17/03/13

Un papa gesuita e restauratore alla testa della Chiesa


Il nuovo papa, Jorge Mario Bergoglio, ha deciso di chiamarsi Francesco. E’ l’apoteosi dell'ipocrisia per il monarca assoluto di una delle istituzioni più ricche e potenti del pianeta, non solo per il controllo ideologico-religioso che essa esercita su centinaia di milioni di esseri umani, ma anche per la sua influenza politica e per i capitali che possiede. La Chiesa cattolica possiede il secondo tesoro aureo del mondo; le sue riserve finanziarie (visibili) superano i 300 miliardi di euro; è proprietaria di innumerevoli immobili, industrie elettroniche, siderurgiche, del cemento, tessili, chimiche, alimentari, di costruzioni; detiene migliaia di miliardi di titoli di proprietà nei più disparati settori (ferro, distillerie, acqua potabile, gas, sanità, scuole, alberghi, apparecchiature industriali); è il maggiore latifondista del mondo; possiede molte banche, e lo Stato della Città del Vaticano è un paradiso fiscale. Come ha accumulato tanta ricchezza e potere l’impero che Francesco ha accettato di governare? L’indiscutibile evidenza storica ha mostrato il ruolo nefasto svolto dalla Chiesa cattolica durante i secoli nei processi di sfruttamento e saccheggio dei popoli, specie quelli sudamericani. Sono ricchezze bagnate di sangue, quelle che Francesco eredita. Se seguisse l’esempio del «poverello di Assisi» dovrebbe rinunciarvi. Ma non lo farà mai, perché il Vaticano è un pilastro fondamentale per il mantenimento del sistema capitalistico. Per i poveri (che con la crisi sono sempre di più e sempre più affamati, mentre i ricchi aumentano i loro guadagni), per i migranti, per coloro che vivono nelle zone di guerra, ci saranno solo carità e preghiere. E il mondo disumano del capitalismo che Francesco e la Chiesa perpetuano. Bergoglio è latinoamericano. La scelta della sua elezione è evidentemente politica, volta a frenare l'avanzata della sinistra rivoluzionaria e dei comunisti in un subcontinente che la Chiesa cattolica considera una riserva da preservare a tutti i costi (dopo la perdita dell’Europa), da tenere in pugno per subordinare i popoli all’imperialismo, ai latifondisti, alla borghesia locale, per accumulare ricchezze, come ha sempre fatto. E il nuovo papa ha una certa esperienza in materia, visto il ruolo giocato nel periodo del dittatore fascista Videla. Bergoglio è gesuita e si è subito presentato come il vescovo che vuol dare impulso all'evangelizzazione e catechizzare i ceti subalterni con le vecchie tradizioni cattoliche: lo scontro col mondo moderno sarà particolarmente duro sul terreno dell'insegnamento e dei diritti delle donne e degli omosessuali.
Si aggraverà l’ingerenza vaticana nella sfera politica e istituzionale. Francesco è chiamato a risolvere la crisi devastante della Chiesa, scossa da scandali, corruzione, reati sessuali, gravi problemi finanziari, acute lotte intestine. Una crisi più grave e profonda di quella che appare alla superficie, una crisi di carattere epocale. Riuscirà a ripulire l’immagine della Chiesa, recuperare il prestigio perduto e riformare “tranquillamente” la comunità ecclesiale? Non lo crediamo. A tal fine non basta la rinunzia di Ratzinger e la nomina di un uomo apparentemente “umile”. La potenza reazionaria del Vaticano è storicamente in declino e non può risollevarsi, poiché si sono esaurite le condizioni della sua vecchia egemonia. Le sue lotte intestine non cesseranno, e il modello gesuita di obbedienza assoluta ai superiori per la sopportazione paziente di vessazioni e umiliazioni provocherà nuove divisioni. Bergoglio è un restauratore a tutto campo che non risolverà la crisi della Chiesa, ma l’accentuerà. Per scalzare dalle le sue posizioni tradizionali la gerarchia cattolica, tutti i comunisti - alla testa di un ampio schieramento di forze laiche e progressiste - debbono rilanciare la lotta su alcuni obiettivi immediati: fine dei finanziamenti al Vaticano, alla Chiesa, alle scuole e alla sanità privata, agli enti religiosi; abolizione dell’8x1000; forte tassazione per i beni mobili e immobili della “Vaticano S.p.A.” e degli enti ecclesiastici, con restituzione degli arretrati; soppressione di tutti i privilegi economici, sociali e fiscali del Vaticano e della Chiesa; verità e giustizia sui traffici finanziari dello IOR; basta con le emissioni prevaricatrici di Radio vaticana; completa separazione della Chiesa dallo Stato; lotta all’oscurantismo religioso, alle ingerenze clericali; difesa intransigente dei diritti delle donne e degli omosessuali; una scienza e una scuola libere da ogni condizionamento e da tutte le confessioni religiose. La “questione vaticana” sarà risolta definitivamente dal proletariato quando instaurerà la sua dittatura. Allora saranno dichiarati nulli e senza effetto i Concordati e le varie intese stipulate dallo Stato italiano con le confessioni religiose. Tutti i beni appartenenti alle istituzioni religiose saranno espropriati senza indennizzo. La Città del Vaticano sarà annessa allo Stato italiano.

14.3.2013
Piattaforma Comunista

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