Da un intervento di una compagna del MFPR di Palermo
Occorre guardare alla lotta sindacale con occhi diversi. E’ importante il collegamento tra le lotte, il sostegno reciproco. Questo è anche il percorso che abbiamo fatto come Assemblea donne/lavoratrici: guardare anche alle altre lotte per estenderle, allargare la visuale.
Oggi per la guerra ci scaricano un’economia di guerra, che non significa solo il carovita che già di per sé è gravissimo, ma anche la scuola, a sanità in cui si riversa il taglio dei soldi dei servizi.
Nell’Assemblea proletaria anticapitalista del 17 settembre dobbiamo portare la voce delle lavoratrici, la nostra voce come donne.
Già nella fase della pandemia la condizione di noi donne è peggiorata tantissimo, e anche oggi in cui c'è la guerra, lo scarico dei costi della loro guerra su lavoratori, masse popolari, essa si riflette doppiamente sulla condizione delle donne.
Ma c'è anche un attacco politico, ideologico. Durante questa campagna elettorale i partiti del centrodestra, in primis la Meloni, stanno richiamando anche temi, come l'aborto. La borghesia dominante odia il diritto d’aborto perché ha a che fare con il discorso che una donna può e deve decide e questo naturalmente fa paura alla borghesia, perché noi donne dobbiamo essere in questo sistema incatenate a determinati ruoli che devono essere funzionali alla conservazione e al mantenimento di questo sistema.
In questo senso le lotte che portiamo come donne, come lavoratrici inevitabilmente impattano anche contro questi ruoli – vedi le lotte che stanno avvenendo, dalla Beretta alla Pellegrini, contro gli attacchi, le discriminazioni, al diritto di maternità, di malattia (per cui è inevitabile che le donne spesso siano costrette a prendere più malattia perché devono occuparsi non solo della propria salute ma anche di quella della famiglia).
Ma tutto questo fa delle lotte delle donne una “marcia in più”, che vanno oltre la questione economica; e per questo possono essere, ed è bene che lo siano, più pericolose per i padroni, i governi.
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