11/12/25

Perchè la parola d'ordine di Nudm "Sabotiamo guerre e patriarcato" non va bene - 2

Lo striscione d’apertura della manifestazione nazionale di Nudm del 22 novembre “Sabotiamo guerra e patriarcato” è una parola d'ordine sbagliata, frutto di una concezione che si traduce in un tipo di direzione della lotta, dei movimenti, ecc.

Ognuna di quelle parole che stavano nello striscione iniziale è sbagliata ed è controproducente. In un certo senso lo spiegano bene anche alcune interviste o editoriali comparsi su giornali, il Manifesto, Domani, eccetera, subito dopo il 22 novembre.

Per esempio, su Domani si dice “anche la guerra è una manifestazione del potere machista che schiaccia le vite”, e questo lo diceva una rappresentante di un centro antiviolenza e di Nudm.

Quindi, praticamente, si dice che quello che succede, le guerre - al di là del fatto che mettere insieme tutte le guerre si fa un polpettone, si finisce per comprendere anche le guerre di popolo; poi non si distingue ciò che avviene in Palestina, dove non c'è una “guerra” ma un genocidio, dalla guerra in Ucraina (di questa necessaria distinzione ne abbiamo già parlato) - sono determinate dal potere maschilista.

Quindi per il genocidio in Palestina, la guerra in Ucraina, ecc, non c'entra l'imperialismo, non c'entra lo stato nazisionista di Israele, l'imperialismo americano, la complicità dei nostri governi (in cui per es. da noi al potere c'è una donna e non un maschio, così come a livello UE c'è una donna), ma le “guerre” dipendono dal potere maschile e quindi dal patriarcato. Ma dire questo è grave, perché nasconde l'azione dell'imperialismo, degli stati, dei governi borghesi, sempre più reazionari, moderno fascisti; e oggettivamente diventa quasi una giustificazione per i Trump, per i Netanyahu, ecc.

C’è inoltre una sorta di scambio di posti nella storia; nel senso che ciò che viene prima, l'imperialismo, il sistema capitalista, viene invece messo come effetto non come causa. Certo ogni tanto Nudm parla di “capitalismo” ma per essa viene prima il "patriarcato" e dopo il capitalismo; invece è esattamente l'inverso.

Come abbiamo detto più volte, è chiaro che il sistema capitalista in un certo senso raccoglie tutto il reazionario, il peggio, che il fascismo è la sintesi di tutto ciò che è reazionario e quindi usa anche il patriarcalismo - e giustamente noi parliamo di “moderno patriarcalismo” - per rafforzare la propria azione, salvaguardare i suoi scopi, interessi, ma è appunto il sistema capitalista il motore, la causa e il patriarcalismo è un effetto.

Invece si fa uno spostamento di posti, che diventa un'attenuante e a volte proprio una cancellazione dell’imperialismo, del capitalismo che originano queste guerre.

Di fatto la lotta contro l’oppressione, violenze sessuali contro le donne diventa fondamentalmente un problema di cultura, un problema di educazione, per “sabotare” o (come era detto nella manifestazione del 2024) “disarmare” il patriarcato.

Ma questa è una concezione anti materialismo storico, che non analizza il movimento della storia dell’umanità; una concezione che ha influenza in tutti i campi, e che bisogna criticare.

Altra questione. Si fa un continuum tra violenza patriarcale e genocidio. Ma così non è.

Anche questo è profondamente sbagliato e anti-realtà. Non si può mettere sullo stesso piano la violenza sessuale nei paesi imperialisti con il genocidio di un intero popolo. Per noi ogni donna uccisa è un attacco a tutte le donne, però in Palestina c'è un genocidio! Allora mettere sullo stesso piano è non cogliere la immane tragedia della situazione in Palestina.

Rispetto al comunicato di Nudm che indiceva la manifestazione del 22, e anche rispetto ad alcuni interventi all'assemblea nazionale, avevamo detto che sulla denuncia eravamo in generale d'accordo. Ma quella denuncia poi non ha avuto il suo peso nella manifestazione, che è stata più arretrata nelle parole d’ordine.

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