05/02/15

Così lo stato vuole uccidere Nadia e sventolare la testa di una prigioniera politica davanti al proletariato

...ma Nadia non si è pentita e vive ancora, così pure il proletariato, perché viva è la necessità della rivoluzione proletaria.
La giustizia borghese, quella di Biagi e di D'Antona, quella di Renzi, Monti, Marchionne, Berlusconi ecc. ha fatto molti più morti di Nadia: morti di stato, morti sul lavoro, morti per fame e per miseria.
Il proletariato comincia a vedere che questa giustizia borghese lo vuole schiavo o morto, comicia a vedere che la giustizia di stato ha 2 pesi e 2 misure: l'una per chi uccide e avvelena gli operai, i proletari, le popolazioni e il territorio, l'altra per chi lotta contro questa devastazione umana ed ambientale.
Ma finché la violenza di stato continuerà a chiamarsi giustizia, la giustizia del proletariato continuerà a chiamarsi violenza.
"Mors tua vita mea" ci ricordano i servi dei padroni in ogni circostanza e in ogni ambito per dividerci, isolarci, desolidarizzarci e vincere.
Ma "il potere politico nasce dalla canna del fucile" ci ricorda Mao Tsé-Tung e la giustizia proletaria vedrà la luce solo quando il proletariato prenderà il potere e si organizzerà in un movimento reale per abolire lo stato di cose presente. Non potrà farlo ignorando le morti, la violenza di stato, mettendo "fiori nei suoi cannoni" o schede in un'urna elettorale, ma potrà farlo solo con la solidarietà verso chi contro questo sistema ha lottato e con chi continua a combatterlo con ogni mezzo necessario.
E necessaria è la rivoluzione. Necessaria è la solidarietà ai rivoluzionari prigionieri.

Come mfpr abbiamo aderito al soccorso rosso proletario ed esprimiamo la massima solidarietà alla prigioniera politica Nadia Desdemona Lioce. Raccogliamo e diffondiamo pertanto l'appello che segue:



Contro il 41-bis! 
Sviluppare la solidarietà ai rivoluzionari prigionieri!

Il 29 novembre 2014 la direzione del carcere di L’Aquila ha disposto l’inasprimento del regime di 41-bis applicato contro la compagna Nadia Lioce, con l’ulteriore limitazione del numero di libri e quaderni da tenere in cella. Inoltre, da circa cinque mesi la compagna è sottoposta alla misura dell’isolamento disciplinare, il che determina una condizione d’isolamento totale e perenne.

La compagna è assoggettata al regime di 41-bis dal 2005, ovvero due anni dopo il suo arresto. Oltre alla compagna, sempre dal 2005, sono stati sei i rivoluzionari prigionieri sottoposti a questo trattamento (applicato dal Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria e ordinato dall’allora Ministro della Giustizia Caselli, su mandato politico del Governo Berlusconi): tra questi vogliamo ricordare anche la compagna Diana Blefari, uccisa nel 2009 nel carcere di Rebibbia da questo infame regime detentivo e nonostante fosse stata ormai assegnata ad una sezione comune dell’Istituto.     
Attualmente il 41-bis viene attuato contro tre rivoluzionari prigionieri detenuti nelle carceri di Cuneo, Spoleto e L’Aquila: Marco Mezzasalma, Roberto Morandi e Nadia Lioce.

Su mandato politico di tutti i Governi succedutisi dal 2005 in poi, sia di centrodestra che di centrosinistra, il 41-bis contro i compagni è stato prorogato e inasprito sempre più duramente.

Ricorrendo all’imposizione di questo trattamento, lo Stato cerca di piegare i rivoluzionari prigionieri per cancellarne l’identità politica. Il 41-bis è anche una risposta dello Stato contro il percorso rivoluzionario di questi compagni, oltre che il tentativo di mettere in campo una politica di deterrenza contro chi, conseguentemente, si organizza e lotta per costruire un progetto nella prospettiva rivoluzionaria.
Lo Stato non ha raggiunto i suoi obiettivi, in quanto i compagni continuano a resistere e a rivendicare la loro identità politica.
Lo Stato ha sempre sostenuto che dal 41-bis si possa uscire... a condizione che si accetti di collaborare! Ma tutti i rivoluzionari sottoposti a questo regime detentivo non si sono mai piegati a questo sporco ricatto! 
Bisogna rilanciare ed estendere la solidarietà verso i compagni sottoposti al 41-bis e anche verso tutti gli altri rivoluzionari prigionieri che con la loro quotidiana resistenza rivendicano il proprio percorso politico.
La solidarietà va rilanciata ed estesa anche ai rivoluzionari prigionieri nel resto d’Europa, così come ai rivoluzionari prigionieri turchi, palestinesi, indiani e di tutto il mondo.

Abbattere il capitalismo!

Collettivo Contro la Repressione per un Soccorso Rosso Internazionale (CCRSRI)

ccrsri.wordpress.com



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