Ne parliamo Venerdì 5 aprile - incontriamoci presso la sede dello Slai Cobas sc di Via G. del Duca 4 ore 16,30 - continuare ad organizzare il nostro doppio percorso di lotta è giusto e necessario
31/03/19
Ieri sera in contemporanea a Taranto con la manifestazione delle donne a Verona
Ieri sera in contemporanea a Taranto con la manifestazione delle donne a Verona
Si è tenuto un banchetto in via Di Palma, diffuso il volantino, che riportiamo sotto, e il foglio nazionale del Mfpr, presente a Verona. Interesse da parte soprattutto di ragazze. Discussione. Invito a incontrarci MARTEDI' 2 APRILA ORA 18 - presso la sede Slai cobas via Livio Andronico, 47.
Le compagne di Taranto andate a Verona racconteranno.
30/03/19
Verona ..l'orrore fascista-sessista in scena - una marea di donne li seppellirà
29/03/19
Il Movimento femminista proletario rivoluzionario a Verona
Di seguito il volantino verso la manifestazione di
Verona. Nei volantinaggi stiamo raccogliendo la rabbia, ma anche il ricordo
chiaro delle donne che hanno memoria delle lotte che sono state necessarie per
il diritto d'aborto, per il divorzio dei tempi bui dell'aborto clandestino e
dell'impossibilità di rompere le catene di matrimoni infelici. Sono molto
arrabbiate per il Congresso mondiale e quello che rappresenta per le donne in
Italia e in tutto il mondo.
Le compagne del Mfpr-Milano
GOOD MORNING, MODERNO MEDIOEVO!
Dal 29 al 31 marzo si terrà a Verona il Congresso
Mondiale delle Famiglie (World Congress of Families, WCF), promosso da
organizzazioni ultrareazionarie, dichiaratamente fasciste che vogliono far
tornare le donne a un Moderno Medioevo riproponendo il ruolo centrale della
famiglia “tradizionale” in questa società, con un ruolo subalterno delle donne
in essa.
"Il Congresso riunisce diverse sigle e fa capo
all'associazione International organization families, in cui
confluiscono estremisti di destra neo fascisti-neo nazisti (da Forza Nuova ad
Alba Dorata ecc), estremisti cattolici, anti-abortisti, anti-divorzisti,
anti-femministi, attivisti contro i diritti degli omosessuali. Il World
Congress of Families individua come cause del declino della "famiglia
tradizionale" il divorzio, l'omosessualità e il lavoro femminile”.
Al Congresso mondiale delle
famiglie, per l'Italia, parteciperanno il ministro dell’Interno Matteo Salvini,
il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, il ministro dell'Istruzione Marco
Bussetti, il senatore della Lega Simone Pillon, il presidente della regione
Veneto Luca Zaia, il presidente della regione Lombardia Fontana,il sindaco di
Verona Federico Sboarina, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il
presidente del Family Day Massimo Gandolfini. Ci saranno inoltre esponenti
politici di governi, Stati dove l’omosessualità è reato o viene perseguita,
dove l’aborto è illegale o dove vengono sistematicamente presentati progetti di legge per
renderlo tale.
Dopo l’approvazione della mozione anti-aborto del
consiglio comunale dello scorso autunno, Verona, quindi, si candida a
“legittimare” e dare visibilità, in una cornice prestigiosa, alle forze
ultrareazionarie: le uscite pubbliche di esponenti istituzionali reazionarie
sulle donne, sul loro ruolo nella società, così come sentenze su casi di stupro
stanno progressivamente spargendo a piene mani un humus reazionario, sessista,
razzista e fascista, di odio verso le donne. Non sentivamo proprio la necessità
di ulteriori azioni pratiche, politiche di legittimazioni di concezioni
anti-donne!
Già Pillon, con il suo DDL così detto dell’affido
condiviso, vuole impedire il divorzio, costringendo le donne a continuare una
relazione anche violenta, se impossibilitate a poter contribuire al
mantenimento dei figli.
Già gli attacchi, la messa in discussione del diritto
d’aborto è di fatto in atto, a macchia di leopardo, su singoli aspetti con
attacchi ideologici e pratici; come non mancano le uscite periodiche della
Chiesa che definisce orrore l’aborto. La messa in discussione del diritto
d’aborto è per questo sistema capitalista un attacco a ciò che esso
simbolicamente rappresenta: la libertà di scelta delle donne in ogni ambito
della propria vita.
Soprattutto in tempi di crisi la società capitalista ha
bisogno di ricacciare a casa le donne, scaricare su di esse il lavoro di cura
per tagliare servizi, sanità, mantenere il loro ruolo subalterno in questa
società per supportarla.
Per questo per noi donne è importante essere a Verona per
contrastare il Congresso dei cattolici integralisti e della destra più
oltranzista.
In continuità con lo sciopero delle donne dell’8 marzo
contro le tante forme di violenza e oppressione, attacco ai diritti che subiamo
quotidianamente partecipiamo al CORTEO promosso dal movimento delle
donne/NUDM contro il Congresso Mondiale delle Famiglie, governo
fascio-razzista-sessista.
SABATO 30 MARZO h. 14.30
partenza dalla Stazione di
Porta Nuova
Nello
sciopero delle donne abbiamo detto indietro non torniamo e tutta la vita deve
cambiare!
CONTRO
FASCISTI, RAZZISTI, SESSISTI DI GOVERNO, STATO, CAPITALE
GIÙ LE
MANI DAL CORPO, DALLA VITA DELLE DONNE!
MODERNO
MEDIOEVO, DOPPIA OPPRESSIONE
DONNE
IN LOTTA, PER LA RIVOLUZIONE!
