Al fianco di Marinella stuprata anche nelle aule del tribunale
Stupro di Montalto - Arringhe finali delle difese - Sentenza il 25 marzo
“Sono ragazzi normali, non mostri”
Ragazzi di buona famiglia. Sani. Senza alcun disturbo di personalità. In una sola parola: normali.
E’ così che le difese descrivono gli otto ventenni accusati di aver violentato una coetanea a una festa nel 2007.
Il processo al tribunale dei minori per il presunto stupro di Montalto di Castro è alle battute finali. All’udienza di ieri hanno parlato i difensori di sei dei ragazzi alla sbarra. La conclusione è stata la stessa per tutti: richiesta di assoluzione per non aver commesso il fatto o, in caso di condanna, l’avvio di un percorso di reinserimento sociale attraverso la messa in prova.
I difensori hanno contestato punto per punto la requisitoria del pm Paolella. Complessivamente, la pubblica accusa aveva chiesto oltre ventott’anni di carcere per gli otto ventenni. Ma, per gli avvocati, la ricostruzione del pubblico ministero poggia su basi estremamente fragili. A confermare quella serie di violenze in un angolo della pineta di Montalto, la notte del primo aprile 2007, ci sono solo i racconti della ragazza. La sua parola contro quella degli imputati e di tutti quei testimoni che sostengono che la presunta vittima fosse in realtà consenziente.
Su questo hanno puntato maggiormente le difese. Sui contrasti tra la versione della ragazza e i ricordi di alcuni invitati alla festa che escludono la violenza. L’accusa ritiene siano testimonianze “di parte”: per la ragazza lo stupro c’è stato, ne ha sofferto e ne soffre ancora. Le difese controbattono anche sul piano medico. Non esiste un referto del pronto soccorso che attesti gli abusi. Né una positività degli imputati a un qualche disturbo di personalità che li renda inclini a commettere reati sessuali. Gli psicologi e i neuropsichiatri che li hanno visitati parlano di loro come di ragazzi normali, che studiano e lavorano.
Il pubblico ministero ha già annunciato di voler replicare. Lo farà alla prossima udienza del 25 marzo. L’ultima. Dopodiché, i giudici si ritireranno per la sentenza.
Stupro di Montalto - Arringhe finali delle difese - Sentenza il 25 marzo
“Sono ragazzi normali, non mostri”
Ragazzi di buona famiglia. Sani. Senza alcun disturbo di personalità. In una sola parola: normali.
E’ così che le difese descrivono gli otto ventenni accusati di aver violentato una coetanea a una festa nel 2007.
Il processo al tribunale dei minori per il presunto stupro di Montalto di Castro è alle battute finali. All’udienza di ieri hanno parlato i difensori di sei dei ragazzi alla sbarra. La conclusione è stata la stessa per tutti: richiesta di assoluzione per non aver commesso il fatto o, in caso di condanna, l’avvio di un percorso di reinserimento sociale attraverso la messa in prova.
I difensori hanno contestato punto per punto la requisitoria del pm Paolella. Complessivamente, la pubblica accusa aveva chiesto oltre ventott’anni di carcere per gli otto ventenni. Ma, per gli avvocati, la ricostruzione del pubblico ministero poggia su basi estremamente fragili. A confermare quella serie di violenze in un angolo della pineta di Montalto, la notte del primo aprile 2007, ci sono solo i racconti della ragazza. La sua parola contro quella degli imputati e di tutti quei testimoni che sostengono che la presunta vittima fosse in realtà consenziente.
Su questo hanno puntato maggiormente le difese. Sui contrasti tra la versione della ragazza e i ricordi di alcuni invitati alla festa che escludono la violenza. L’accusa ritiene siano testimonianze “di parte”: per la ragazza lo stupro c’è stato, ne ha sofferto e ne soffre ancora. Le difese controbattono anche sul piano medico. Non esiste un referto del pronto soccorso che attesti gli abusi. Né una positività degli imputati a un qualche disturbo di personalità che li renda inclini a commettere reati sessuali. Gli psicologi e i neuropsichiatri che li hanno visitati parlano di loro come di ragazzi normali, che studiano e lavorano.
Il pubblico ministero ha già annunciato di voler replicare. Lo farà alla prossima udienza del 25 marzo. L’ultima. Dopodiché, i giudici si ritireranno per la sentenza.
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