cobas sc – che aveva fatto un pubblico appello agli inizi di
      gennaio agli altri sindacati di base a non accettare la
      limitazione
      della franchigia elettorale, e quindi a fare fronte comune – da
      solo.
Ci auguriamo ora, se il provvedimento
      della CGS andrà avanti, che questi sindacati facciano sentire la
      loro solidarietà.
Ma a noi quello che interessa è
      soprattutto la solidarietà delle lavoratrici, delle donne, dei
      collettivi di nudm, e realtà di lotta delle donne.
Ora, aspetteremo il verbale della
      Commissione di Garanzia a cui seguirà la nuova delibera della
      Commissione. 
Lavoratrici Slai cobas per il
      sindacato
      di classe
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