Movimento
femminista proletario rivoluzionario
26/03/19
23/03/19
CONTRO/VERONA - IL VOLANTINO DEL MFPR - A MILANO VOLANTINAGGI NEI QUARTIERI
Di
seguito il volantino verso la manifestazione di Verona. Nei volantinaggi stiamo
raccogliendo la rabbia, ma anche il ricordo chiaro delle donne che hanno
memoria delle lotte che sono state necessarie per il diritto d'aborto, per il
divorzio dei tempi bui dell'aborto clandestino e dell'impossibilità di rompere
le catene di matrimoni infelici. Sono molto arrabbiate per il Congresso
mondiale e quello che rappresenta per le donne in Italia e in tutto il mondo.
Le
compagne del Mfpr-Milano
GOOD MORNING, MODERNO MEDIOEVO!
Dal
29 al 31 marzo si terrà a Verona il Congresso Mondiale delle Famiglie (World
Congress of Families, WCF), promosso da organizzazioni ultrareazionarie,
dichiaratamente fasciste che vogliono far tornare le donne a un Moderno
Medioevo riproponendo il ruolo centrale della famiglia “tradizionale” in questa
società, con un ruolo subalterno delle donne in essa.
"Il
Congresso riunisce diverse sigle e fa capo all'associazione International
organization families, in cui confluiscono estremisti di destra neo
fascisti-neo nazisti (da Forza Nuova ad Alba Dorata ecc), estremisti cattolici,
anti-abortisti, anti-divorzisti, anti-femministi, attivisti contro i diritti
degli omosessuali. Il World Congress of Families individua come cause del
declino della "famiglia tradizionale" il divorzio, l'omosessualità e
il lavoro femminile”.
Al
Congresso mondiale delle famiglie, per l'Italia, parteciperanno il ministro
dell’Interno Matteo Salvini, il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana, il
ministro dell'Istruzione Marco Bussetti, il senatore della Lega Simone Pillon,
il presidente della regione Veneto Luca Zaia, il presidente della regione
Lombardia Fontana,il sindaco di Verona Federico Sboarina, la presidente di
Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il presidente del Family Day Massimo
Gandolfini. Ci saranno inoltre esponenti politici di governi, Stati dove
l’omosessualità è reato o viene perseguita, dove l’aborto è illegale o
Dopo
l’approvazione della mozione anti-aborto del consiglio comunale dello scorso
autunno, Verona, quindi, si candida a “legittimare” e dare visibilità, in una
cornice prestigiosa, alle forze ultrareazionarie: le uscite pubbliche di
esponenti istituzionali reazionarie sulle donne, sul loro ruolo nella società,
così come sentenze su casi di stupro stanno progressivamente spargendo a piene
mani un humus reazionario, sessista, razzista e fascista, di odio verso le
donne. Non sentivamo proprio la necessità di ulteriori azioni pratiche,
politiche di legittimazioni di concezioni anti-donne!
Già
Pillon, con il suo DDL così detto dell’affido condiviso, vuole impedire il
divorzio, costringendo le donne a continuare una relazione anche violenta, se
impossibilitate a poter contribuire al mantenimento dei figli.
Già
gli attacchi, la messa in discussione del diritto d’aborto è di fatto in atto,
a macchia di leopardo, su singoli aspetti con attacchi ideologici e pratici;
come non mancano le uscite periodiche della Chiesa che definisce orrore
l’aborto. La messa in discussione del diritto d’aborto è per questo sistema
capitalista un attacco a ciò che esso simbolicamente rappresenta: la libertà di
scelta delle donne in ogni ambito della propria vita.
Soprattutto
in tempi di crisi la società capitalista ha bisogno di ricacciare a casa le
donne, scaricare su di esse il lavoro di cura per tagliare servizi, sanità,
mantenere il loro ruolo subalterno in questa società per supportarla.
Per
questo per noi donne è importante essere a Verona per contrastare il Congresso
dei cattolici integralisti e della destra più oltranzista.
In
continuità con lo sciopero delle donne dell’8 marzo contro le tante forme di
violenza e oppressione, attacco ai diritti che subiamo quotidianamente
partecipiamo al CORTEO promosso dal movimento delle donne/NUDM contro il
Congresso Mondiale delle Famiglie, governo fascio-razzista-sessista.
SABATO 30 MARZO h. 14.30
partenza dalla Stazione di Porta Nuova
Nello sciopero delle donne
abbiamo detto indietro non torniamo e tutta la vita deve cambiare!
CONTRO FASCISTI, RAZZISTI,
SESSISTI DI GOVERNO, STATO, CAPITALE
GIÙ LE MANI DAL CORPO, DALLA
VITA DELLE DONNE!
MODERNO MEDIOEVO, DOPPIA
OPPRESSIONE
DONNE IN LOTTA, PER LA
RIVOLUZIONE!
Movimento
femminista proletario rivoluzionario
Mfpr.mi1@gmail.com
22/03/19
Verona - Contro il Congresso sulla famiglia, CGIL/Camusso e gli altri - No! Noi vogliamo eccome "disturbare"!
La
Camusso vuole a Verona una mobilitazione "colorata e allegra",
rigorosamente senza nulla di "rosso", e soprattutto che non disturbi
il "Congresso sulla famiglia" - il summit dei peggiori fascisti,
cattointegralisti, che vedrà la presenza dei più reazionari capi di governo e
dei fascisti/razzisti nostrani, da Salvini a Fontana, Pillon
NOI,
LE DONNE CHE SI VEDONO TORNARE AD UN "MODERNO MEDIOEVO", VOGLIAMO
INVECE DARE IL PIU' FORTE E COMBATTIVO DISTURBO POSSIBILE!
