COMUNICATO STAMPA E REPORT
Oggi, 25 novembre, abbiamo esposto uno striscione sotto l'ambasciata turca e il ministero della difesa, contro l’ISIS e l’imperialismo.
Perché l’isis é violenza sulle donne e l’imperialismo ne è padre e complice!
Perché l'oppressione di genere e di classe che l’ISIS persegue nei territori di conquista non sono altro che il frutto più barbaro di questa società capitalista e della sua espressione suprema: l’imperialismo.
Perché l'oppressione di genere e di classe che l’ISIS persegue nei territori di conquista non sono altro che il frutto più barbaro di questa società capitalista e della sua espressione suprema: l’imperialismo.
Siamo contro questo sistema, contro l’imperialismo del Califfato, dello Stato Turco che lo sostiene, dell’Italia, che continua a intrattenere eccellenti rapporti commerciali, politici e militari con la Turchia, della NATO, che l’ISIS ha generato ed i cui crimini contro l'umanità sono già incalcolabili.
Siamo con le donne kurde, per la rivoluzione sociale del Rojava, per la liberazione delle donne!
Il 25 novembre è nostro, è delle donne che si ribellano! E' delle sorelle che si battono contro il femminicidio per un cambiamento della società a 360° e oggi è al fianco delle combattenti kurde!
Le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario
Il 25 novembre è nostro, è delle donne che si ribellano! E' delle sorelle che si battono contro il femminicidio per un cambiamento della società a 360° e oggi è al fianco delle combattenti kurde!
Le compagne del movimento femminista proletario rivoluzionario
Questo il comunicato stampa e vedremo se lo pubblicheranno con le foto.
Ma l'Italia non è un paese democratico e a piena sovranità popolare, come vorrebbe far credere il governo e lo stesso Comune di Roma nelle sue parate istituzionali in occasione della giornata mondiale contro la violenza sulle donne!
Difatti la "democrazia" e la "sovranità popolare" si ferma a Via Palestro 28, dove ha sede l'ambasciata turca e dove cominciano gli interessi dell'imperialismo turco-italiano. E' qui che militari italiani, agli ordini degli agenti turchi in borghese fuoriusciti dall'ambasciata turca, ci hanno fermato, identificato, fatto loro una foto al nostro striscione e poi hanno chiamato anche i carabinieri (comandati da un maresciallo che ha prestato servizio per anni in Turchia) per ri-identificarci e costringerci a cancellare la foto scattata da noi davanti all'ambasciata turca!
Ma audentes fortuna iuvat e un uccellino ha bussato alla nostra porta con la foto censurata!
Nel pomeriggio abbiamo lasciato lo striscione incriminato in Via Tiburtina, nei pressi della zona universitaria, a S. Lorenzo
Report a cura di Luigia, mfpr-L'Aquila
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