Dalle lavoratrici delle Poste Milano del Si.Cobas (riportiamo sotto stralci dal volantino) la denuncia della
azione di attacco al diritto di sciopero della Commissione Garanzia
sciopero, che ha sanzionato per 2.500 euro lo Slai cobas sc che il 9
marzo aveva mantenuto lo sciopero delle donne (mentre gli altri
sindacati di base lo avevano revocato o non lo avevano proprio indetto).
Questa nuova sanzione della CGS (dopo quella sempre per lo sciopero
delle donne del 2018), ha un significato più pesante e diverso. E
auspichiamo che anche la risposta del movimento femminista e dei
sindacati di base tutti sia diversa.
Ora, non ci troviamo neanche di fronte ad una burocratica applicazione
delle norme della legge 146, ma ad utilizzare l'emergenza pandemia per
vietare lo sciopero in tutti i settori lavorativi (sia nei cosiddetti
"servizi essenziali" che in quelli assolutamente non essenziali se non
per i profitti dei
padroni), e soprattutto per creare un pericoloso
precedente per dare un nuovo strategico colpo al diritto di sciopero, come
chiaramente ha dichiarato il presidente della CGS: "Il conflitto al
tempo del coronavirus ci porta davanti ad uno scontro terribile e
inedito..."; le astensioni dal lavoro "produrrebbero un incalcolabile
danno alla collettività e aumenterebbero il senso di insicurezza dei
cittadini".
Per questo questo provvedimento della CGS interessa tutte e tutti.
La emergenza pandemia durerà a lungo da parte del governo e Istituzioni,
ma con la linea: ai padroni grandi concessioni e libertà, ai
lavoratori, alle donne, alle masse popolari continuazione dei divieti,
controlli, repressione; in questo senso pensare ad un nuovo sciopero
delle donne e respingere questo grave sono legati.
Le lavoratrici Slai cobas sc
Mfpr
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