MFPR
CONFEDERAZIONE
GENERALE ITALIANA DEL LAVORO
Ufficio
Politiche di Genere
A
tutte le Strutture
Roma,
20 marzo 2019
Care
compagne e cari compagni, a fine marzo, come certamente saprete, si terrà a
Verona una conferenza mondiale per la famiglia, organizzata ed animata dalle
associazioni più oscurantiste del pianeta
Alla
conferenza è annunciata la presenza dei ministri Salvini, Fontana e Bussetti,
il patrocinio del
governo, nonostante gli annunci dei cinque stelle tuttora campeggia sulla propaganda
della conferenza
Molte
associazioni sono mobilitate perché si senta la voce di chi difende i diritti
di libertà delle donne, del mondo LGBT, delle famiglie arcobaleno e via
discorrendo
In
particolare ringraziamo la Camera del Lavoro di Verona e la CGIL del Veneto che
hanno svolto un prezioso e paziente lavoro di relazione con il composito mondo
delle associazioni a partire da nonunadimeno
Il 30
mattina si terrà un’incontro pubblico, seguito da un flash mob al quale
partecipano CISL e UIL e molte altre associazioni
Poi
parteciperemo al corteo che partirà alle 14.00 dalla stazione FS di Verona in
piazzale XXV aprile
La
manifestazione dovrà essere grande e partecipata e la presenza della nostra
organizzazione visibile, colorata, allegra
Per
questo magliette, fazzoletti, distintivi, fantasia
Contrariamente
alla prima comunicazione sono previsti striscioni di “contenuto”ed ovviamente
con il quadrato rosso
La
CGIL Nazionale avrà uno striscione
È
molto importante una presenza della CGIL grande e visibile, il nostro punto di
ritrovo sarà reso visibile da un significativo numero di palloncini della
campagna sulla carta dei diritti, predisposti dalla Camera del Lavoro di Verona
Quello
è l’appuntamento per tutte e tutti noi
Pur
essendo a pochi giorni dalla manifestazione è possibile favorire ed allargare
la partecipazione, rispondendo ad una domanda delle delegate, di tante e tanti
Susanna
Camusso
Solidarietà a Fatima e alle altre picchiate sul bus
Torino, la denuncia di Fatima:
"Picchiate sul bus da una donna che ci ha strappato il velo e chiamate
terroriste"
Interviene
la polizia, gli altri passeggeri solidarizzano con le vittime. Lo sfogo in un
video: "Con quel gesto hai gettato via i valori dell'Europa".
Solidarietà da Appendino e Chiamparino
Tre
amiche, ragazze che indossano l'hijab e ieri sera stavano tornando a casa dal
centro di Torino, sono state aggredite a bordo del bus 59 barrato.
Un'aggressione a sfondo razzista, come spiega una di loro: "Siamo state
prese a calci e pugni e a una delle mie amiche una donna ha strappato il
velo". Lo racconta Fatima Zahara Lafram, giovane torinese, cittadina
italiana di origine marocchina così come le amiche.
La
ragazza ha denunciato quello che è successo su Facebook postando un video dal
pronto soccorso
"E'
successo tutto perché una di noi si è spaventata per un cane che era a bordo e
si è spostata - racconta Samira, che è anche esponente dei "Giovani
musulmani d'Italia" - Una passeggera ha iniziato a urlare dicendoci:
'Avete paura di un cane ma non di farvi saltare in aria negli attentatì ".
Poi la ragazza, una ventenne italiana come hanno stabilito più tardi i
poliziotti del commisssariato San Donato che l'hanno identificata, si è
lanciata sulle tre amiche. "Ci ha riempito di pugni e ha strappato il velo
di Nouhaila lasciandola con la testa scoperta".
Tutto
il bus, racconta Fatima, si è ribellato a quella scena. "E' stato
bellissimo sentire tutto il bus che diceva: 'Ragazze, l'Italia siamo noi'. Si
sono schierati dalla nostra parte". La donna che ha aggredito le ragazze è
stata isolata, e il bus si è fermato in via San Donato angolo via Saccarelli.
"Abbiamo chiamato la polizia". Le tre amiche sono state portate al
pronto soccorso, medicate e dimesse in serata.
"Non
è la prima volta che io o le mie amiche siamo vittime di gesti e parole
razzisti, ma minacciarci di accoltellarci e aggredirci, questo no, non era mai
successo. Quella ragazza ha sfidato anche la polizia". E Fatima aggiunge:
"Con il velo della mia amica quella donna ha strappato anche tutti i
valori su cui è fondata l'Europa. Per tutti quelli che pensano che
l'islamofobia e il razzismo non siano reali, questa è la dimostrazione
che lo sono eccome. E' la prima volta che le prendo ed è stato umiliante,
questo è il clima politico in cui viviamo. Non è questa l'Italia in cui vorrei
far crescere il miei figli".
21/03/19
Appello delle combattenti Filippine per l'8 marzo
Filippine, metti fine al regno del terrore di Duterte!
Unisciti al Nuovo Esercito del Popolo e distruggi il sistema feudale-patriarcale!
12 marzo 2019
A nome del movimento rivoluzionario nelle Visayas orientali, MAKIBAKA, l'organizzazione di massa clandestina democratica nazionale delle donne, estende i suoi più alti saluti a tutte le lavoratrici filippine in occasione della Giornata internazionale della donna lavoratrice. Solleviamo i pugni in alto per tutte le donne sfruttate e oppresse che in vari campi - sia come casalinga, attivista o combattente rossa - lottano contro il sistema feudale-patriarcale del regime Duterte sostenuto dagli Stati Uniti.
La donna filippina oggi soffre molto nelle condizioni peggiori di una società semicoloniale e semifeudale in putrefazione. Con il sudore della fronte si affatica in un lavoro massacrante nelle fabbriche, nelle campagne e nelle case, ricevendo poca o nessuna paga mentre viene abusata e ridotta a una semplice macchina per l'allevamento dei bambini. Milioni di famiglie povere si affidano alla sua volontà e spirito forte per trovare i modi di arrangiarsi con i prezzi alle stelle dei beni di prima necessità, con il valore decrescente delle retribuzioni giornaliere e l'aumento della disoccupazione. Soffre le molestie da parte dei capi sul posto di lavoro che minacciano di toglierle il lavoro se solo accenna a parlarne.
