01/11/25

Massima solidarietà, sostegno pieno a Francesca Albanese - SI', che le streghe ritornino in tante e vi facciano realmente tremare...!


Il movimento femminista proletario rivoluzionario, le lavoratrici, le compagne del mfpr sono pienamente dalla parte di Francesca Albanese e le esprimiamo tutta la nostra solidarietà.
L'hanno chiamata, attaccata, offesa in tutte le maniere, con parole che solo i reazionari, gli assassini fascisti al potere hanno nelle loro nere corde; ma dimostrando così solo chi sono e da che parte stanno: criminali, macellai di donne, bambini, dalla parte del genocidio del popolo palestinese, di cui gli Usa/Trump e tutti i paesi imperialisti, in prima fila l'Italia, sono pienamente complici.  
La attaccano volgarmente perchè Francesca Albanese dice semplicemente la verità e la verità accusa e colpisce. 
Mao Tse tung ha detto: “È bene se siamo attaccati dal nemico, poiché ciò dimostra che abbiamo tracciato una netta linea di demarcazione tra il nemico e noi. È ancora meglio se il nemico ci attacca con violenza e ci dipinge a fosche tinte e senza un’ombra di virtù, poiché ciò dimostra che non solo abbiamo tracciato una netta linea di demarcazione tra il nemico e noi, ma abbiamo anche riportato notevoli successi nel nostro lavoro.”
Le ultime espressioni volgari, isteriche gridate dal rappresentante di Israele all'Onu, non volendo, illudendosi di offendere, invece hanno detto una cosa giusta: "Lei è una strega...".
Ma per noi donne questo è un complimento, è uno slogan da tempo del movimento femminista: "Tremate, tremate... le streghe son tornate"
Ebbene sì, volevate offendere Francesca e invece le avete fatto un complimento.
E tutte noi diciamo: Attenti, ci sono tante streghe che sono tornate e tante altre ne verranno che vogliono farvi realmente tremare e vogliono rovesciare questi governi, questi Stati imperialisti che producono solo guerre, orrore, crimini contro l'umanità. 
Siamo le "streghe" che sono con le donne eroiche palestinesi che trasformano il loro immenso dolore in forza, in resistenza. 
Francesca Albanese continua nel tuo lavoro!
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Da Il Manifesto
Genocidio a Gaza «crimine collettivo», una strega si aggira per il mondo
di Roberta De Monticelli
"...Il volto terreo, le labbra serrate dall’ira di Danny Danon, rappresentante di Israele all’Onu, hanno fatto il giro del mondo, insieme alle parole con cui ha apostrofato la relatrice speciale Francesca Albanese: «Lei è una strega e questo rapporto è il suo libro degli incantesimi».
Dopo la presentazione del suo ultimo rapporto: “Il genocidio di Gaza: un crimine collettivo”. La special rapporteur, che a causa delle sanzioni trumpiane non può più entrare negli Stati Uniti, lo aveva presentato in collegamento da Johannesburg, Sudafrica...
SOLO A PARTIRE dal 2022 questo consenso si dispiega nello spazio pubblico, con il rapporto di Amnesty International che lo denuncia vigente in Israele. Come attesta anche il primo rapporto Albanese, dello stesso anno, “Sulla situazione dei diritti umani in Palestina”. Il mondo intero assiste col fiato sospeso, nel novembre del 2023 alle requisitorie dei delegati sudafricani (e alla difesa di quelli israeliani) sull’accusa di genocidio nei confronti del governo israeliano, presentata alla Corte internazionale di giustizia dell’Aja, e poi alla pronuncia di questa nel gennaio 2024, a partire dalla quale tutti gli stati sottoscrittori hanno l’obbligo di agire perché questo genocidio in corso cessi immediatamente, troncando qualunque forma di supporto diretti o indiretto alla sua continuazione, come la Corte stessa ha ribadito in numerose altre occasioni.
L’ULTIMO RAPPORTO di Albanese mostra quali e quanti stati (63, fra cui l’Italia) hanno violato quest’obbligo, caso per caso, configurando appunto un «crimine collettivo».
Scende nelle profondità del tempo la radice dell’albero di cui i rapporti di Albanese sono le ultime foglie. Nella sua lezione Albanese aveva ricordato il nodo che stringe il sumud palestinese all’ubuntu (letteralmente “umanità verso gli altri”, la resistenza nonviolenta dei neri sudafricani)...
Il nostro, aveva detto Albanese, è un tempo apocalittico, cioè di “rivelazione” di una verità: «Volevamo salvare la Palestina, la Palestina ha salvato noi». Dalla cecità della mente e del cuore. Ha squarciato il velo dell’ignoranza: non solo sul tardivo e tragico progetto coloniale cui si è avvinghiato il sionismo, con la sua Nakba a varia intensità che perdura dal ’48 e riesplode a Gaza, ma anche in Cisgiordania e a Gerusalemme, con un’intensificazione mai vista prima della pulizia etnica.
HA SVELATO la complicità attiva degli Stati uniti e della maggioranza degli Stati europei in questi crimini, e soprattutto le profondissime radici di questa complicità: tutto quello che la nostra tradizione umanistica e l’educazione scolastica hanno rimosso su cinque secoli di rapina dei continenti, sui genocidi sui quali si è fondata, coprendosi gli occhi, la civiltà “occidentale” moderna.
Certo, per rispondere all’insulto di Danon bastava e avanzava il sorriso della replica di Albanese: «Se potessi fare incantesimi, li userei per mettere fine ai vostri crimini, e assicurare che i loro responsabili finiscano dietro le sbarre». Più grave, almeno per noi, la reazione di Maurizio Massari, rappresentante permanente dell’Italia alle Nazioni unite, per cui il lavoro della relatrice è «totalmente privo di credibilità e imparzialità».
EPPURE LA SOSTANZA dei due interventi è identica: il nulla...
Identica anche l’ira dei due. Risponde al vento che non puoi fermare: allo spirito che soffia non solo dalla Palestina, ma ormai dalle piazze del mondo intero. «Quando dico dal fiume al mare, io parlo degli ebrei, dei musulmani, dei cristiani, di tutte le religioni, degli abitanti di ora, di quelli storici, chiedendo che possano vivere tutti in pace e con pieni diritti, e non con privilegi riservati a pochi, come è ancora oggi. Questo intendo quando dico dal fiume al mare»...