Pubblichiamo, diffondiamo, firmiamo quest'appello di Amnesty International.
Razieh Ebrahimi è stata costretta a sposarsi a 14 anni ed è stata condannata a morte in Iran quando ne aveva 17 per aver ucciso il marito dopo anni di abusi fisici e psicologici
© Amnesty International Germania |
Razieh
Ebrahimi è stata condannata a morte per l'omicidio del marito, commesso
nel 2010 quando aveva 17 anni. La sua sentenza è stata inviata
all'Ufficio per l'attuazione delle sentenze: l'esecuzione potrebbe
dunque avvenire in qualsiasi momento.
Razieh Ebrahimi è stata condannata a morte nel 2010 in base al principio del qesas (riparazione) dalla sezione 17 del tribunale penale di Ahvaz, che l'ha giudicata colpevole dell'omicidio del marito, avvenuto nello stesso anno, quando la ragazza aveva 17 anni.
La ragazza avrebbe confessato di aver ucciso il marito durante il sonno e di averlo fatto a seguito di anni di abusi fisici e psicologici. Era stata data in sposa al marito all'età di 14 anni.
Secondo le informazioni in possesso di Amnesty International, l'esecuzione di Razieh Ebrahimi sarebbe dovuta avvenire alcuni mesi fa, ma è stata bloccata quando è stato riferito alle autorità che la ragazza era minorenne al momento del reato. Alla luce di questo, i suoi avvocati hanno quindi presentato alla Corte suprema la richiesta di un nuovo processo; tuttavia la richiesta è stata respinta.
Secondo la legge iraniana, le persone condannate in base al principio della qesas, non possono chiedere la grazia o l'amnistia accordata dalla Guida suprema. La sentenza, quando confermata dalla Corte suprema, può essere attuata in ogni momento su richiesta della famiglia della vittima.
Nessun commento:
Posta un commento