Nessuna donna è risparmiata dall'ira del mostro nato da questo sistema: Duterte, il leader terrorista del regime, che ha apertamente fatto appello ad atti di violenza così osceni contro di lei e la sua gente. Nelle campagne, è costretta a fuggire con la sua famiglia mentre la sua comunità è bombardata e terrorizzata dalla sua guerra totale, mentre nelle città, la sua casa o viene demolita o rimane una promessa di rilocalizzazione insoddisfatta. Duterte rappresenta il peggio del macho-fascismo, che attacca la femminilità delle lavoratrici, contadine, insegnanti, aiutanti domestiche, lavoratrici all’estero, giornaliste, persone di chiesa, avvocatesse - tutte le donne di varia estrazione sociale.
Ma la donna filippina dovrebbe essere orgogliosa di aver suscitato l'ira di un tale tiranno per i suoi coraggiosi atti di sfida. Ogni giorno ispira milioni di filippini nel sollevarsi contro questo misogino e nel persistere nel rovesciare la sua dittatura.
Mentre celebriamo oggi le vittorie del movimento di liberazione delle donne filippine, ricordiamoci anche che questo sistema feudale-patriarcale che la opprime può infine essere distrutto dalla vittoria della rivoluzione democratica nazionale e dal passaggio al socialismo. La donna filippina può essere libera solo se il popolo filippino è libero.
Noi donne troviamo così il nostro posto nella rivoluzione democratica nazionale: come attiviste, membri di organizzazioni di massa clandestine, compagne di partito e combattenti rosse a tempo pieno. La lotta ci abbraccia e ci dà una piattaforma non solo per far avanzare le questioni femminili, ma per affermare la nostra posizione di uguaglianza con gli uomini. Nell'esercito popolare serviamo come comandanti rosse, ufficiali politici, medici, educatrici, propagandiste e operatrici culturali - ruoli che non potremmo mai raggiungere altrove. La donna filippina viene liberata afferrando il potere del fucile.
Poiché il paese è a un bivio tra l'approfondimento delle crisi politiche ed economiche, siamo chiamate a sfruttare queste condizioni favorevoli per la guerra popolare e contribuire al suo avanzamento e alla sua vittoria finale. Facciamo parte della ricca storia rivoluzionaria del Nuovo Esercito del Popolo, che per cinquant'anni sotto la guida del Partito ci ha dato una voce e ha aperto la strada alla nostra liberazione.
Mentre affrontiamo un'altra dittatura fascista, emuliamo l'esempio di Evelyn Dublin, martire di Leyte del Sud, che, dopo aver lasciato la sua vita agiata come insegnante e aver servito a tempo pieno nel NEP durante la legge marziale, ha compiuto l'ultimo sacrificio, dando la sua vita in modo che altre truppe fasciste potessero essere eliminate.
Viva la rivoluzione! Viva la donna filippina rivoluzionaria!
Cacciamo il macho-fascista Duterte! Servi il popolo e unisciti al Nuovo Esercito del Popolo!
MAKIBAKA - VISAYAS ORIENTALE
MALAYANG KILUSAN NG BAGONG KABABAIHAN
FRONTE DEMOCRATICO NAZIONALE DELLE FILIPPINE
8 marzo 2019
20/03/19
CONTRO/VERONA - "IN MORTE DELLA (VOSTRA) FAMIGLIA"
Il Congresso mondiale fascista, cattointegralista, che si vuole tenere a verona a fine mese ha al centro la questione della "Famiglia".
Ma cos'è la "famiglia" in questa società borghese e qual'è oggi il suo ruolo nella marcia verso il moderno fascismo?
Dall'opuscolo: "Uccisioni delle donne, oggi"
"...La famiglia è stata sempre terreno di oppressione per la donna, di tomba dell’amore, di ghetto. Noi diciamo “in morte della famiglia” perché la maggior parte delle uccisioni avvengono nell’ambito familiare o di rapporti familiari. Che cos’è la famiglia? Perché la famiglia è morte?
In termini sociali è la cellula della società, che esprime in sintesi processi, contraddizioni che avvengono poi nell’intera società. Il problema è che ora la famiglia, da un lato effettivamente è in crisi, non riesce più a conservare, ad essere un elemento di conservazione, nello stesso tempo viene iper-esaltata dalla Chiesa, dal governo, dallo Stato. Anche questo aspetto rende in un certo senso diversa, moderna la questione delle uccisioni delle donne.
Noi diciamo “In morte della Famiglia” per dire in modo provocatorio che la famiglia è un anello chiave della marcia verso il moderno fascismo del governo e dello Stato. Il moderno fascismo non potrebbe realizzarsi senza fare della famiglia una sua base principale, sia in senso di subordinazione, di essere piegata, funzionale alle scelte del governo e dello Stato, sia in senso di sostenitrice attiva, combattente in termini ideologici di simbolo e propaganda di valori di quelle scelte politiche.
La famiglia, soprattutto proletaria, è il luogo centrale in cui si gestisce un’economia sociale sempre più povera, si amministrano i salari sempre più ridotti o inesistenti, si gestiscono gli aumenti del costo della vita. La famiglia proletaria garantisce nella fase di attacco, di crisi, di attutire l’impatto devastante di queste politiche. L’assistenza tra familiari, da normale relazione tra persone basata sui legami sentimentali diventa un obbligo, diventa uno schiavismo insopportabile per le donne, e spesso provoca crisi e depressione. Nella famiglia ritornano i lavoratori licenziati, restano per anni figli
disoccupati. La famiglia comunque garantisce il loro sostentamento e di limitare conseguenze più gravi e più pericolose per il sistema sociale. La famiglia, per questo sistema, deve fare da paracadute alle frustrazioni, alla messa in crisi di posizioni di privilegio dell’uomo in famiglia.
