In solidarietà con la resistenza di Kobanê contro i terroristi di ISIS BASTA CON L’EMBARGO CONTRO IL ROJAVA
La
resistenza delle donne e degli uomini kurdi in Rojava (Kurdistan
occidentale in Siria), ha ispirato persone in tutto il mondo quando
l’assedio della citt{ da parte di Stato Islamico in Siria (ISIS) è stato
respinto con successo appena un anno fa. Il 1 novembre 2014 è stato
lanciato un appello urgente per una giornata globale di azione per
Kobanê chiedendo a tutte e tutti di mostrare solidarietà con Kobanê e di
dare assistenza umanitaria e materiale. A un anno dall’appello alla solidarietà attiva con Kobanê cosa è successo? Non
solo non c’è stata l’apertura di un corridoio umanitario, ma il governo
turco, ovvero il dittatore Erdogan: per mesi ha aperto il confine tra
Kobanê e Suruç per i jihadisti di Isis e lo ha blindato per profughi,
feriti, aiuti umanitari e giornalisti, e continua a offrire a Isis anche
supporto logistico e a prendersi cura dei suoi feriti negli ospedali di
Istanbul; da giugno con la scusa di attaccare i "terroristi" continua a
mettere sotto assedio militare le città che perseguono l’autonomia , a
licenziarne le co-sindache, che rappresentano l’attuazione effettiva
della parità di genere e sono state votate dall’80% della popolazione;
partecipa attivamente al femminicidio attraverso arresti, torture,
stupri e uccisioni di resistenti e civili curde e turche; siamo sicure
che è implicato negli attacchi terroristici
all’Hdp
(Partito democratico dei Popoli), perché mette in pericolo la sua
dittatura in vista delle elezioni del 1° novembre 2015 e i suoi servizi
segreti sono direttamente coinvolti nei femminicidi politici di Sakiné
Cansiz, Fidan Doğan e Leyla Şoleymez a Parigi a gennaio del 2013 ed è
per noi coinvolto nel femminicidio della giornalista inglese Jacqueline
Anne Sutton all’aeroporto di Istanbul. E i governi europei cosa fanno? Oltre
a continuare a intrattenere rapporti economici e militari con la
Turchia, ora le propongono un’intesa per fermare i profughi in Anatolia.
D’altronde la segregazione di kurdi e siriani è iniziata questa estate,
quando Ankara ha annunciato la costruzione di un muro lungo il confine
meridionale per fermare l’afflusso di profughi kurdi siriani che
venivano da Kobanê. In Rojava, Ankara ha imposto una safe-zone per
ammassare i profughi kurdi e impedire loro di raggiungere la Turchia,
consentono l’embargo e l’isolamento totale sia dalla Turchia che
dall’Iraq, continuano ad insinuare che ci sia il PKK dietro gli
attentati contro i kurdi e i turchi a loro solidali!!!, alimentano le
guerre in Medio Oriente, per riuscire a mettere le mani sul petrolio. Chi
sono i veri terroristi? Perché la resistenza dei popoli che lottano per
la loro autodeterminazione e contro il terrorismo vengono etichettati
come terroristi? Perché i regimi in Medio oriente,che reprimono,
torturano, stuprano e uccidono civili nell’impunità, non vengono
chiamati terroristi? E gli Stati Uniti e i governi europei, che
alimentano le guerre in Medio Oriente? E’ indecente che degli stati con
le mani sporche di sangue definiscano terrorista il popolo kurdo che nel
Rojava sta costruendo una società migliore. NOI FEMMINISTE CONTINUEREMO
A SCENDERE IN PIAZZA, SOLIDALI CON LE KURDE/I E I POPOLI CHE SI SONO
UNITI A LORO PER DIFENDERSI DA ISIS, MA ANCHE PERCHE’ STANNO COSTRUENDO
INSIEME UNA VERA ALTERNATIVA ALLO STATO NAZIONE, basata su un sistema
assembleare in cui donne e uomini hanno veramente lo stesso potere
decisionale. E per urlare forte che : il PKK dovrebbe essere tolto dalle
liste dei terroristi e ci andrebbe messo il governo turco e tutti i
governi che trattano con Erdogan per motivi economici e di controllo del
Medio Oriente e dei profughi scaturiti dalle guerre provocate
dall’occidente, a partire dall’Iraq.
CORTEO IN SOLIDARIETA’ COL POPOLO KURDO DOMENICA 1° NOVEMBRE 2015 A PIAZZA XX SETTEMBRE ORE 16
ore 15.30: organizzazione spezzone di donne e lesbiche a Porta Galliera Donne e lesbiche femministe di Bologna
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