Dopo lo sgombero di ieri, al grido di "Atlantide
ovunque" i militanti hanno sfilato per la città. La sede del Quartiere
Santo Stefano è stato "disinfestato", dagli insulti ricevuti anche sulla
pagina Facebook della presidente Ilaria Giorgetti
Tanti ombrelli colorati, parrucche e trucchi originali, hanno caratterizzatoo il corteo "Atlantide ovunque",
partito intorno alle 16 dall'ormai "ex" sede, in Piazza di Porta Santo
Stefano, sgomberato il 9 ottobre all'alba, dopo oltre 17 anni, a seguito
dell'ordinanza del sindaco Virginio Merola.
Ieri, dopo il muro eretto al posto della
porta d'ingresso del Cassero, i militanti hanno indetto una conferenza
stampa in Piazza del Nettuno, dove hanno ribadito di non portersi più fidare dell'amministrazione che avrebbe interrotto il dialogo ordinando la cacciata.
"E' stato sottovalutato l'effetto farfalla - si legge in una nota - un battito ciglia di una manciata di froce ha prodotto una crisi nella politica cittadina
e un'ondata di solidarietà debordante, uno squarcio nella città",
facendo riferimento allo strappo sulla sede da assegnare al collettivo
tra il primo cittadino e l'assessore alla Cultura Alberto Ronchi, che si
è visto revocare le deleghe qualche giorno fa. "Siamo state sgomberate,
ma essere fuori luogo ci appartiene già - dice Alessia al microfono -
siamo fuori dalla normalità, fuori dalle nostre famiglie..." Così gli
attivisti hanno salutato la loro sede storica con una promessa: "Torneremo".
Imponente il dispiegamento di forze
dell'ordine a "scorta" dei manifestanti che, arrivato davanti alla sede
del Quartiere Santo Stefano, hanno "sguinzagliato" alcune ragazze con
l'aspirapolvere per "disinfestare e pulire il quartiere" dall'odio e
dagli insulti ricevuti sulla pagina Facebook della presidente Ilaria Giorgetti: "Una
pagina pubblica" sottolineano, e hanno incollato "le prove" sui muri,
al ritmo della colonna sonora del film "Ghostbusters -
Acchiappafantasmi", il film del 1984.
Numerose le sigle che hanno supportato
la protesta di Atlantide: i centri sociali cittadini, i collettivi
universitari e diverse associazioni LGBT italiane e straniere. Nessuna
Bologna underground e gay ma "cartolina da esporre in vetrina", mentre gay, lesbiche, trans e punk "che si autodeterminano vengono criminalizzati in nome della legalità".
L'ex assessore alla Cultura Ronchi, dal canto suo, ieri ha incontrato la stampa, definendo la dirigenza PD "una disgrazia per la città, geni della lampada che dicono di essere un partito aperto, ma odiano i progetti indipendenti".
Il corteo ha percorso via Santo Stefano e si è snodato fino a Piazza di Porta Saragozza.
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