Dopo l'attacco al diritto d'aborto il governo spagnolo usa i "luoghi comuni" più beceri in caso di violenze sessuali che colpevolizzano le donne, se la sono cercata se hanno subito violenza. Le donne devono stare a casa, nascoste secondo i suggerimenti del ministero dell' Interno dopo due gravi episodi di stupri di gruppo che si sono verificati in Spagna, spandendo a piene mani concezioni maschiliste, contro le donne
mfpr- Milano
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Spagna, consigli antistupro del governo: “Fischietti, tende chiuse e luci accese”
Pochi giorni dopo le violenze di gruppo avvenute a Malaga e Gandia, il ministero dell'Interno pubblica alcuni controversi suggerimenti rivolti alle donne. Allarme di politici e associazioni femminili. "Così si torna a dare colpa alle potenziali vittime"
di Silvia Ragusa
La paura costa meno dell’educazione. Almeno questo è quello che si evince dal sito del Ministero degli Interni di Madrid, che da qualche giorno offre una serie di controversi consigli contro la violenza sulle donne.
Tutte dirette esclusivamente al genere femminile. “Acquistare un
fischietto per spaventare il delinquente” o “chiudere le tende per
evitare sguardi indiscreti” sono solo due delle nove eccentriche
raccomandazioni che il sito ufficiale del governo iberico propone alle
donne per difendersi dai molestatori. Tutte sulla stessa scia: meglio
nascondersi e non dare nell’occhio.
Consigli che non sono certo passati inosservati sui social network e che hanno allertato blog e associazioni femminili. Diverse deputate del partito socialista hanno accusato il dipartimento diretto dal ministro Jorge Fernández Díaz
di voler colpevolizzare le donne: “Non c’è maggior pericolo che un
governo di incompetenti: chiudere le tende per evitare di essere
violentate, dice il Ministero degli Interni”. Così ha twittato ad
esempio l’ex segretaria di Stato delle Pari opportunità Soledad Murillo. Anche Puri Cusapié, dell’esecutivo del Psoe,
si è mostrata critica: “Si ritorna a dare la colpa della violenza alle
donne. Mi ha ricordato la famosa ‘sentenza minigonna’ (quando nel 1989
si giustificò un’aggressione sessuale da parte di un datore di lavoro
nei confronti di una dipendente di 17 anni per gli indumenti portati
dalla vittima, ndr). Anche l’eurodeputata spagnola Elena Valenciano
ha diffuso una nota, denunciando i consigli del ministero degli Interni
sulla prevenzione alla violenza di genere in quanto “alimentano il
mostro del machismo dominante”.
E la formazione di Izquierda Unida
ha tacciato la lista come “indegna e intollerabile” e ne ha chiesto la
rimozione. I nove punti pubblicati online dal governo iberico arrivano
dopo due stupri di gruppo che hanno scosso l’opinione pubblica spagnola,
avvenuti lo scorso fine settimana: il primo a Malaga (una giovane di 20 anni violentata da cinque ragazzi), il secondo a Gandia (una diciannovenne vittima di quattro uomini). Se il ministero degli Interni
voleva dimostrare la propria vicinanza alle vittime di violenza, non ha
però azzeccato neppure uno di queste raccomandazioni: “non passeggiare
per vie solitarie”; “evitare di notte le fermate degli autobus”;
“guardare attorno alla propria auto prima di utilizzarla o di
parcheggiare”; “non mostrare il proprio nome per intero nella buca delle
lettera se si vive sole”; “non entrare in ascensore se c’è un
estraneo”; “accendere la luce in più stanze per far vedere che in casa
vivono più persone”.
Ma dopo l’indignazione collettiva sui social
network e le dure reazioni politiche e sociali, fonti del Ministero
hanno annunciato all’agenzia di stampa iberica che i consigli
antiviolenza verranno modificati. Resta solo da capire in che modo.
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