Ma la famiglia, in particolare la famiglia medio, e a volte anche piccolo borghese, ma influenzante anche settori di famiglie proletarie, svolge nella marcia verso il moderno fascismo, anche una funzione attiva, sostenitrice di valori reazionari, come la difesa della sicurezza (antimmigrati), il controllo sui giovani ecc. Non c’è scampo per le donne, le catene della famiglia diventano sempre più strette anche se a volte vengono indorate. Per le proletarie, per le donne delle masse popolari questa famiglia è sempre più un ritorno ad un moderno medioevo, con fenomeni di abbrutimento, di violenza, di apparente ritorno al passato, soprattutto nei rapporti uomo–donna, che trovano la loro manifestazione più eclatante appunto nei femminicidi.
La ‘famiglia’ per la chiesa che pesa in modo sempre più opprimente e sfacciato nella vita sociale e politica e sociale, per il governo, per lo Stato è diventata invece la “sacra famiglia”. Volutamente sempre più astratta, più neutra, non reale. La famiglia è una realtà concreta, in quelle proletarie non si arriva alla quarta ma anche alla terza settimana non si riesce a mandare i figli agli asili per le rette alte, in queste famiglie le donne consumano anni della loro vita ad assistere gli anziani, devono fare le serve in casa e fuori casa perchè è spesso il solo lavoro che si trova e quando hai uno straccio di lavoro più decente, per esempio in fabbrica, con i turni non riesci per giorni o settimane a stare insieme a tuo marito e ai tuoi figli, ecc.
Non c’è poi la “famiglia”, ci sono “le famiglie”, le famiglie dei borghesi, dei capitalisti, dei ricchi, in cui come diceva Marx il fondamento dei rapporti tra uomo e donna, tra genitori e figli è dato solo dal capitale, dalla proprietà privata, in cui l’unico valore che si tramanda è quello della capacità di far soldi e spesso le donne sono delle ricche prostitute legalizzate o delle ligie/oscure segretarie delle oscure scalate dei mariti finanzieri, banchieri, padroni che siano. E ci sono le famiglie dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati, in cui nel come tirare avanti, nel come arrangiarsi, nelle speranze deluse di una vita migliore, si consuma la vita e anche spesso i sentimenti, in cui le uniche “distrazioni” per le donne due volte sfruttate, due volte oppresse, devono essere i reality show delle tv di Berlusconi, in cui, però, si insinuano, abbrutiti e senza neanche la contropartita degli scintillanti miliardi dei borghesi, i valori della borghesia: la proprietà che può essere solo verso la donna e i figli, il ruolo del maschio che schiacciato sul lavoro, nella società si rivale sulla “propria” moglie, la misera ideologia maschilista e fascista verso le donne.
Ma la famiglia deve essere per forza astratta. Perchè essa e il ruolo della donna in essa devono essere il fondamento che salva l’ordine esistente - cioè che salva il loro sistema capitalista - che agisca da “ammortizzatore sociale” del peggioramento delle condizioni di vita della maggiorparte delle masse popolari, in cui le donne devono, come scriveva Ratzinger, “lenire le ferite, far zittire chi vuole urlare e lottare...”, per impedire che le contraddizioni di classe, sociali escano fuori ed esplodano in ribellione, rivolta, rivoluzione.
Scrive Bebel su “L’emancipazione della donna” che la forma della famiglia esistente in un’epoca determinata non può essere disgiunta dalle condizioni sociali esistenti.
Marx scrive che la famiglia contiene in sé in miniatura tutti gli antagonismi che si svilupperanno più tardi largamente nella società e nel suo Stato. Engels dice che la famiglia monogamica fu la forma cellulare della società civile e in essa possiamo già studiare la natura degli antagonismi e delle contraddizioni che nella civiltà si dispiegano con pienezza.
Nell’attuale condizione sociale in cui la borghesia può produrre solo distruzione, guerre con orrori che sono la negazione dell’umanità, in cui il governo, lo Stato sta marciando verso un moderno fascismo/razzismo, un sistema sociale in cui le donne valgono meno di un embrione, in cui la scienza viene usata contro la scienza, non per far progredire l’umanità e quindi il benessere, la salute, ma per costruire mostruosità, distruzione dell'ambiente, la famiglia e i rapporti uomini/donne cambiano in rapporto e funzionalmente a questo moderno medioevo e nello stesso tempo ne contengono in embrione tutte le contraddizioni.
In questo senso non si tratta di una famiglia “arretrata” rispetto ad una società avanzata, non si tratta di rapporti uomo/donna apparentemente inconcepibili rispetto ai progressi delle donne, come a volte viene detto; ma si tratta di una famiglia fino in fondo moderna, nel senso adeguata a quello che oggi è il sistema sociale capitalista esistente, e a cui serve.
Non è possibile lottare contro questa famiglia senza rovesciare questo sistema sociale che la produce e di cui se ne fa puntello. Questa lotta non ha niente a che fare (e anzi deve smascherare) con la politica del femminismo piccolo borghese che vuole liberarsi dalla famiglia in una logica tutta individualista, né può essere ridotta a mera lotta contro gli uomini.
Nella famiglia, anche proletaria, gli uomini sono privilegiati rispetto alla condizione delle donne, ma quanto miseri sono questi privilegi! La famiglia è una catena ed è insopportabile anche per i proletari, per i giovani, che restano in famiglia scaricando il loro peso sulle donne, che spesso usano la famiglia, ma non vedono l’ora di scappare da questo carcere arrivando ad odiarla.
