da tavolo4:
Sentite donne
io non sono stata di persona a Roma Eur a parlare con chi lavora li.
Ho parlato oggi con Santoro a Radio Onda Rossa e ho fatto proprio la
domanda sul coinvolgimento nella progettazione delle lavoratrici, dice
che sono mesi che stanno lavorando sentendo le varie opinioni anche
delle sex worker e costruendo una rete di servizi attorno al progetto,
ha fatto riferimento al lavoro fatto a Mestre anni fa dove con la
nostra collaborazione era cominciato un intervento simile che ha poi
portato alla zonizzazione e che ha visto un grande impegno da parte
del Comune per aiutare e sostenere le lavoratrici, senza isolarle o
abbandonarle ma lavorando davvero per l'integrazione. Gli esisti sono
buoni solo se c'è un grande lavoro di rete e una grande passione e
impegno degli operatori sociali, se si cala l'attenzione le cose non
funzionano e si degradano.
Una cosa assolutamente sbagliata è definire Quartiere a Luci Rosse una
simile iniziativa, questo fa scaturire reazioni che alzano il tono di
un dibattito fortemente ideologico e dove i vari rappresentanti
politici si esibiscono e speculano a spese di sex worker e anche dalle
persone che vengono prostituite contro la loro volontà.
QUINDI non spariamo su una iniziativa che non è contro le donne (trans
e maschi) che si prostituiscono, semmai è un tentativo di abassare il
conflitto fra la cittadinanza e chi lavora nel SW per il diritto di
usare un territorio.
Il fenomeno lo sapete è complesso e con tante diverse sfumature, ma è
odioso vedere come ad ogni tentativo anche quelli abbastanza civili
come questo che non implica chissà quali cambiamenti (purtroppo non è
che diventiamo improvvisamente lavoratrici rispettate) , si scatenano
tutte/i a farne un caso nazionale da sabotare.
vi scriverò ancora se volete ma ora non ho tempo
pia
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