Nell’azione del governo sull’educazione sessuale nelle scuole, sul ddl sul “consenso libero e attuale” contro gli stupri, sul “reato di femminicidio”, alla fine lo scopo è sempre e solo la repressione.
Guardiamo l'educazione sessuo-affettiva. Questo provvedimento, apparentemente di risposta alle richieste del movimento femminista, delle varie voci di democratici, avrà in realtà come conseguenza quella di impedire, reprimere che all'interno delle scuole ci siano delle voci differenti. Non si tratta solo di aver imposto il consenso formale dei genitori che vuole cancellare la possibilità che gli studenti, le studentesse in particolare, o anche gli insegnanti liberamente possano decidere di fare l'educazione nelle scuole; ma di porre per “legge” il divieto a studenti, a insegnanti democratici, di farla decidendo loro come e chi deve entrare nelle scuole, e chi non si attiene alle regole verrà represso – come è accaduto in tante scuole contro insegnanti, studenti che parlavano della Palestina.
Non solo. Valditara, deputati in parlamento della maggioranza del governo hanno caricato questo provvedimento di un umore viscerale contro le donne, contro i diritti democratici e contro tutto ciò che non è allineato alla concezione - come ha detto nella presentazione in parlamento il deputato leghista Sasso - di “Dio, Patria e Famiglia”.
E questo è l'aspetto più da contrastare perché è quello più pericoloso, più invadente.
In questo senso anche noi dobbiamo attrezzarci, strumentarci di più nel denunciare questa politica del governo rispetto alle donne, rispetto agli effetti drammatici di femminicidi, stupri, che ci sono e aumentano.
Proprio sulle donne si vede bene l'aspetto ideologico con cui vengono caricati questi provvedimenti.
E’ chiaro che anche per esempio sugli immigrati c'è una linea più repressiva, ma non tanto, rispetto alla posizione e all'azione dei governi precedenti, ma su questo siamo in una peggiore continuità. Sulla questione delle donne, invece, diventa chiaro il salto in termini proprio di humus viscerale, cioè di fascismo; si vede chiaro soprattutto qui che sono “fascisti dentro”.
E questi aspetti sono quelli che più influenzano, a volte negativamente, anche i movimenti, le possibili lotte, che necessariamente anch’esse devono fare un salto.
Nello stesso tempo, però, questo ci permette di arricchire la nostra azione e la nostra propaganda. Ci permette non solo di denunciare il governo della Meloni come fascista, ma di articolare come questo fascismo va avanti, che cosa è fascismo nel concreto della realtà, mostrandone tutti gli aspetti, che per le donne hanno un peso soprattutto ideologico.
Tornando alla questione dell’educazione sessuo-affettiva nelle scuole col consenso dei genitori, il deputato leghista ha affermato che comunque l'educazione prioritaria è nella famiglia; quindi, viene prima la famiglia della scuola, e quindi non è possibile che la famiglia sia tenuta fuori dalla decisione di far partecipare o meno i figli a queste lezioni. Quella famiglia che oggi è la tomba per tante donne, dove avvengono la maggiorparte dei femminicidi; questa famiglia dovrebbe educare?
Questo miserabile reazionario deputato chiude dicendo: attenzione, guardate che “questo è il massimo della democrazia in ambito scolastico”. Per cui tutto ciò che non si attiene alle loro regole deve essere represso, perché questo è il “massimo della democrazia”.
Ecco, che anche sulle donne, anche provvedimenti apparentemente positivi, con questo governo hanno come effetto una politica e un’azione da “decreti sicurezza”.
Ma questi luridi personaggi ci danno, però, ulteriori strumenti per articolare in maniera più approfondita il nostro lavoro, le nostre parole d'ordini.

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