Questa lotta, se non può che essere fatta innanzitutto in prima persona dalle donne, che subiscono tutte le catene, non è però interesse solo delle donne, ma di tutti i proletari, perché è una lotta per una nuova umanità, nuovi rapporti sociali.
Per noi comuniste “in morte della famiglia” vuol dire fare della famiglia, invece che puntello del sistema capitalista e oggi della marcia verso il moderno fascismo, leva della ribellione delle donne per rovesciare il sis
18/03/19
Al summit fascista di Verona un tema centrale sarà l'attacco al diritto di aborto - PERCHE' LA QUESTIONE DELL'ABORTO E' COSI' IMPORTANTE PER LA BORGHESIA?
Il Ministro della famiglia clerico-fascista antiabortista Fontana, ha dichiarato: “Le donne non fanno abbastanza figli, è ora di farli, basta figli delle migranti che hanno “invaso” l’Italia”
Dall'opuscolo "DIRITTO D'ABORTO - PERCHE' SI'!"
Richiedere l'opuscolo a mfpr.mi1@gmail.com |
Nell'attacco al diritto d'aborto c'è un aspetto economico/di classe, uno politico/ideologico.
Economico/di classe:
Tutti i paesi capitalisti, mentre da un lato hanno sempre attaccato il diritto d'aborto perchè rappresenta in un certo senso il cuore della libertà di scelta delle donne e questo chiaramente si scontra con la funzione delle donne nel sistema borghese; nello stesso tempo in alcuni periodi e in alcuni paesi hanno utilizzato l'aborto, con un ritorno e rinnovo delle teorie malthusiane, di politiche di impedimento delle nascite, come di sterilizzazione forzata (India, Perù), selezione di genere – unica eccezione è stata la Cina nel periodo della Grande rivoluzione culturale proletaria dove si affermava che i “paventati rischi della cosiddetta “esplosione demografica” erano un'invenzione delle superpotenze contro i paesi del Terzo mondo.
Dall'altra parte abbiamo, come oggi, politiche di incentivazione alle nascite quando c'è un profondo squilibrio demografico, di forze-lavoro. Le leggi contro l'aborto sono prima di tutto leggi profondamente classiste, borghesi e reazionarie. Esse penalizzano la maggioranza delle donne: le ricche possono abortire, le povere muoiono.
Politico/ideologico:
Per lo Stato, i governi, la Chiesa, è molto importante esercitare il controllo sociale sulla riproduzione
della donna, specialmente in tempi di crisi. Il sistema capitalista nella sua fase morente porta a rompere i precedenti ruoli e rapporti che fungevano da puntello sociale, ideologico, pratico della conservazione di questo sistema. E’ il capitalismo stesso che distrugge, introduce abbrutimento, imbarbarimento, per imporre la legge del suo profitto, la sua dittatura.
Per impedire che tutto questo porti ad una disgregazione generale, incontrollabile, lo Stato risponde con il moderno medioevo, in cui riaffermare i valori più conservatori, oppressivi, la morale reazionaria e i valori della famiglia tradizionale, in contrasto con il modo di vivere della maggioranza delle donne. I nazisti misero la maternità su un piedistallo e l’aborto arrivò ad essere un simbolo di degenerazione, perché la famiglia era uno strumento importante di controllo sociale.
CONTROLLARE LA RIPRODUZIONE DELLA DONNA È UN ASPETTO CENTRALE DEL DOMINIO DELLA BORGHESIA, E UNA BATTAGLIA CENTRALE DELLA LIBERAZIONE DELLA DONNA.
Da quando la società si divise tra chi ha la proprietà e chi non possiede nulla e da quando si impose il dominio maschile nella famiglia e nella società, alla donna si impedì il diritto di prendere decisioni sulla riproduzione. Quindi, la condizione delle donne e la riproduzione attiene ai rapporti di proprietà. Proibire l’aborto equivale ad una violenza, la violenta dichiarazione del dominio maschile e della società capitalista sopra le donne, il violento controllo del corpo delle donne a livello più personale.
La proibizione dell’aborto è la soppressione della volontà della donna da parte della legge e dello Stato. La lotta contro l'aborto è un terreno centrale su cui la borghesia riversa e sparge continuamente l'humus oscurantista, da moderno medioevo contro le donne come una delle basi ideologiche e politiche determinanti per lo sviluppo di un moderno fascismo necessario a mantenere il suo potere economico e politico, un potere che attraverso le politiche reazionarie e antipopolari dei propri governi, si concretizza in un doppio attacco contro le donne per frenarne il cammino di emancipazione.
Per questo, per le donne, per il movimento di lotta di liberazione, la battaglia per difendere il diritto d'aborto diventa anche per le donne centrale. E' parte importante della battaglia rivoluzionaria per cambiare tutta la società borghese.
CONCLUSIONI
In questa società borghese, capitalista i diritti non sono mai conquistati una volta per tutte, ma continuamente bisogna lottare per difenderli. La “questione” aborto è illuminante a questo proposito: anche quando esiste la possibilità di praticarlo legalmente si trova sempre il modo di metterlo in discussione, lo si vede bene in Italia dove il ricorso all’obiezione di coscienza presso gli ospedali è diventato talmente alto da impedire in intere regioni di potervi ricorrere.
Soprattutto, però, la “questione” aborto scoperchia la reale condizione delle donne in questa società e il ruolo subalterno che esse devono avere per supportarla.
Mette all’ordine del giorno la necessità di rivoluzionare l’intera società. Ecco perché la lotta per la conquista e/o la difesa dell’aborto libero e sicuro assume un significato dirompente in tutti i paesi. Il rifiuto della maternità imposta come unico possibile destino delle donne viene chiaramente ed apertamente messa in discussione. Si allude chiaramente ad altri rapporti sociali, ad altri rapporti uomo-donna che non l’alienazione e lo svilimento nella famiglia.
16/03/19
Verona - impedire il summit della destra piu' reazionaria fascista-cattointegralista
Il summit della destra più reazionaria fascista catto-integralista sulla "famiglia" convocato a Verona per fine mese rappresenta una tappa della marcia a grandi passi di un moderno fascismo-nazismo, dagli Usa, agli Stati del cortile di Trump, in testa il Brasile di Bolsonaro, ai vari paesi in Europa, in primis l'Italia
E' un Convegno esplicitamente impegnato a far regredire le donne ad un moderno medioevo, togliendo diritti conquistati da decenni, come l'aborto, il divorzio, a far tornare tempi bui, di caccia, messa al bando degli omosessuali, dopo e insieme alla guerra razzista e illegale contro i migranti
Per questo va impedito in ogni modo.
Su questo nessuno può nascondersi
Tantomeno Mattarella
Di fronte ad un'aperta violazione della Costituzione e dei suoi principi antifascisti, hanno stufato dichiarazioni a cui non segue neanche mezzo fatto.
Se non si impedirà prima, si dovrà farlo durante
In questo, massimo appoggio in primis alla manifestazione convocata dalle donne/Nudm,
Da Il Manifesto
"Sostengo la mozione che prevede la pena di morte per il reato di omosessualità aggravata e chiedo ai miei colleghi di fare lo stesso con forza» (Lucy Akello, parlamentare ugandese)
«Le donne che abortiscono sono assassine che non possono trovare alcune felicità
Queste cannibali hanno bisogno di essere cancellate dalla faccia della terra» (Dimitrij Smirnov, Presidente della Commissione patriarcale per la famiglia e la maternità della Chiesa ortodossa russa)
«L’omosessualità è degradante per la natura umana
Essere gay distrugge il senso stesso
dell’essere umani» (Brian Brown, Presidente dell’organizzazione internazionale per la famiglia)
«Il preservativo è una trappola, esportata in Africa per soffocare la vita» (Theresa Okafor, Presidente Foundation for African cultural Heritage).
«L’unico modo di far fronte al declino demografico è fare in modo che le donne ungheresi abbiano più figli, e non accogliere i migranti» (Katalin Novak, Segretario di Stato e ministro per la Famiglia ungherese)
Queste sono solo alcune tra le “migliori” citazioni degli ospiti di spicco del Congresso Mondiale delle Famiglie
A Verona ci sarà mezzo governo, tre ministri (Matteo Salvini, Lorenzo Fontana, Marco Bussetti), due presidenti di Regione (Luca Zaia e Attilio Fontana), vari parlamentari (da Simone Pillon a Giorgia Meloni) e il sindaco di Verona, Federico Sboarina, che invece il logo del Comune lo ha lasciato sull’evento
E che lo ospiterà nella cornice più prestigiosa della città, quella del Palazzo della Gran Guardia..
trasformata in un laboratorio della destra estrema
Dopo la mozione anti aborto approvata dal Consiglio comunale nello scorso ottobre, oggi viene trasformata nel quartier generale dei reazionari di tutto il mondo
Piano piano si fanno meno timide le uscite di chi, da posizioni di governo apicali a quelle più basse, avanza un racconto nuovo – ma tanto vecchio – sulle donne, sulle persone omosessuali, sulle famiglie
Così se Lorenzo Fontana esordisce nel suo dicastero dicendo «Perché, esistono le famiglie arcobaleno?», dall’altra parte un assessore a Castiglione delle Stiviere gli fa eco «le donne nascono fertili o inutili»
Nel mezzo c’è un volantino della Lega di Crotone che elogia il ruolo naturale delle donne di cura della casa e della famiglia come augurio per l’8 marzo, una levata di scudi da ogni direzione su uno slogan come “Dio, Patria e Famiglia”, e una miriade di episodi piccoli e grandi di discriminazioni che emergono con sempre meno ritegno
E che ormai, messi insieme, non sono più episodi scollegati, ma manifestazioni di un’unica potente ondata omofoba, misogina e razzista..."
GIU' LE MANI DAL DIRITTO DI SCIOPERO DELLE DONNE! Solidarietà all'USI
ALLA
SEGRETERIA USI-CTS e RSA appalto portinerie e servizi ausiliari ROMA 3 ALLE
LAVORATRICI, LAVORATORI CHE HANNO SCIOPERATO L'8 MARZO
Tutta la nostra solidarietà per questo aperto
attacco/violazione del diritto di sciopero!
Padroni e Istituzioni si uniscono per attaccare le
lavoratrici in lotta; lor signori possono anche sopportare un flashmob, ma lo
sciopero che è lotta vera contro chi ci sfrutta e ci opprime ogni giorno, No!
Come lo dimostra anche la vergognosa sanzione della
Commissione Garanzia Sciopero per lo sciopero delle donne dell'anno scorso,
arrivata proprio in prossimità dell'8 marzo di quest'anno.
Lo sciopero delle donne dà molto fastidio, perchè
mette in discussione e lotta contro l'intera condizione di genere e classe
delle lavoratrici - Per questo è un pericolo!
Ed è bene che lo sia sempre più!
Come sempre rispondiamo: "La vostra repressione
non ci fa paura! La nostra lotta sarà sempre più dura!"
Le
lavoratrici dello Slai cobas per il sindacato di classe
Il
13/03/2019 12.05, usiait1@virgilio.it ha scritto:
Comunicato
sindacale per affissione e volantinaggio ex artt. 1, 14, 25 L. 300/70
A
ROMA TRE NON SI RISPETTA NEMMENO
LA
LEGGE SUGLI SCIOPERI – E QUESTO PROPRIO
IN
OCCASIONE DELL’8 MARZO
Il
personale delle portinerie e servizi ausiliari dell’Università ROMA TRE che ha
aderito allo sciopero generale dell’8 marzo, è stato sostituito dalla soc.
coop. COOPSERVICE aderente alla CNS con altri dipendenti violando così il
diritto di sciopero delle lavoratrici e dei lavoratori (art. 40 della nostra
vigente Costituzione).
Un
fatto gravissimo di per se, visto che la proclamazione di sciopero generale e
la comunicazione fatta dall’USI vedeva tra le priorità delle rivendicazioni, la
lotta contro le violenze e le discriminazioni alle donne.
Non è
la prima volta che in occasione di uno sciopero le cooperative utilizzino altro
personale o precari per coprire i lavoratori in sciopero. Diversi servizi di
questo appalto non sono qualificabili come “servizi pubblici essenziali”.
Coopservice se fossero stati corretti, avrebbero avuto l’obbligo 5 giorni prima
dello sciopero, di predisporre l’elenco del personale comandato per garantire i
servizi essenziali, con il diritto di chi fosse stato inserito di dichiararsi
aderente allo sciopero con la sostituzione con dipendente in organico non
scioperante (Legge 146/90 e 83/2000).
Nulla
di tutto questo è stato attivato, a differenza di tanti altri.
Una
Cooperativa Nazionale che non rispetta il diritto costituzionale dei propri
dipendenti a scioperare, ci lascia perplessi come possa gestire per questo
appalto, il piano di ristrutturazione concordato tra CNS e ROMA TRE, con tutti
i diritti e la parità di trattamento del personale utilizzato. Né è possibile
ipotizzare che clausole mal scritte nel capitolato di appalto abbiano la
legittimità e l’effettività di derogare la COSTITUZIONE REPUBBLICANA e
ANTIFASCISTA, lo STATUTO DEI LAVORATORI (art. 15 L. 300/70) e le pur
restrittive leggi che disciplinano il diritto di sciopero.
SEGRETERIA
USI-CTS e RSA appalto portinerie e servizi ausiliari ROMA 3
ROMA
13/3/2019 LARGO VERATTI 25 ROMA
Aumentano le morti in itinere delle lavoratrici - Anche questi aridi dati testimoniano la condizione di doppio sfruttamento e doppia oppressione delle donne
Recentemente
sono usciti dati dell'Inail che indicano un aumento degli infortuni in itinere
in particolare per le donne.
Ma
perchè questi avvengono e non possono che aumentare senza lottare contro la
condizione di doppio sfruttamento e oppressione delle donne.
Pubblichiamo una parte dell'opuscolo: "UNA REALTA'
DI CUI SI PARLA POCO - sulla condizione di (in)sicurezza delle
lavoratrici"
“Negli
infortuni in itinere, invece, la quota rappresentata dalle lavoratrici, è
rilevante e pari esattamente al 46,1%. e le morti delle donne in questi
infortuni vanno oltre il 50% dei decessi (contro il 22,3% tra gli uomini)” -
Come
mai questo dato così alto? Questi infortuni denunciano la morte di lavoratrici,
come braccianti, precarie che per arrivare sui posti di lavoro a volte devono
viaggiare, spesso assiepate nei pulmini dei caporali o degli intermediari,
mezzi spesso non a regola che vanno veloci per portare prima sul lavoro o dal
lavoro.
Ma
denunciano soprattutto la corsa che le donne devono fare per e da lavoro, per
affrettarsi, già stanche e stressate, a fare l’altro lavoro, quello gratis in
casa. Le donne, se hanno famiglia, vanno al lavoro dopo aver fatto a volte ore
di lavoro prima per “mettere a posto la casa”, per preparare da mangiare, per i
figli – vi sono lavoratrici che per andare a fare il primo turno lavorativo si
alzano alle 4 di notte e fino alle 6 hanno già lavorato due ore e già comincia
la stanchezza; lo stesso avviene al rientro dal posto di lavoro. E questo fa
vivere le donne in una continua corsa, le costringe anche a uno sforzo mentale,
dovendo pensare a più impegni, e la stanchezza si somma a tensione, nervosismo.
Questi
dati testimoniano che, a parte infortuni simili e rischi uguali agli altri
lavoratori, c’è, anche sul fronte della sicurezza/salute, una condizione
diversa delle donne rispetto ai lavoratori uomini. Le lavoratrici, per il
doppio lavoro che sono costrette a svolgere, non riposano, se non per lo tempo
strettamente necessario. Rispetto ad un lavoratore che va al lavoro e si
stanca, rischia, ma prima e dopo può riposarsi, per le donne, anche oggi, la
fine del lavoro fuori è solo l’inizio del lavoro in casa; per tante donne,
proletarie, sembra quasi, pur nel 2009, che il lavoro fuori se lo devono ogni
giorno conquistare, perchè si aggiunge al lavoro “normale” che devono fare per
la famiglia.
Quindi
il doppio lavoro – le donne lavorano complessivamente da un minimo di 60 ore
settimanali (più della metà delle donne) a 70 ore (più di un terzo delle donne
– mentre solo il 15% degli uomini lavora per 60 e solo l’1% degli uomini dà un
aiuto nel lavoro domestico) - porta alla “doppia fatica”, al doppio stress, ad
un peggioramento della salute (tante lavoratrici soffrono di dolori diffusi,
costanti, di ansia, insonnia, dolori allo stomaco, ecc. che si dovranno portare
per anni: “circa un’operaia su due soffre di dolori alla schiena, alle spalle,
alle braccia e alle mani, tanto più se lavora in un settore come quello della
produzione di automobili o di elettrodomestici” - inchiesta Fiom).
Un
attacco alla salute e alla vita meno quantificabile nelle tabelle statistiche
sulla sicurezza, ma molto più generale e costante..."
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