27/03/13

L'Aquila, ma quale apologia di reato: TUTTI ASSOLTI PERCHE' IL FATTO NON SUSSISTE!

“la fabbrica ci uccide, lo Stato ci imprigiona che cazzo ce ne frega di Biagi e di D’Antona”.


Questo slogan, il corpo del reato contestato a 11 compagne e compagni, condannati in primo grado il 16 novembre 2010 a due anni di carcere ciascuno per l’articolo 414 cpp, apologia di reato.

I fatti risalgono al corteo del 3 giugno 2007 a L’Aquila contro il carcere, il 41 bis, in solidarietà ai rivoluzionari prigionieri e alle lotte di tutti i detenuti.


Presenti in aula oggi, gli avvocati Giannangeli, Calia, Andrea e altri avvocati dei compagni, che hanno smontato pezzo pezzo il castello accusatorio ordito dalla digos di L'Aquila in combutta con la digos di altre città per offrire al sistema repressivo altri capi espiatori da immolare sull'altare padronale del capitale.

Non ce l'hanno fatta e questa è una vittoria importante per tutti e tutte!


Fuori dall'aula si è tenuto un presidio con volantinaggio ed esposizione di uno striscione con sù scritto: contro carcere, isolamento, 41 bis, uniti nella lotta. Assemblea di lotta “Uniti contro la repressione”

Leggi il resoconto scritto da alcuni imputati del processo.

Nessun commento: